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Sala Consilina, 100 anni fa nasceva Giovanni Marmo, “morto per la Libertà”.

Convegno Anpi Sala Consilina

In memoria di Giovanni Marmo nato il 16 aprile del 1924 a Sala Consilina.
Giovanissimo, fu arruolato nell’ esercito durante il Secondo Conflitto Mondiale e fu in servizio nelle regioni dell’Italia settentrionale. All’ indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 scelse di aggregarsi alle bande partigiane attive nell’ Appennino tosco emiliano.

GIANNI MARMO
partigiano combattente di Sala Consilina (SA)

Fonti documentarie testimoniano che egli, tra il Novembre del ‘43 e l’Aprile del ‘44, fu attivo nella XXIII Brigata Pio Borri, divenendo uno dei membri della cosiddetta “Teppa” di Licio Nencetti, banda partigiana operativa tra Casentino e la Valdichiana, che si distingueva nel compiere azioni spettacolari, caratterizzate da una grande velocità di spostamento. Forte fu il legame con il giovane capitano Licio Nencetti.

Giovanni, noto con i nomi di battaglia “Napoli”, ”Boccanera” e soprattutto “ Gianni”, non fu solo attivo nel trasporto di viveri e nell’ approvvigionamento di armi, ma partecipò anche ad azioni guerresche, come l’assalto, il 27 febbraio del ‘44, alla trattoria “Amorosi – Bey” di Bibbiena, durante il quale furono uccisi e feriti diversi membri della Guardia Nazionale Repubblicana.

Nei mesi di marzo ed aprile dello stesso anno il movimento partigiano nel Casentino riprese progressivamente vigore, arrivando anche a decuplicare i propri membri e le azioni si moltiplicarono. La risposta della Wehrmacht, coadiuvata dalle forze collaborazioniste della Repubblica Sociale Italiana, non si fece attendere: verso la metà del mese di marzo avvennero i primi massicci rastrellamenti nazifascisti nel Casentino, seguiti da stragi.

In questo crescendo di barbarie e di morte Giovanni, si muoveva tra i borghi e boschi, abbracciando le armi insieme ai suoi compagni, al seguito di Licio, pronto a dare il suo contributo alla causa partigiana.

La mattina del 16 Aprile del 1944, il giorno del suo ventesimo compleanno, Giovanni era impegnato, insieme al suo amico e compagno Mario Marapitti, detto il “Livornese”, in un’azione di approvvigionamento di mezzi e materiali per la causa partigiana nella frazione di Ciggiano, nel comune di Civitella in Val di Chiana. Dai rapporti redatti dalla Guardia Nazionale Repubblicana sappiamo che stavano cercando di sequestrare un automezzo carico di carbone, di proprietà di un uomo della zona. I due furono tratti in un’imboscata da fascisti locali e vennero passati barbaramente per le armi.

Così, il contributo di Giovanni alla Liberazione dell’Italia da fascisti e nazisti, con lo sguardo rivolto alla libertà delle generazioni future, culminò con la perdita della vita, nel pieno della giovinezza, a soli venti anni.

Giovanni Marmo è stato dichiarato “partigiano combattente” dalla Commissione regionale Toscana per il riconoscimento della qualifica di partigiano.

A lui e al suo compagno Mario Marapitti, è stata dedicata nel 1947 una lapide commemorativa, a Ciggiano, nel comune di Civitella in Val di Chiana, in provincia di Arezzo. In tempi recenti è stata sostituita da un cippo che regge una scultura in bronzo che rappresenta un albero di ulivo, il cui tronco è costituito dai corpi dei due partigiani. Dalle loro braccia partono dei rami fiorenti, simbolo della vita e della pace.

La sezione Anpi Vallo di Diano -Tanagro, costituita nel giugno dello scorso anno a Sala Consilina e dedicata ai partigiani caduti Giovanni Marmo e Raffaele Giallorenzo (di Auletta), è impegnata a commemorare, fare conoscere e divulgare la vicenda umana di quanti nei tumultuosi eventi successivi all’Armistizio del ‘43, scelsero di opporsi attivamente al Nazifascismo.

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