Search

“Se vuoi volare devi avere radici”: in un prezioso volume in dialetto ecco l’eredità lasciata da Letizia Maggio alla “sua” Montesano

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Il 29 settembre prossimo Letizia Maggio avrebbe festeggiato nella sua Tardiano un genetliaco particolare: cento anni. E lo avrebbe festeggiato in modo davvero speciale: donando a familiari, amici e concittadini un libro. Un libro “suo”, che ora esce postumo, dal significativo titolo “Se vuoi volare devi avere radici. Parole, usanze, e tradizioni a Montesano sulla Marcellana”.

letizia-maggio-montesano
Copertina

Purtroppo, non è andata così perché Letizia Maggio ha lasciato la vita terrena pochi mesi prima del raggiungimento dell’importante traguardo. “A settembre -affermano i figli Saverio e Palmira– avremmo voluto realizzare un desiderio tenuto nel cassetto per anni: riordinare i suoi scritti e farne un libro da donare a tutti coloro che l’avevano conosciuta, amata e stimata, ed invece il 3 maggio 2023 ci ha lasciato, proprio quando il libro era prossimo alla stampa. Comunque, abbiamo voluto portare a termine il suo lavoro con l’augurio che questo testo resti nella cultura popolare di Montesano sulla Marcellana”.

Per anni Letizia Maggio ha scritto delle cose che vedeva o ascoltava su tutto ciò che aveva a portata di mano (vecchie agende, quaderni, foglietti di ogni tipo ed anche pezzi di giornali) quello che erano le credenze, gli usi, le preghiera, i modi di dire, le filastrocche e i proverbi di un tempo passato, nonché parole e antichi mestieri, frazioni e località di Montesano. Il tutto principalmente in dialetto montesanese; un dialetto che, con il tempo, andava trasformandosi. Alcune parole, alcuni usi, alcuni oggetti andavano in disuso e, quindi, non sarebbero stati più conosciuti o utilizzati dalle generazioni future.

Pur avendo trascorso molti anni lontano da Montesano (aveva 21 anni quando sposò Francesco Petrocelli e con lui visse tra Moliterno, Napoli, Vinchiaturo in provincia di Campobasso, Avellino e Roma) Letizia Maggio ha sempre professato il “culto” del ricordo: è stata promotrice del Museo della Civiltà Contadina di Montesano donando i primi 170 pezzi e per anni ha collaborato alla stesura del calendario edito dal Circolo Didattico di Montesano al quale affidava con entusiasmo tradizioni, storie e vicende di cui è stata erede e custode.

Non a caso nel giugno del 2001 fu insignita di due importanti riconoscimenti dal Comitato Regionale dell’Unicef e dal Circolo Didattico per la sua collaborazione. Questa la motivazione: “per avere raccontato e illustrato le Storie del nostro paese e per avere contribuito a diffondere la cultura della nostra tradizione affidandone la memoria alle giovani generazioni”.

***

I figli di Letizia Maggio, Saverio e Palmira Petrocelli, hanno affidato il patrimonio che la mamma ha messo insieme e gelosamente custodito per decenni proprio ad Angelo Sica (per tutti a Montesano è il “Direttore” per antonomasia avendo guidato la scuola locale per decenni dando vita al Centro Studi e Ricerche “Radici”), che ne ha curato la pubblicazione affidando il progetto grafico a Lucio Mori. Ora che la signora Letizia non c’è più, ed ha sfiorato l’età dei cento anni, il libro può essere considerato un libro di memorie e serve a dare all’autrice una seconda vita”, si legge nella prefazione di Angelo Sica che poi aggiunge: “Mi sento perciò impegnato a rendere omaggio alla sua memoria e a far conoscere a tutti l’affettuosa collaborazione stabilita con Letizia prima con la scuola e poi con il centro studi Radici”.

letizia-maggio-montesano

Il risultato? Un piccolo scrigno a cui attingere per non smarrire la conoscenza delle antiche parole montesanesi, di nomignoli e soprannomi, dei modi di dire, di usanze e credenze, filastrocche e proverbi e delle preghiere tradizionali (in particolare a Gesù, Maria, san Francesco, san Biagio e san Simone). Tutto in rigoroso dialetto montesanese che, come tutti gli altri dialetti, è la lingua che usavano i nostri nonni per colloquiare tra loro: segni che restano del linguaggio e della identità di un paese che vanno salvaguardati e conservati perché senza il dialetto saremmo più poveri.  Se è vero che per secoli il dialetto è stato anche il linguaggio evidente delle classi subalterne costrette al silenzio, è stato (e per fortuna lo è ancora) pure il simbolo altrettanto evidente della identità di un paese.

letizia-maggio-montesano

“Sono convinto -ha scritto il sindaco Giuseppe Rinaldi nella Presentazione- che ci ritroveremo tutti in quelle parole perché siamo unitamente figli di questa storia…storia antica, nobile, preziosa come la consegna delle parole che la signora Letizia Maggio offre ora alla nostra custodia. E allora la parola di Montesano così come i suoi custodi saranno sempre presenti. A Lei va la nostra gratitudine perché, dopo la donazione fatta al Museo della civiltà contadina, con questa raccolta articolata e dettagliata, profonda e vissuta, variegata e interessante, oggi dona alla comunità una sorta di Dizionario del dire di Montesano”. Il libro sarà presentato a Montesano Terme il prossimo 21 agosto.

Condividi l'articolo:

1 comment

  1. Salvaguardare le tradizioni e onorare le proprie radici è molto importante come anche il Papa ha detto oggi da Lisbona.

Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close