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Immenso Roberto Vecchioni al Palasele di Eboli, lezione di musica e parole (VIDEO): “Mai rinunciare ai sogni”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

È uno di quei concerti del quale in futuro chi era presente potrà ricordarlo dicendo “Io c’ero”. Il concerto è quello tenuto da Roberto Vecchioni al Palasele di Eboli nell’ambito della manifestazione “La Primavera dei sogni”, voluta e organizzata dalla Banca Campania Centro di Battipaglia. Uno spettacolo all’insegna della cultura, della musica e dell’arte che ha entusiasmato gli oltre 4.000 presenti. Non è stato un semplice concerto.

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Al Palasele il “Professore” Roberto Vecchioni, docente emerito di materie classiche nei Licei, ha tenuto una vera e propria lezione non solo di musica ma anche di storia, filosofia, latino e greco, letteratura, pittura il tutto condito di citazioni dotte. Non a caso ha iniziato proprio dalle origini di Eboli che, come Paestum, fu fondata dai Dori, a differenza di Velia. La musica, poi, è stato il collante di un percorso sonoro che per quasi due ore ha tenuto tutti con il cuore sospeso tra emozioni e ricordi.

“La Primavera dei sogni” -ha spiegato dal palco all’inizio del concerto il presidente della Banca, Camillo Catarozzo, che ha voluto la manifestazione insieme al direttore generale Fausto Salvati e al presidente della Fondazione della Banca, Federico Del Grosso– è un titolo per noi significativo. La pandemia ci ha tolto gran parte della capacità di sognare. Per avere la mente libera dobbiamo tornare a sognare. Dobbiamo stimolare i giovani che nella nostra banca sono circa duemila, ma allo stesso tempo dobbiamo rimanere con i piedi per terra, attenti a quello che ci accade intorno. Siamo e saremo vicini a tutto quello che è necessario per la cultura, per il territorio, per lo sviluppo delle idee, usando tutti i mezzi possibili per arginare l’emigrazione dei nostri cervelli”.

A presentare la serata, c’era l’attore e conduttore televisivo Rai, Pino Strabioli, uno dei personaggi del mondo televisivo più apprezzati per la sua bravura e per la sua simpatia, che ha condotto recentemente, sui Rai2, StraMorgan. Di notevole spessore artistico il monologo proposto dall’attrice Pia Lanciotti, originaria di Battipaglia, interprete di moltissimi film e fiction televisive, oggi uno dei più apprezzati volti televisivi della Rai, tra i protagonisti di “Mare fuori” e “Sopravvissuti”.

GUARDA IL VIDEO CON L’INTERVISTA A PIA LANCIOTTI:

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La sua formazione è riflesso della sua bravura; è stata allieva della Scuola di Teatro di Giorgio Strehler ed ha studiato in workshop internazionali diretti da Declan Donnellan, Bruce Meyers e Jan Simmons.

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Roberto Vecchioni ha raccontato un pezzo di storia della musica italiana e, rivolgendosi ai tanti studenti e giovani presenti, ha lanciato un importante messaggio: “bisogna credere nei sogni”. Lo ha fatto anche nel corso della conferenza stampa prima del concerto il cui tema conduttore era proprio legato ai sogni: “Il sogno è un principio fondamentale della vita umana. È una funzione essenziale della vita e della mente umana. Bisogna provarci e mai arrendersi perché quando un sogno si spezza ne arriva un altro. È un continuo rincorrere…Personalmente posso dire di avere realizzato solo il 10 per cento dei miei sogni. Non lo dico per piaggeria ma il 90 per cento dei miei sogni è per gli altri e non per me”. Rispondendo alla domanda se i ragazzi di oggi possono ancora sognare ha ricordato che “tutte le generazioni hanno avuto problemi. La nostra generazione è stata consumata …dal consumo, da una battaglia frenetica. È importante avere calma, non sperperare; avere fiducia nelle proprie capacità ma, soprattutto, è importante avere una cultura perché quando hai cultura hai tutti i mezzi per arrivare prima e per difenderti dalle avversità, dagli errori, dagli orrori, dalle ingiustizie perché la cultura ti dà libertà”.

A un professore non si poteva non chiedere un’opinione sull’uso che viene fatto delle parole. Anche in questo caso la risposta è stata decisa: “È un uso orripilante forse perché oggi non servono; basta un gesto, però si perdono le emozioni perché le parole sono emozioni”.

Ultimo argomento lo scudetto del Napoli: un tifoso interista può essere contento? “Certamente. Sono figlio di un napoletano e Napoli è la mia gioventù. È una città meravigliosa dove anche i difetti sono tipici. Bisogna aiutare Napoli a farla sognare perché se la lasciamo al suo destino non va bene. È una città d’arte tra le più belle d’Italia e non tutti lo sanno”.

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Come cantante Roberto Vecchioni non ha bisogno di presentazioni particolari. Il successo arriva nel 1977 con l’album “Samarcanda” cui fanno seguito più di venti album e altrettante raccolte con oltre 8 milioni di copie vendute. Nel 1992 il brano “Voglio una donna” vince al Festivalbar il premio riservato alla canzone più ascoltata dell’anno. Nella sua lunga carriera il cantautore lombardo (di origini campane) ha seguito diversi generi musicali, compresa la canzone classica napoletana. Nel 2007 torna al genere pop con il bellissimo “Di rabbia e di stelle” (Disco D’Oro). Nel 2009 propone le sue canzoni riarrangiate per pianoforte e quintetto d’archi, esibendosi anche in versi recitati su musiche di Chajkowskij, Puccini, Rachmaninoff in numerosi teatri e cattedrali italiane. Da questa esperienza nasce lo splendido album “In Cantus”. Nel 2011 partecipa e vince il Festival di Sanremo con la canzone “Chiamami ancora amore” che dà il titolo all’omonimo album. In quell’occasione vince anche il premio “Mia Martini” della critica e quello della sala stampa. Roberto Vecchioni ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali si ricordano il Premio Tenco (1983) e il Festivalbar (1992). Ha da poco concluso “La vita che si ama Tour” che racchiude frammenti della memoria in 45 anni di canzoni, da quelle meno consuete come “Stelle” e “Figlio, figlio, figlio” a “Sogna ragazzo sogna”. Attualmente è docente di Forme di poesia in musica presso l’Università di Pavia e membro della Giuria dei Letterati del Premio Campiello. Vecchioni è anche autore di saggi, recensioni letterarie e collabora con articoli di fondo per i più autorevoli giornali nazionali.

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