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Di Pari Passo – “Il Teorema di Margherita” e il soffitto di cristallo

DI ROSA MEGA

È in arrivo nella sale cinematografiche italiane il film francese “Il teorema di Margherita”,che raccontala passione-ossessione di una ragazza per gli studi matematici, da sempre considerati appannaggio di menti geniali ma aridi e privi di emozioni. È un film intenso, interpretato dalla talentuosa attrice svizzera Ella Rumpf, che si è aggiudicata il “César” (l’Oscar francese) come miglior rivelazione femminile. La pellicola si apre con il racconto del dottorato di Margherita nella prestigiosa Scuola Normale Superiore di Parigi, dove è entrata in odore di mente matematica pura. Quando tutto sembra volgere al meglio, in un’aula gremita all’inverosimile, Margherita è pronta per la dimostrazione del Teorema di Goldbach cui lavora ossessivamente da anni e considerato ancora oggi una meta agognata da ogni matematico. Durante la dimostrazione, tuttavia, un ragazzo evidenzia un errore nel procedimento, confutandone così la tesi.

Il mondo di Margherita, quel mondo così logico e perfetto in cui tutto sembrava avere una giusta collocazione, d’improvviso crolla: il suo entourage che l’aveva sempre osannata prende le distanze, il professore dal quale si aspettava una comprensione paterna (ma che in realtà è cinico e perverso, e pronto ad appropriarsi delle ricerche dei suoi allievi) la tradisce. In preda allo sconforto la protagonista decide di abbandonare la brillante accademia per dare spazio al lato più intimo di sé, che aveva sempre tenuto al riparo: inizia così un nuovo percorso, a tratti buffo e romantico, nella vita reale e difficile e che le farà scoprire un utilizzo diverso della sua mente matematica. Margherita, infatti, per guadagnare e rendersi indipendente, scoprirà di essere molto abile nel mah-jong, un gioco d’azzardo simile al poker e nel quale i matematici eccellono. 

Le pellicole su personalità geniali della scienza non si contano ma quelle con protagonista una donna sono rare. Questo film pone questioni importanti, sulle quali vale la pena di riflettere: la riappropriazione di ruoli che la consuetudine attribuisce agli uomini e il maschilismo dell’Accademia.

La matematica spesso è un campo ultra-competitivo: i ricercatori sanno di appartenere ad una élite, isolati in un mondo incomprensibile per gli altri. Le cose si complicano quando ad entrare in gioco è una donna, a dimostrazione di quanto sia difficile ancora oggi infrangere il “soffitto di cristallo”. Le ragazze che intraprendono una carriera scientifica, inoltre, mostrano spesso un’altra caratteristica indicata con il nome di “leaky pipeline” (cioè, “fenomeno del tubo che perde”). Una metafora che rappresenta come le donne “gocciolino” via e si perdano man mano che si avvicinano alle posizioni apicali.

 Ciò che colpisce in questo film è anche la capacità di raccontare la bellezza della matematica, la sua eleganza, la sua arte: risolvere un teorema è paragonabile alla progettazione di un palazzo, alla pittura di un affresco, alla lettura di un buon libro. Vedere storie come questa, per usare le parole del Premio Nobel Rita Levi Montalcini “è un modo per confutare il pregiudizio che le donne siano per natura meno abili e meno geniali degli uomini”. Rappresentano, invece, fari luminosi nel cammino della vita. ROSA MEGA

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