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Tribunale di Sala Consilina, giochi riaperti? Al Teatro Scarpetta un Consiglio Comunale straordinario per rilanciare le iniziative

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Consiglio Comunale straordinario a Sala Consilina, aperto ai sindaci, ai politici e alle associazioni del Vallo di Diano. All’ordine del giorno un solo argomento: “Revisione geografia giudiziaria: voti al Ministero della Giustizia per la riapertura del Tribunale di Sala Consilina” per ribadire la richiesta di riapertura del Tribunale di Sala Consilina, inopinatamente chiuso nel 2013 dal duo Severino-Birritteri, rispettivamente Ministro della Giustizia e Direttore Generale dello stesso Ministero. Con i due decreti legislativi nn. 155 e 156 del 2012, il Governo tecnico allora guidato dal professore Mario Monti, ritenendo di poter ridurre la spesa e migliorare l’efficienza del sistema giustizia, dava attuazione alla delega conferitagli dalla legge n. 148 del 2011 per la revisione della geografia giudiziaria con la finalità di realizzare risparmi di spesa ed incremento di efficienza. Il decreto n. 155 disponeva la revisione delle circoscrizioni giudiziarie dettando la nuova organizzazione degli uffici giudiziari di primo grado sopprimendo 33 tribunali (tre in Campania)e 27 Procure della Repubblica.

Oggi abbiamo la certezza che i risultati sperati non ci sono stati e che il rimedio si è dimostrato peggiore del male che si voleva rimuovere: nessun risparmio e nessun miglioramento della macchina della Giustizia che, al contrario, si è notevolmente ingolfata. Non lo diciamo noi ma lo ha affermato un mese fa il ministro della Giustizia in carica, l’ex magistrato Carlo Nordio, nel corso di un question time alla Camera in risposta a una interrogazione del deputato di Forza Italia, Roberto Bagnasco, sul tema dellariforma della geografia giudiziaria del 2012: “È intenzione di questo Ministero e di questo Governo -questo il Nordio-pensiero-  riconsiderare una serie di riduzioni che sono state fatte” ed ha definito “giustificate le preoccupazioni legate alla riduzione della giustizia di prossimità. È all’esame la possibile riapertura di sedi giudiziarie già soppresse anche con eventuale rimodulazione delle relative competenze territoriali”.

Nel corso dell’incontro, dopo l’ampia relazione introduttiva del sindaco, Francesco Cavallone, che ha analizzato la situazione e illustrato le motivazioni dell’incontro, si sono succeduti numerosi interventi: i consiglieri comunali Mimmo Cartolano, Luigi Giordano, il presidente del Consiglio dell’Ordine egli Avvocati del foro di Lagonegro, Vincenzo Bonafine, l’ex sindaco Giuseppe Colucci,  Antonello Aumenta, Massimo Burzo, gli avvocati Angelo Paladino e Antonello Rivellese, i consiglieri regionali Corrado Matera e Tommaso Pellegrino e, unico parlamentare, il senatore Francesco Castiello. Gli altri parlamentare che pure erano stati invitati: hanno giustificato (alcuni) l’assenza perché impegnati nella chiusura della campagna elettorale in quei comuni in cui si voterà domenica prossima (!!!).

Su un dato tutti si sono detti d’accordo: bisogna chiedere alla Politica di ascoltare il territorio specialmente ora che il problema è di carattere nazionale, senza dimenticare che la vicenda Sala Consilina è l’unico tribunale di Sala Consilina ad essere stato accorpato ad un tribunale più piccolo e addirittura fuori Regione.

Nel corso del suo intervento il presidente del COA di Lagonegro, Vincenzo Bonafine, ha dato notizia di una delibera approvata all’unanimità dal Consiglio dell’Ordine per affermare la validità dell’iniziativa che merita “convinta e fattiva adesione perché l’iniqua soppressione dei presidi di giustizia ha causato effetti socio economici devastanti per i territori interessati e peraltro, come è ormai indiscutibilmente evidente,  senza conseguire né una migliore  efficienza del servizio giurisdizionale  né quel preteso risparmio di risorse finanziarie che ne costituiva la dichiarata finalità”.

Da parte sua il Senatore Castiello ha annunciato di avere presentato un nuovo disegno di legge sul quale è pronto ad aprire un confronto. Tommaso Pellegrino, dopo avere ricordato i danni subiti dal territorio per la chiusura di un presidio di giustizia importantissimo ha annunciato che nei prossimi giorni la parlamentare Maria Elena Boschi presenterà una interrogazione urgente al Ministro Nordio.

Corrado Matera ha ricordato il disegno di legge da lui presentato lo scorso anno e approvato all’unanimità dal consiglio regionale per chiedere la riapertura del tribunale, per il cui funzionamento c’è la disponibilità della Regione Campania a farsi carico delle spese di gestione. Ha annunciato, inoltre, che martedì prossimo il dibattito della riforma delle circoscrizioni approderà in commissione giustizia al Senato ed ha poi concluso sostenendo che “la partita si riapre e faremo una battaglia che è di tutti. Ma attenzione alle trappole, perchè essere defraudati due volte sarebbe troppo”.

Un fatto è certo e lo ha rimarcato l’avv. Angelo Paladino, presidente del Comitato delle Associazioni del Vallo di Diano: “dal 1946, anno in cui furono riaperti i tribunali chiusi venti anni prima dal Fascismo, nessun tribunale era stato chiuso e nessuna delega era stata mai data al Governo in tema di revisione delle circoscrizioni giudiziarie prima della decisione del duo Severino-Birritteri”.

A conclusione del dibattito l’intervento dell’avv. Antonello Rivellese il quale, dopo avere ribadito la necessità di una chiamata alle armi generale, senza distinzione alcuna di schieramenti o posizioni ideologiche, ha insistito sulla necessità di vigilare con attenzione sulle iniziative che vorrà adottare il ministro Nordio, il cui orientamento è quello di rivedere le circoscrizioni “ma non dice che riaprirà i tribunali chiusi nel 2013. Inoltre, non bisogna dimenticare che la recente riforma Cartabia va in altra direzione.  Quindi, dobbiamo essere in grado di far sentire la nostra voce in Parlamento coinvolgendo i parlamentari eletti nel territorio, a cominciare dal vice ministro Edmondo Cirielli”.

Al termine del dibattito è stato approvato dal consiglio comunale un ordine del giorno contenente le richieste emerse dall’incontro.

Una considerazione nasce spontanea: è triste dover constatare che ci sono voluti dieci anni per ammettere -da parte di un Ministro della Giustizia- che la riforma del 2013 è stata il frutto di una decisione illogica, sbagliata e controproducente. Che ha fallito su tutti i fronti perché non si è riusciti né a migliorare il servizio giustizia, né a ridurre le spese. Con buona pace della tanto invocata e auspicata spending review.

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