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Intervista a Paolo Portoghesi (terza parte): “Volevamo realizzare nel Vallo la Città ideale”

Progetto Città Vallo di Paolo Portoghesi

di Antonia Marmo

La prima puntata dell’intervista – La Città Vallo nel racconto di Paolo Portoghesi

La seconda puntata dell’intervista – Il fiume e la Certosa, i due cardini del progetto Città Vallo

Professore, riprendiamo il filo del nostro discorso.Oltre alle nuove architetture, il Piano era molto rispettoso dell’esistente. Ci fa qualche esempio di quanto prevedeva in tal senso?

“Sì, in molti casi si trattava non di ricostruire ex novo ma di consolidare strutture già esistenti,
che circondate dal nuovo circuito acquistavano tutto un altro valore. E comprendevano diverse
funzioni, abitative ma soprattutto di servizio”.

Sicuramente un ruolo centrale fu dato alla Certosa di Padula… Come si inseriva in questo nuovo sistema?

“La Certosa ovviamente doveva essere il principale centro di attrazione della valle, non è stato
mai deciso quali altre funzioni potesse ospitare, ma certamente aveva nel Piano una funzione
rappresentativa, era considerata come il cuore delle nuova Città. D’altra parte la sua dimensione era uno degli aspetti che ha stimolato questa nostra immagine perché è indubbiamente un edificio fuori scala per molti aspetti, ha una dimensione grandiosa. Se solo pensiamo a quella scala che porta alla biblioteca, è uno dei capolavori del barocco… Era dunque un’architettura che ci stimolava a fare le cose in grande, senza retorica, ma tenendo conto del fatto che già in passato la valle era stata il teatro di un intervento di straordinaria qualità. L’architettura era sempre pensata come qualcosa che non riempiva un punto, non frenava il collegamento visivo tra i vari luoghi, ma avevamo pensato ad avere tutte porte, strutture aperte. Come ad esempio, un’altra presenza importante era il centro agricolo, dove erano collocate tutte le funzioni per rilanciare l’architettura del territorio sotto forme progressiste”.

Progetto Città Vallo di Paolo Portoghesi

Possiamo dire che è stato il primo e forse l’ultimo esempio in Italia di città diffusa…

“Noi progettisti abbiamo avuto la fortuna di incontrarci con un’idea straordinariamente positiva in controtendenza rispetto a quello che era il contesto architettonico e urbanistico italiano del tempo. Abbiamo sposato una di queste forze innovatrici che ogni tanto emergono dalla situazione sociale, e questo ci ha spinto ad andare anche oltre. Possiamo dire che in questo progetto c’è anche la profezia della green economy che solo anni dopo si sarebbe affermata… D’altra parte io questo tema dell’ambiente e del territorio l’ho sempre avuto, nel mio libro “Dopo l’architettura moderna” ho voluto dedicare un capitolo proprio a questo, in un certo senso sapevo che sarebbe diventato un argomento centrale. In questo caso della Città Vallo il discorso purtroppo si è interrotto, però ha mantenuto un suo fascino e ogni tanto se ne torna a parlare. E l scelta di innalzarsi in alcuni casi era stata fatta per rendere il più che possibile percepibile dai cittadini questa nuova unità, bisognava che tutti si abituassero a considerare le montagne come delle nuove mura, abitare una città murata senza mura effettive.

Progetto Città Vallo di Paolo Portoghesi

È interessante dire che tutto il progetto nasceva in un contesto socio-politico che voleva mettere al centro la partecipazione e lo sviluppo del territorio, con lo scopo di preannunciare e guidare nuovi scenari economici e sociali…

“Io credo che in futuro si rifletterà su queste modalità. In quel momento il partito socialista era portatore di un’idea di innovazione profonda, aveva avanzato molte proposte che poi erano state purtroppo tutte affossate. La creatività dell’architettura popolare era stato un elemento molto propulsivo per il nostro progetto. Prendendo spunto dall’architettura del luogo, questa venne interpretata in modo intelligente, fantasioso, ci portò a sperimentare alcune soluzioni interessanti. Una componente estetica è sempre stata presente nell’architettura popolare, e da lì eravamo partiti per risvegliare questa volontà di realizzare questa città ideale”.

Progetto Città Vallo di Paolo Portoghesi

Negli anni ha visto poi dei progetti simili realizzati in altri Paesi che le hanno ricordato questa esperienza?

“Di progetti simili non ne ho visti, una certa influenza il nostro progetto l’ha esercitata solo in termini di riflessioni a parole, in quanto la sua interruzione non ha determinato la diffusione che avrebbe potuto avere. Però diciamo che questa tendenza a unificare più borghi, espressa nel nostro progetto, qualche effetto positivo lo ha avuto: ci sono stati dei tentativi di collegamento tra centri urbani, ma questo soprattutto nelle zone alpine. Al Sud il progetto della Città Vallo di Diano era un’esperienza progettuale pionieristica ed è rimasta tale”.

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