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A Casalbuono l’incontro del Vescovo Padre Antonio De Luca con le Istituzioni. Ospite il poeta Davide Rondoni

Di Giuseppe Geppino D’Amico

È toccato all’Auditorium “Massimo Troisi” di Casalbuono ospitare il tradizionale incontro di fine anno voluto dal Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro per lo scambio degli auguri con Istituzioni, amministratori locali, forze dell’ordine, dirigenti scolastici e mondo del volontariato. Il tema della riflessione scelta (“L’eredità di San Francesco dopo 800 anni: il valore di una esperienza ancora attuale”) è stato affidato al poeta e scrittore Davide Rondoni.

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Ad aprire l’incontro sono stati il sindaco di Casalbuono, Carmine Adinolfi, che ha dato il benvenuto agli ospiti ed ha ringraziato il Vescovo per avere scelto il suo paese, e don Vincenzo Federico, organizzatore del convegno che “non è una circostanza formale ma una reale occasione di incontro. Ogni anno in occasione del Natale personalità del mondo della cultura, della società civile, della politica, della chiesa ci pongono dinanzi alle sfide che la complessità della contemporaneità ci fa vivere”. Quindi, ha presentato l’illustre relatore, recentemente insignito della presidenza del Comitato Nazionale nominato dal Governo in vista dell’ottavo centenario della morte di San Francesco, avvenuta il 3 ottobre 1226.

Celebrazioni ed eventi, studi, riflessioni e approfondimenti sono iniziati già in questo anno 2023 per concludersi nel 2026 e riguarderanno le stimmate che Francesco riceve. “Davide Rondoni -ha affermato don Vincenzo Federico– è un cattolico anarchico di rito Romagnolo come egli stesso scherzosamente si definisce”. È nato a Forlì ed è uno scrittore, autore di diverse pubblicazioni come “Salvare la poesia della vita”; è un uomo che appassiona, che conquista; è una umanità compiuta. Dirige la rivista “Clandestino”, che non è una rivista sovversiva bensì un lavoro di poesia contemporanea e critica letteraria. Rondoni ci fa incontrare questa sera un Francesco pienamente Uomo e veramente Santo, diverso dall’immaginario collettivo in cui è stato collocato. Un cristianesimo, quello di Francesco, non per flagellanti o sognatori ma l’affascinato, l’innamorato, il cantore della bellezza della vita. Davide Rondoni definisce Francesco “una deflagrazione di vita. Una vita dataci per desiderare, domandare Bellezza, Verità, Bontà, Giustizia, Pace e perfetta Letizia”.

Il relatore non ha deluso le attese proponendo importanti argomenti sui quali riflettere a cominciare dal difficile momento che la società sta vivendo a causa dei troppi femminicidi: “Purtroppo, troppo spesso si scambia l’amore con il possesso…Francesco è un grande Santo ma è anche un poeta, il cantore della bellezza come ci dimostra il Laudato si’, in cui esprime un legame fortissimo tra Creatore e creature che sono segno del Creatore. Quindi guarda al rapporto con Sorella Morte, scritta poco prima del decesso”.

