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Guerra e informazione: per Antonio Manzo si può fare un buon giornalismo

V edizione premio Lamberti Sorrentino a Sala Consilina il 17 e 18 giugno 2023

di ANTONIO MANZO

All’indomani del convegno sul tema Al fronte in Europa-Il racconto-La responsabilità, che si è tenuto a Sala Consilina nell’ambito della V edizione del Premio Lamberti Sorrentino-Cronista di guerra, (v. articolo pubblicato a parte) abbiamo chiesto un intervento al giornalista Antonio Manzo, già inviato speciale del quotidiano Il Mattino di Napoli.

È ancora possibile fare del buon giornalismo? Sì, è ancora possibile fare buon giornalismo per riscattare i tempi bui della editoria. La domanda, tutt’altro che irrituale, è stata posta qualche anno fa nel titolo di un libro di Domenico Quirico noto inviato di guerra del giornale la Stampa.

La risposta arriva da Sala Consilina dove sabato scorso è stato assegnato il premio alla memoria del giornalista Lamberti Sorrentino. Già inviato di guerra a tra gli anni Quaranta e Sessanta per i settimanali Il Tempo e Epoca. È ancora possibile il buon giornalismo.

LAMBERTI SORRENTINO
giornalista inviato di guerra originario di Sala Consilina (SA)

L’indizio di una risposta positiva è stato offerto alla fine di un ricco dibattito animato dalle autorevoli testimonianze di quattro inviati di guerra cioè giornalisti che, zaino in spalla, partono alla ricerca del drammatico racconto nei punti di nevralgici del continente in guerra.

Alla domanda hanno risposto la professionalità di Carmen Lasorella, già giornalista e inviata di guerra Rai, Alberto Negri del Sole 24 Ore, Marta Serafini del Corriere della Sera Gianmarco Sicuro, inviato del Tg 2, Gabriella Simoni de Il Giornale.

ANTONIO MANZO e MARTA SERAFINI
giornalisti

L’occasione è stata offerta dal conferimento del premio intitolato alla memoria di Lamberti Sorrentino, nato a Sala Consilina, grazie all’iniziativa che, da anni, prende corpo grazie alla intelligente inventiva di Angelo Paladino (mosse i primi passi organizzativi con l’aiuto determinante di Vittorio Dell’Uva inviato speciale e cronista di guerra de Il Mattino) e del Lions Club Vallo di Diano, guidato da Rosy Pepe.

Il premio è stato assegnato quest’anno per il settore radiotelevisivo ad Andrea Purgatori, giornalista e conduttore della trasmissione La 7, per decenni inviato speciale del Corriere della Sera, e per la carta stampata a Marta Serafini inviato speciale del Corriere della Sera sul fronte ucraino-russo. Le loro testimonianze hanno offerto l’utilità ancora del giornalismo soprattutto nel racconto della drammatica scena mondiale dei conflitti bellici, purtroppo in aumento.

L’esperienza professionale dei partecipanti ha messo in risalto non solo la grande passione per il giornalismo ma anche la necessità della difesa di uno strumento di informazione che affida allo strumento della commozione e della memoria vissuta sul campo.

Il premio ha visto la partecipazione negli anni delle più autorevoli firme del giornalismo impegnato nel racconto dei fronti di guerra da Ettore Mo a Vittorio Dell’Uva da Mimmo Candito a Toni Capuozzo.

La lezione di Sala Consilina ha testimoniato che i giornalisti debbono reimparare a scrivere perché sono, a volte, dei falsi frondisti dei convegni che celebrano la inevitabile morte del giornalismo, spesso segnato dalla voglia spettacolare del cambiare tutto per non cambiare nulla. I Giornalisti diventano così protagonisti del racconto di un notabilato iscritto al registro di onore dello stipendio fisso.

A Sala Consilina ogni anno si respira giornalismo vero anche quest’anno in nome del ricordo di Lamberto Sorrentino. Guidati da Carmen Lasorella è arrivata la lezione che è ancora possibile fare del buon giornalismo.

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