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È custodito a Sanza il “tesoro” di padre Angelo da Maiori: l’ultima “grazia” del Beato qualche mese fa – Lorenzo Peluso per Vallo Più

Di Lorenzo Peluso

Il pozzo dei miracoli è lì, ad indicare il luogo dove è custodito il “tesoro di padre Angelo da Maiori” da oltre tre secoli. L’antico Monastero di Santa Maria la Stella, più recentemente di San Francesco, è datato 1610. Qui visse ed operò, qui si annoverano i miracoli che lo portarono alla beatificazione, il frate arrivato dalla Costiera amalfitana.

Padre-Angelo-da-Maiori

Padre Angelo da Maiori (al secolo Gaetano Riccio) era nato infatti a Maiori il 10 maggio 1670. Frate francescano dei Minori Osservanti, in questo convento praticò l’amore fraterno e l’umiltà, favorendo il sacramento della confessione. Morì proprio a Sanza il 12 novembre 1738.

Le spoglie di Padre Angelo da Maiori

Le sue spoglie mortali riposano infatti in una cripta all’interno della chiesa. Una storia complessa ed affascinate quella del francescano povero che amava i diseredati. La gente del posto ha tramandato il racconto che alla sua morte, qualche giorno dopo, dal sepolcro dove era stato tumulato iniziò a sgorgare una fonte di acqua miracolosa, che apportava giovamento fisico e spirituale. Si racconta che il pane lavorato in casa dalle massaie con quest’acqua, non ammuffiva mai.

Le sue orazioni erano attese dalla gente che accorreva numerosa in convento per ascoltarlo. A Sanza era arrivato per fare l’eremita, invece divenne il fulcro spirituale di un popolo al quale lui si dedicava nell’assistere i sofferenti e moribondi.

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L’antico pozzo dove pregava Padre Angelo da Maiori

Si raccontano, nella tradizione popolare, episodi straordinari della sua vita. Oggi l’area del chiostro dell’antico convento dove lui pregava e amava restare in meditazione, ha cambiato quasi del tutto le sue sembianze, tuttavia si conserva l’antico pozzo e soprattutto, grazie alla decisione straordinaria assunta dalla Soprintendenza ai beni culturali di Salerno nei primi anni 2000, a seguito delle attività di restauro dell’antico convento, l’arnia naturale, incastonata delle mura del convento, di una meravigliosa colonia di api. Api, si.

L’arnia

In sostanza, nell’effettuare i lavori di recupero della facciata in pietra del convento, si scoprì all’interno di un’intercapedine, un’arnia di dimensioni eccezionali, stratificatasi tra le pietre e la calce, un vero e proprio reticolo all’interno delle mura, custodita ed alimentata da migliaia di api operose. Centinaia di favi che contengono quintali di miele custodito come un vero e proprio “tesoro” inaccessibile.

Padre-Angelo-da-Maiori

Sull’angolo ovest della facciata dell’antico convento, proprio sopra il pozzo, è ben visibile l’accesso all’arnia, composto da due diverse aperture custodite da coppi in terracotta, che furono posti li dai mastri scalpellini per salvaguardare l’arnia.

La scelta operata dagli architetti della Soprintendenza, di custodire e salvaguardare quel prezioso segno del Creato in quelle antiche mura, si è rivelata essere saggia e opportuna.

Basterà sedersi sui gradini dell’antica Croce di Pietra posta dinanzi l’antico convento, per assistere ad uno spettacolo incredibile, quelle migliaia di api laboriose che raccolgono il polline dei fiori di lavanda rigogliosa a qualche decina di metri e poi in volo, entrano ed escono dalla loro casa, senza sosta.

Proprio sul fianco dell’arnia, nelle stesse mura, è ricavato l’antico sarcofago che custodisce le spoglie del Beato padre Angelo da Maiori. Il Servo di Dio miracoloso, a lui è ascrivibile la documentata guarigione dalla lebbra del sanzese Cesare Barzelloni, dopo aver bevuto l’acqua prodigiosa.

Il miracolo

Più recentemente, qualche mese fa, la guarigione miracolosa di un uomo a cui era stata diagnosticata una grave malattia vascolare. Nelle carte del processo di canonizzazione in corso si legge che una parente, originaria di Sanza, con fedele devozione al Servo di Dio ne aveva chiesto la guarigione.

Dopo poche ore, nell’incredulità dei medici che non hanno saputo spiegare l’accaduto, l’uomo è guarito. Qualche giorno dopo al parroco di Sanza è arrivato dalla famiglia un ex voto “per grazia ricevuta”. Intanto, nel vecchio chiostro del convento francescano, due piante d’ulivo contornano l’antico pozzo dei miracoli che sembra essere lì per indicare il luogo dove è custodito il “tesoro di padre Angelo da Maiori” da oltre tre secoli.

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