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Padula, presentato l’ultimo lavoro di Biagio Russo “Victor Salvi, il signore delle arpe”

Di Giuseppe D’Amico

Presentato a Padula presso il laboratorio dell’artista Marisa Toscano l’ultimo lavoro di Biagio Russo, “Victor Salvi, il signore delle arpe”. A dialogare con l’Autore la padrona di casa e Francesco Ferrigno.

Quello proposto da Biagio Russo è un racconto sulla vita di Victor Salvi attingendo da elementi della sua vicenda, da Venezia a Viggiano; da Chicago a Piasco (in Piemonte). A corredo del volume, edito da Lavieri, le illustrazioni a pastelli impressionisti realizzati da Erika De Pietri.

Biagio Russo (V. Intervista), giornalista, ha lavorato come redattore editoriale e insegna materie letterarie. È stato direttore e vice presidente della Fondazione Leonardo Sinisgalli. Tra le sue pubblicazioni scientifiche ricordiamo Leonardo Sinisgalli e i bambini incisori (2018); Perché ridi? Curiosando nella comicità (2021); Il labirinto di Leonardo Sinisgalli (2022).

Nel libro la vita di Victor Salvi si intreccia con quelle di altri viggianesi che lasciarono il paese per cercare fortuna oltreoceano. In una sera di maggio del 2015 il novantacinquenne Victor, seduto nel museo dell’arpa di Piasco, in Piemonte, si specchia in una vetrina e si racconta: “Sento il desiderio di dare uno sguardo alla partitura della mia vita. Non l’ho mai fatto. Non ne ho mai avuto il tempo. La mia immagine è riflessa nella vetrina che ho di fronte. Mi farà compagnia questa notte. Proverò a raccontarmi a quell’uomo silenzioso che mi osserva, perché ho voglia di ascoltarmi. Di lasciare sospese nell’aria le note della mia voce. Chissà che qualcuno, un giorno, non le catturi! Mi rilassa respirare la penombra di questa grande sala, circondato da arpe che profumano di legno e di vernici. Tra una parola e l’altra mi giunge l’eco del silenzio. Vibra come una corda appena pizzicata, prima di riposarsi. Ho dedicato tutta la mia esistenza all’arpa, a questo strumento antichissimo. Quando penso che non c’è popolo che non ne abbia inventata una, che non c’è continente che non si sia svegliato senza, sento un fremito passeggiare lunga la schiena…” L’arpa è lo strumento che più di altri ha segnato la vita di tanti viggianesi.

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