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Con-Tatto – Un Commissariato nel Vallo di Diano? Richiesto da 30 anni, mai istituito: non per tutti c’è emergenza

By Giuseppe Geppino D’Amico

La chiusura del Tribunale di Sala Consilina? “Una questione politica”. L’istituzione di un Commissariato di Polizia? “Vedremo. Nel Vallo di Diano non c’è un’emergenza ma un fenomeno da attenzionare. Comunque, la decisione spetta al Ministro dell’Interno”. Queste in rapida sintesi le risposte date alla stampa dal Prefetto di Salerno, Francesco Russo, al termine dell’incontro con i sindaci del Vallo di Diano a Padula, presso la sede della Comunità Montana.

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Il prefetto di Salerno, Francesco Russo, il questore Giancarlo Conticchio, unitamente al Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Filippo Melchiorre, al capitano della compagnia di Sala Consilina, Roberto Bertini, ed al comandante provinciale della Guardia di Finanza, Oriol De Luca, hanno incontrato presso la sede della Comunità Montana a Padula, i sindaci del territorio. Nel corso della riunione sono stati esaminati gli episodi di microcriminalità che da alcuni mesi destano allarme tra la popolazione, tra cui i furti nelle abitazioni in presenza dei residenti. Vi è stata convergenza nell’individuare le attività da mettere in campo da parte delle forze di polizia, per dare una immediata risposta alle preoccupazioni di cittadini e amministratori locali. Le azioni che verranno spiegate coinvolgeranno, attraverso servizi straordinari, anche la polizia locale. Inoltre, verranno immediatamente attenzionati ed intensificati, da parte della Questura, i controlli verso i cittadini extracomunitari irregolari e soprattutto le misure di prevenzione nei confronti dei soggetti che non hanno titolo per permanere nelle località in cui si sono verificati i reati. Per quanto riguarda la riapertura del Tribunale e l’istituzione del Commissariato di Polizia la risposta del prefetto è stata quella che abbiamo sintetizzato all’inizio.

Alla luce dei risultati dell’incontro di Padula vogliamo proporre all’attenzione di tutti alcuni articoli di giornale che non sono stati scritti ieri, un mese o un anno fa, bensì nel 1991. Gli argomenti sono gli stessi dei quali, purtroppo, ancora oggi si discute nel Vallo di Diano: tribunale, aumento della criminalità comune, infiltrazioni della criminalità malavitosa, usura, richiesta di un commissariato di polizia, potenziamento degli organici delle forze dell’ordine. Sono quelli gli anni in cui l’oasi felice Vallo di Diano comincia a sgretolarsi.

Tutto ha inizio nella seconda metà degli anni ’70 quando presunti esponenti di organizzazioni malavitose della Campania e della Calabria vengono inviati in soggiorno obbligato nel Vallo di Diano dove, mi sia consentita l’espressione, cominciano a fare doposcuola ad alcuni giovani del territorio, attratti dalla possibilità di facili guadagni. I comuni sono costretti per legge ad ospitarli per cui il territorio viene a trovarsi al centro tra la Camorra a nord e la ‘Ndrangheta a sud, senza dimenticare possibili infiltrazioni malavitose provenienti dalla Puglia che arriveranno in seguito.

Arriviamo al gennaio del 1991 quando, nel corso della tradizionale cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Salerno, Mario Ranieri, riporta quanto riferitogli dal Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Sala Consilina, Domenico Santacroce: “Il Vallo di Diano è interessato da infiltrazioni pericolose provenienti dalle zone limitrofe, in particolare dalla Piana del Sele, ritenuta una delle roccaforti del clan di Raffaele Cutolo. Il rischio esiste e non va sottovalutato”. Al grido d’allarme del Procuratore Generale si associa il Prefetto di Salerno, Corrado Catenacci, il quale afferma: “Da più parti è stata evidenziata la necessità di istituire un Commissariato di PS nel Vallo di Diano, una zona fino a qualche anno fa alquanto tranquilla e che negli ultimi mesi è stata investita da un’ondata di criminalità senza precedenti”. Anche il Siulp si dice favorevole alla richiesta; anzi, il sindacalista Domenico Cavallone ricorda che già cinque anni prima il sindacato di polizia aveva chiesto più uomini, più mezzi e l’istituzione di un Commissariato a Mercato San Severino e a Sala Consilina.

Nel febbraio successivo un’inchiesta di Fabrizio Feo per il Giornale di Napoli parla di Business-scorie e affaccia l’ombra nei nostri territori della ‘Ndrangheta, i cui boss già da alcuni anni trascorrevano periodi di latitanza nella parte meridionale della provincia di Salerno, a pochi chilometri dai loro territori. In tema di usura va ricordato che nel Vallo di Diano, nel 1991, il direttore della Caritas Diocesana, don Andrea Laregina, avvertiva il problema e dava vita ad un fondo antiusura. Nel 1996 nasceva la Fondazione Nashak Reintegrazione Sociale e, a seguito di un accordo con il Direttore Generale della BCC Monte Pruno di Roscigno, Michele Albanese, partiva il progetto “Fenus Leve” (interesse leggero).

Già allora, e non solo per la presenza dell’usura, la situazione giustificava l’istituzione di un Commissariato di Polizia. Certo, le cifre degli avvenimenti delittuosi erano inferiori rispetto ad altre zone più densamente popolate, ma la spia era accesa. Va ricordato che all’epoca nel Vallo di Diano, zona cerniera tra la Campania e la Calabria, erano impegnati un centinaio di carabinieri presso la Compagnia di Sala Consilina, 30 poliziotti con competenze anche sul tratto autostradale Eboli-Cosenza e 20 uomini presso la Guardia di Finanza. Forze dell’Ordine che comunque hanno svolto, e continuano a svolgere un lavoro encomiabile nonostante una riduzione degli organici. Arriviamo al presente: purtroppo, mentre i pericoli aumentano e il territorio chiede maggiore protezione, la giustizia cambia volto: nel 2013 per decisione del duo Severino-Birritteri chiude il Tribunale di Sala Consilina e qualche anno la stessa sorte tocca alla Casa Circondariale.

Quello che vi mostriamo è un articolo pubblicato sul Giornale di Napoli il 25 maggio del 1986 relativo alla commemorazione del prof. Alfredo De Marsico quando, a un anno dalla scomparsa, il Comune di Sala Consilina dedicava al grande Maestro del Diritto la via dove stava sorgendo il nuovo Palazzo di Giustizia. Da allora sono trascorsi trentasei anni. Cicerone avrebbe detto “O tempora, o mores”! che vista la situazione di oggi, possiamo liberamente tradurre: “altri tempi, altri uomini”! Ovviamente, con le dovute scuse a Cicerone.

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