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“Storia di una lacrimazione”, al Santuario di Sant’Antonio di Polla presentato il libro di Geppino Manzione sul prodigio

Presentato a Polla, nella Biblioteca del Santuario di Sant’Antonio, il libro di Geppino Manzione “Storia di una Lacrimazione. Sant’Antonio di Padova – Polla”. Il libro contiene una raccolta di scritti relativi ad eventi, emozioni e riflessioni. “Scaturisce –si legge nella premessa dell’Autore- da un sentimento profondo con cui ho seguito la serie di eventi della lacrimazione della statua del Santo verificatasi nei giorni 12 e 13 giugno del 2010.

Un prodigio che ha scosso le coscienze e colpito i cuori, anche quelli più duri, e che ho raccontato attraverso articoli sul giornale locale sia attraverso lettere inedite e interventi circoscritti. Ho ritenuto opportuno dare seguito a questo lavoro, dal carattere di cronistoria locale, frutto di sensazioni, di emozioni, di riflessioni, in tutti i momenti degli accadimenti, a cui ho partecipato, che sono stati registrati e immortalati negli annali del Santuario”.

Nel corso della manifestazione sono intervenuti Rossella Isoldi, il sindaco di Polla Massimo Loviso, il delegato alla cultura Giovanni Corleto, il giornalista Giuseppe D’Amico e i frati fra Mimmo Marcigliano e fra Raffaele Petti. Presenti alla cerimonia i parroci don Luigi Terranova, don Antonio Calandriello e don Franco Maltempo.

Molto atteso l’intervento di fra Mimmo Marcigliano che fu testimone oculare di entrambi gli episodi: “Il prodigio è stato consegnato alla storia ma ancora oggi dobbiamo interrogarci sul suo significato. Dobbiamo fare tesoro di quella esperienza e rinsaldare il rapporto con il Santo. A chi mi chiede se ci sono stati successivi episodi rispondo che le lacrime sono testimonianza di amore e non hanno bisogno di ripetersi”.

***

Il primo prodigio si verificò nel pomeriggio del 12 giugno del 2010 quando i frati erano intenti a preparare la statua che il giorno dopo sarebbe stata portata in giro per il paese per la tradizionale processione. Il secondo episodio nelle prime ore del giorno successivo. Fu avvisato il Vescovo della Diocesi, mons. Angelo Spinillo, che invitò alla prudenza i frati mantenendo un riserbo strettissimo ma quando dopo una settimana la notizia comincia a circolare l’argomento divenne oggetto di commenti e di preoccupazioni.

Per i frati del Santuario (Fra Luigi, Padre Ippolito, Padre Tommaso e Fra Mimmo) furono giorni pieni di dubbi e di speranza: “Che fare? Cosa succederà ora che la notizia si è diffusa? Che dire ai tanti fedeli del Santo che chiedono notizie?”. Furono avvisati i Carabinieri e quando la notizia fu pubblicata dagli organi di informazione fu deciso di tenere una conferenza stampa nel refettorio del Santuario per illustrare il prodigio. Fu data notizia che mons. Angelo Spinillo, attualmente Vescovo di Aversa, recatosi presso il Santuario per la tradizionale messa mattutina del 13 giugno aveva osservato attentamente la statua per cui, resosi conto di quel che era avvenuto, aveva istituito una Commissione Diocesana di indagine.

A seguito di riscontri scientifici scrupolosamente eseguiti, esami chimici e foto ai raggi infrarossi, la Commissione consegnava al prelato una copiosa documentazione con la quale si stabiliva che la statua non era stata in alcun modo manomessa per cui il prodigio era inspiegabile.  Dopo avere esaminato la documentazione, nel febbraio del 2011 il Vescovo proclamava con apposito Decreto la veridicità dell’evento. In quella stessa occasione, provvedeva a sigillare in una teca il manutergio usato per asciugare le lacrime della statua che quindi diventavano “Reliquie” e testimonianza del prodigio. Inoltre, concedeva l’imprimatur alla “Supplica a sant’Antonio piangente” scritta da un giovane francescano pollese, fra Vincenzo Ippolito, ed autorizzava la proiezione delle foto agli infrarossi della statua. Per i frati e per i devoti del Santo che avevano seguito la vicenda con trepidazione, fu una liberazione.

Il prodigio di “Sant’Antonio delle lacrime”, almeno finora considerato unico al mondo, richiamò l’attenzione del rettore della Basilica Pontificia di Padova, padre Enzo Poiana, e del Ministro Generale dell’Ordine Francescano, lo spagnolo José Rodriguez Carballo.  

Il 12 giugno 2011 Padre Carballo, che nel 2013 sarà il primo Vescovo nominato da Papa Francesco, durante una solenne celebrazione eucaristica nel piazzale antistante il Santuario di Polla alla presenza di tantissimi fedeli benediceva il nuovo reliquario d’argento contenente il manutergio con il quale erano state asciugate le lacrime.

Da allora sono stati sempre più numerosi i devoti di sant’Antonio venuti a Polla per pregare dinanzi alla statua del Santo, per ringraziarlo di una grazia ricevuta ma anche per ammirare i tesori d’arte di cui il Santuario pollese è particolarmente dotato. Si pensi alla quadreria di Michele Ragolia, al crocifisso di frate Umile da Pietralia e alle tante altre opere di pittura e scultura di notevole pregio.

Anche la venuta di padre Poiana fu molto importante: grazie a lui fu possibile accogliere le reliquie del Santo che restarono a Polla alcuni giorni nel Santuario ma anche nel locale presidio ospedaliero.

Inoltre, i rapporti instaurati favorirono il gemellaggio tra il Santuario pollese (unico del Vallo di Diano ancora direttamente affidato ai Francescani) e la Basilica di Padova che fu sottoscritto il 4 settembre 2012 a Padova nel corso di un pellegrinaggio che portò nella città del Santo oltre 200 Pollesi.

Per tre giorni la statua fu collocata dinanzi alla tomba del Santo suscitando tra i fedeli profonda emozione.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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