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Germano Casone e le sculture dedicate ai libri: l’arte che promuove la libertà di stampa e l’importanza della lettura

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Non sono un esperto di arte moderna ma questo non mi impedisce di poter ammirare opere che dopo un’attenta osservazione inducono a riflettere. Soprattutto quando testimoniano l’importanza fondamentale della Cultura in una società che sembra avere smarrito i valori di un tempo. L’occasione è scaturita da una visita alla mostra “Vernice art fire”, allestita presso il Palafiere di Forlì. Una manifestazione che ha registrato la presenza di 700 artisti provenienti da ogni regione d’Italia che hanno esposto opere di genere vario. Lo stand nel quale mi sono soffermato più a lungo è stato quello di Germano Casone, uno scultore che realizza le proprie opere nel suo laboratorio di Mede, in provincia di Pavia. L’Artista ha iniziato come grafico per poi dedicarsi ad ogni genere di arte figurativa, realizzando murales, dipingendo chiese, edicole e cappelle. Il passaggio dal disegno alla scultura è stato un qualcosa di ineludibile. Si è immerso in quest’arte, apprendendone la tecnica, come plasmare l’argilla, come ammorbidirla, come assoggettarla e trasformarla al suo piacere.

A Forlì ha esposto numerose opere in terracotta, non di grande formato (forse anche per superare le difficoltà di trasposto che comportano opere di grandi dimensioni) ma di enorme valore artistico e culturale. Le sculture di Casone hanno una forte connotazione etica e dimostrano che spesso la creazione artistica è fortemente correlata alla denuncia sociale. Attraverso la scultura o altre espressioni artistiche si possono trasmettere ed evidenziare le contraddizioni, i conflitti, le brutture e, al tempo stesso, dare anche risalto a ciò che è bello e positivo. In quest’ottica le sue opere invitano ad una rilettura critica di una realtà umana ed antropologica resa sempre più sfuggente dal dominio incontrastato della tecnica.

Un primo esempio del valore sociale è dato dall’opera Libertà di stampa” che (è bene ricordarlo) “non può essere soggetta ad autorizzazione o censure” in quanto garantita dall’articolo 21 della Costituzione. Un’opera, quella di Casone, che acquista particolare significato in un periodo in cui la stampa, oltre ad essere spesso e immeritatamente sotto accusa, subisce attacchi il più delle volte pretestuosi. Nelle sue opere sono costantemente presenti gli emarginati, gli esclusi, i diversi e i bambini. Particolarmente apprezzate le opere dedicate ai libri: vecchi volumi accatastati, consunti dal tempo che, anziché essere colpiti da una modernistica damnatio memoriae, formano un ponte immaginario che, si spera, possa essere attraversato dai più giovani. Proprio ai ragazzi e alle generazioni future l’Artista affida “le speranze e la soluzione ad ogni conflitto e ad ogni contraddizione in quel mondo fantastico che sapranno gestire”.

Ma perché realizzare opere dedicate ai libri? Per l’artista la colpa è del computer: “Ho un grosso debito con i libri e, più precisamente, con la lettura. La costante ricerca di immagini e la necessità di reperirle in tempi brevi mi ha avvicinato al computer con il conseguente abbandono della carta stampata. In questo modo penso di saldare il mio debito. Con l’augurio che le nuove generazioni non seguano il mio esempio ho inteso fare una sorta di campagna in favore del libro. Il tema da me trattato è rivolto alla precarietà che l’istruzione sta vivendo ormai da diversi anni. Tra le mie opere, posso citare “L’arte va sostenuta… con forza” rappresentata da una colonna di libri sostenuti e trattenuti con difficoltà dall’uomo perché non crolli. Quindi “La conquista del sapere”, un bimbo che cerca di scalare un’alta pila di libri per acquisirne il sapere. E ancora, “Un bambino che legge sarà un adulto che pensa”, un accumulo di libri accatastati disordinatamente diventa il rifugio del piccolo lettore”. Fin qui Germano Casone le cui opere sono visibili sul sito www.germanocasone.art .

Alle parole dell’Artista riteniamo opportuno aggiungere un’ulteriore considerazione: leggere un buon libro fa bene a tutti. Ai giornalisti che giustamente lottano per la libertà di stampa farebbe bene ancora di più perché, se non altro, consentirebbe di migliorare le competenze linguistiche, prerogative necessarie per esercitare al meglio una professione che richiede competenza, passione, impegno ma anche conoscenza. E la conoscenza deriva anche dalla lettura di buoni libri. Che insegnano a comprendere, ad approfondire, a riflettere, a pensare. Sono tantissime le opinioni in tal senso, a cominciare da quella dello scrittore argentino José Luis Borges.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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