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Di Pari Passo – L’Acqua, sinonimo di Prosperità e Pace

Di Rosa Mega

Il 22 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua. Istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, in occasione della Conferenza di Rio de Janeiro, la celebrazione vuole lanciare in tutto il mondo un messaggio di sensibilizzazione sull’importanza dell’acqua e della sua gestione. Quest’anno la riflessione è stata legata al tema “Acqua per la Pace” e si è concentrata sul ruolo critico di questa risorsa per la stabilità e la prosperità della pace nel mondo. “Quando l’acqua è scarsa o inquinata, o quando le persone non hanno un accesso equo o non lo hanno proprio, le tensioni possono aumentare tra le comunità e i Paesi. Più di tre miliardi di persone nel mondo dipendono dall’acqua che attraversa i confini nazionali. Eppure, su 153 Paesi che condividono fiumi, laghi e falde acquifere con i loro vicini, solo 24 Paesi dichiarano di avere accordi di cooperazione per tutta l’acqua condivisa”.  Questo è quanto si legge in un comunicato dell’Agenzia delle Nazioni Unite.

Una persona su quattro nel mondo (ossia quasi due miliardi di persone!) non dispone di acqua potabile e ben oltre tre miliardi di persone non dispongono di sevizi igienico-sanitari sicuri.  La scarsità d’acqua e il suo inquinamento rischiano di esacerbare le tensioni in diversi paesi del mondo. Quando disponibile e sicura, invece, questa risorsa è un motore della crescita socioeconomica. Ma per raggiungere questo obiettivo serve tornare ad investire in “cooperazione blu”, come ricordato dalle Nazioni Unite. L’aumento degli impatti dei cambiamenti climatici e la crescita della popolazione mondiale devono avere come naturale conseguenza il rafforzarsi dei processi di cooperazione e diplomazia. D’altra parte, una delle principali conseguenze del cambiamento climatico è proprio la siccità, e a pagarne il prezzo maggiore, specie nei paesi più poveri, sono donne e bambini.

In molte comunità africane il carico per l’approvvigionamento dell’acqua è una responsabilità che ricade quasi esclusivamente sulle donne che sono costrette a mettersi in cammino per diverse ore. Oltretutto ciò le espone all’alto rischio di stupri e violenze. In Mozambico, le donne affrontano oltre tre ore di camminata e una fila alla fontana che va dalle sei alle otto ore per prendere tre fusti di acqua da 20 litri ognuno, perché ad un pozzo che può soddisfare circa 300 famiglie se ne riforniscono oltre mille.  Questo si verifica perché nella quasi totalità dei casi le donne sono escluse da un processo di “empowerment femminile” che le mette al centro.

Per fortuna ci sono anche esempi in controtendenza. È il caso del distretto di Guro, dove grazie ad un progetto di un’organizzazione italiana indipendente “WeWorld”, responsabilità e mansioni vengono suddivisi in modo equo tra uomini e donne, compresa la parità di accesso, il controllo e l’utilizzo dei servizi e delle risorse. Significa avere accesso ad acqua pulita in ambienti sicuri, e tutto questo costituisce anche una fonte di ispirazione per le altre donne delle comunità. 

Bisogna rafforzare la governance e la capacità di gestione delle risorse idriche locali, con processi trasparenti e partecipativi per garantire l’uso sostenibile ed equo di tali risorse. Solo in questo modo si accresce il benessere comune e si contribuisce ad uno sviluppo più sostenibile. L’Acqua è un tema politico che richiede risposte concrete ed efficaci, non più rimandabili per la tutela in un ecosistema fin troppo compromesso!

ROSA MEGA

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