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Francesco Antonio Valente: uno scienziato originario di Padula lavorò a fianco ad Oppenheimer nel “Manhattan Project”

Francesco Antonio Valente

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Robert Oppenheimer, chi era costui? Era uno scienziato diventato famoso nel mondo per aver guidato il Progetto Manhattan che sviluppò la bomba atomica per gli Stati Uniti d’America durante la Seconda Guerra Mondiale

L’incarico per dare vita al programma nucleare gli fu affidato nel 1942 dal Generale Groves. In un regime di estrema segretezza Oppenheimer ed i suoi collaboratori risolsero i problemi posti dal progetto battezzato Manhattan Project con la rapidità e l’ansia di arrivare per primi, soprattutto rispetto ad Hitler.

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Il 16 luglio 1945 alle 5.30 del mattino nel cielo di una località desertica del New Messico, chiamata Trinity dallo stesso Oppenheimer, si alzava il fungo nero generato dallo scoppio della prima bomba atomica. Meno di un mese dopo, alle ore 8:16 del 6 agosto l’Aeronautica militare statunitense lanciò la bomba atomica “Little boy” sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell’ordigno “Fat Man” su Nagasaki

Il numero delle vittime dirette è stimato da 100.000 a 200.000, quasi esclusivamente civili. Può sembrare incredibile ma Oppenheimer seppe dalla radio che la bomba era stata effettivamente sganciata su Hiroshima. Il doppio dramma mise in crisi lo scienziato che si oppose al progetto di Edward Teller che a Los Alamos stava studiando un ordigno ancora più terrificante, la bomba termonucleare all’idrogeno ricordandogli che già “i fisici avevano conosciuto il peccato”.

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Dopo la Seconda Guerra Mondiale Oppenheimer continuò i suoi studi ma nel 1954 fu etichettato come comunista per la sua affiliazione a più gruppi e fu sollevato dal servizio dal governo federale. Continuò a dare il suo contributo alla scienza come insegnante e fisico teorico. 

Ha ricevuto tre nomination al Premio Nobel per la fisicadal 1946 al 1967, anche se non ne ha mai vinto uno prima della sua morte, avvenuta nel 1967.

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Perché ricordare oggi Robert Oppenheimer? Perché il suo nome è tornato di prepotente attualità per l’uscita nelle sale cinematografiche americane del film girato dal regista Christopher Nolan che arriverà nelle sale cinematografiche italiane ad agosto. 

Oppenheimer, questo il titolo del film, è un adattamento del libro American Prometheus: Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Martin Sherwin e Kai Bird e ricostruisce la storia e la vicenda di J. Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica, uomo definito carismatico, irrequieto, interpretato con straordinaria intensità da Cillian Murphy.

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Diede agli esseri umani il potere di autodistruggersi e notoriamente proclamò “Sono diventato Morte, il distruttore di mondi”, frase tratta del testo sacro hindu «Bhagavad Gita».

Nella corsa avviata contro i nazisti per la creazione della bomba, gli americani “sapevano che c’era una minuscola possibilità che premendo il bottone avrebbero letteralmente distrutto il mondo, eppure lo premono lo stesso”, ha affermato Nolan al termine della prima del film.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale Oppenheimer è stato presidente della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti, dove ha lavorato per rallentare la corsa agli armamenti nucleari in via di sviluppo con l’Unione Sovietica.

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Perché dedicare oggi un articolo su vallopiù.it a Robert Oppenheimer? Perché nella squadra degli scienziati che collaborarono con lui figurava Francesco (Frank) Antonio Valente. 

Scienziato, fisico, matematico, nato a Padula il 22 gennaio 1898, il piccolo Valente emigrò nel 1902 a New York con il padre Angelo e la madre Rosina.

Gli studi

 Il cammino oltreoceano di Frank fu duro e difficile, incontrando diverse difficoltà durante il proprio percorso di studi causate dalla condizione di immigrato che gli offrirono diversi svantaggi: diversa nazionalità, discriminazione, difficoltà di pronuncia della lingua, situazioni che lo posero in uno stato di inferiorità rispetto ai figli degli americani.

Iscrittosi alla High School di Paterson, completò gli studi di Chimica nel 1922 e di Fisica nel ’24. Fino al 1939, anno in cui ottenne il dottorato in Fisica Nucleare, concentrò tutte le sue attenzioni alla ricerca dell’atomo.

La carriera di Francesco Antonio Valente

La sua fu una carriera brillante: le migliori università americane se lo contesero come professore e ricercatore. Era diventato un uomo di scienza di prestigio nazionale.

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Francesco Antonio Valente e Robert Oppenheimer

Insegnò al Rensselaer Polytechnic Institute e ad esso, come ultima volontà, volle lasciare gran parte delle sue sostanze, poiché lì aveva speso le sue migliori energie consumate in anni di assiduo studio sull’energia nucleare. Infatti, alla sua morte, aveva decretato per testamento che quanto egli lasciava dovesse essere impegnato nell’aiutare uomini di ingegno capaci di far progredire gli studi sulla Fisica e sul Nucleare.

Negli ultimi anni della sua vita Frank Valente insegnò alla Seattle University, né conobbe mai pensione: usciva da casa alle sette e trenta del mattino e, prendendo ben due autobus, raggiungeva il suo ufficio all’università per programmare le lezioni. Quando morì, il 27 gennaio 1984, era ancora intento a completare ricerche ed esperimenti.

Il ritorno a Padula

Agli inizi degli anni ‘80 tornò a Padula per rivedere il paese in cui era nato e dal quale era partito con la famiglia per gli Stati Uniti. Solo dopo la sua morte a Padula si conobbe la sua vera storia e il ruolo che aveva avuto nel Progetto Manhattan. Lasciò, infatti, una sostanziosa borsa di studio per consentire ai migliori alunni del Liceo Scientifico “Carlo Pisacane” di studiare in America. Ma di questo parleremo in un prossimo articolo. 

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Francesco Antonio Valente

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