Altri importanti argomenti trattati, il perdono e la natura: “In natura non esiste il perdono che, come l’arte, ce l’ha solo l’uomo e non la fanno gli algoritmi. Per quanto riguarda la natura c’è qualcosa che non ha ed è la libertà che è prerogativa dell’uomo. Però, attenzione all’ansia che può generare situazioni particolarmente negative”. A tal proposito ha ricordato un libro, quasi suggerendone la lettura, “L’età dell’ansia: gli Stati Uniti dal 1920 al 1941”, di Michael Parrish, dedicato al ventennio fra le due guerre, segnato prima dalla maggiore prosperità economica, poi dalla peggiore depressione. E allora, come si affronta la vita quando le cose non vanno bene? Con letizia? “Certo, ma la letizia è avere negli occhi il volto di Cristo”. Non poteva mancare una riflessione sulla povertà dalla quale sono nate le banche e i monti dei pegni. Sembra un’affermazione fuori luogo ma non lo è affatto. Perché proprio dall’ordine fondato dal Santo di Assisi prenderà avvio il primo sistema creditizio d’Europa. Ma cosa c’entra il santo che fece una radicale scelta di povertà con chi di professione maneggia denaro? Non dobbiamo dimenticare che Francesco era figlio di un ricco mercante e che per il primo periodo della sua vita aveva seguito le orme del padre. Quindi, conosceva bene il know how degli scambi commerciali. Nell’eredità del santo di Assisi ci sono due entità opposte perché se da un lato pensò alle prime attività di credito per aiutare i poveri, dall’altro diffuse il valore sociale della gratuità. Nella società di oggi molto importante è il rapporto tra Oriente e Occidente: “Il Cristianesimo -ha affermato- viene da Oriente e l’Italia è il ponte tra due culture che devono colloquiare. Certi valori vengono da Oriente e l’esperienza del Monachesimo fa sì che il sultano accolga Francesco”. L’ultima riflessione è stata riservata ai totalitarismi: “Comunismo e Fascismo avevano promesso il Paradiso in terra e, quindi, la felicità, ma chi dice che è felice è un cretino”.

A conclusione del convegno l’intervento del Vescovo, Padre Antonio De Luca, delegato regionale per i Migranti, che ha illustrato i contenuti del Dossier, scaturito dall’analisi dei report delle 19 diocesi, raccolti dai Centri di Ascolto, dai quali sono emerse nuove forme di povertà che si sommano a quelle già raccontate in precedenza. Diversi gli argomenti trattati: levittime delle guerre; il lavoro che manca, i giovani che emigrano. Facendo esplicito riferimento agli ultimi due argomenti. Tra le piaghe ancora aperte ci sono il lavoro e l’emigrazione giovanile. “Un lavoro che non solo manca, con tassi di occupazione da anni sempre tra i più bassi in Italia, ma che vede tante ingiustizie sociali perpetrarsi di continuo. Da una retribuzione non commisurata al lavoro svolto per cui sempre più spesso si deve parlare di lavoro povero, alla precarietà, al lavoro nero, alle tante vittime di incidenti sul lavoro a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza. Per non parlare infine delle enormi differenze retributive e di possibilità di impiego che vedono le donne fortemente discriminate rispetto agli uomini”. C’è poi la fuga dei cervelli: “i giovani della Campania, soprattutto coloro che hanno un livello di istruzione medio-alto, rispondono andando via in cerca di un futuro migliore. In crescita anche il numero dei NEET, i giovani dai 15 ai 34 anni che non studiano, non lavorano e non fanno formazione. Così la popolazione della Campania ogni anno continua a diminuire”.

Ai Centri ascolto e alla Caritas si rivolgono sia italiani che stranieri e al primo posto delle richieste dei poveri figura il cibo: pacchi viveri, empori solidali e sussidi per l’acquisto di alimenti, anche per neonati nel caso dei migranti,poi ancora interventi di carattere sanitario, visite mediche, in particolare, sostegno per pagare l’affitto della casa e le bollette. Le richieste dei migranti riguardano anche la distribuzione del vestiario e l’uso di servizi per igiene personale, come bagni e docce. Nel 2022 le persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto della Caritas sono state 11.099 rispetto alle 8.666 dell’anno precedente. A preoccupare ulteriormente è l’incremento che si registra anche nel primo semestre 2023: rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è del 32,6 per cento.

Un’ulteriore preoccupazione emerge da fatto che rispetto alle altre regioni italiane, la Campania presenta l’incremento maggiore rispetto al dato nazionale che è pressoché stabile. Dalla lettura del dossier, scaturito dall’incrocio dei dati della Caritas con quelli dell’Istat, emerge che “la Campania è una delle regioni maggiormente colpite dalla povertà economica, educativa e sanitaria”. Il futuro non è roseo; bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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