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Giovanni Matina, un “Cospiratore” per rendere l’Italia unita: Teggiano non dimentica

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Spesso nel nostro Paese capita di dover fare i conti con tentativi di rimozione di determinati avvenimenti storici soprattutto quando riguardano personaggi che pure hanno dato tanto al proprio paese contribuendo a scriverne la storia. E questo avviene soprattutto in politica quando per giustificare le colpe di oggi si cerca di scaricarle sul passato. Per fortuna non mancano persone che si impegnano per recuperare pezzi e momenti di storia che hanno visto protagonisti concittadini che si sono impegnati per migliorare le condizioni di vita della propria terra e che per il loro impegno hanno pagato un prezzo altissimo. È il caso di Giovanni Matina che è stato ricordato a Teggiano, il suo paese, ma anche a Salerno e a Napoli. In particolare, a Teggiano sono intitolate a Giovanni Matina una via nel centro storico ed una piazzetta adiacente il Circolo Sociale che porta il suo nome ed è situato nella piazza principale, il salotto buono della città d’arte del Vallo di Diano.

Giovanni Matina

Nel palazzo municipale sono situati in bella mostra un busto ed un quadro realizzato nel 1864 dal pittore napoletano Marco De Gregorio, che nel 1860 si unì ai Garibaldini e prese parte attiva alla battaglia del Volturno alla quale partecipò pure Giovanni Matina. Non va poi dimenticato il volume di Michelangelo Cimino, Giovanni Matina. Breve biografia di un cospiratore salernitano” (Galzerano Editore, 2002), in cui l’autore ricostruisce gli anni giovanili di Giovanni Matina, una delle figure più significative del Risorgimento italiano. Anche la città di Salerno ha ricordato Giovanni Matina intitolandogli una via mentre a Napoli è stato individuato un busto collocato nel cimitero di Poggioreale a pochissimi metri dalla cappella in cui riposano le spoglie di Matilde Serao, scrittrice e giornalista. La prima donna in Italia ad aver fondato e diretto un quotidiano, Il Corriere di Roma, esperienza poi ripetuta con Il Mattino (insieme al marito Edoardo Scarfoglio) e Il Giorno.

Tre anni fa il sindaco di Teggiano, Michele Di Candia, e il delegato alla Cultura, Conantonio D’Elia, avevano chiesto all’Amministrazione comunale di Napoli di poter trasferire cimitero di Poggioreale a Teggiano il cippo in onore di Giovanni Matina anche in considerazione delle condizioni pessime in cui si trova che offendono la storia non soltanto della città partenopea.

Alla richiesta, ufficializzata con atto deliberativo, rispondeva negativamente l’assessore comunale Ciro Borriello in quanto, a suo dire, “il Cimitero monumentale rappresenta il risultato di scelte emozionali, culturali e politiche della città di Napoli”. Peccato che buona parte del cimitero è chiusa al pubblico per una frana che ancora non è stata rimossa; molte tombe, statue, cappelle, chiese, sono inagibili. Come dimostrano le foto messe a nostra disposizione da Conantonio D’Elia, anche il busto di Giovanni Matina, circondato da rovi ed erbacce, avrebbe bisogno di un attento lavoro di restauro. Di fronte al diniego dell’assessore Borriello fu durissima la reazione dell’on.le Enzo Mattina, discendente di Giovanni Matina: “Nel decennio della sindacatura del dr. De Magistris la città di Napoli ha visto e subito di tutto e di più. L’avventatezza dell’assessore Borriello, che è giunto all’improntitudine di atteggiarsi a cultore e difensore di storia cittadina, è davvero al di sopra del bene e del male, visto che non sa minimamente il contenuto di quanto gli hanno fatto sottoscrivere”.

Indubbiamente Giovanni Matina, medico e teggianese doc, ha avuto un ruolo importante nelle vicende legate all’Unità d’Italia per essere uno dei Mille. Arrestato dalla polizia Borbonica nel 1857 alla vigilia della spedizione di Carlo Pisacane, rimase in carcere fino all’ottobre del 1859 quando insieme ad altri compagni fu liberato e costretto all’esilio. Riparò a Genova ma agli inizi dell’anno successivo tornò a Napoli con falsi documenti per prendere contatti con i componenti il Comitato dell’Ordine, guidato da giovani democratici per incoraggiarli a seguire le idee del Mazzini. Scoperto e arrestato il 7 maggio, rimase nel carcere di Castel dell’Ovo pochi giorni, cioè fino al 25 maggio. Appena scarcerato, da Napoli si recò direttamente da Garibaldi, che nel frattempo era sbarcato in Sicilia, per ricevere istruzioni sul da farsi.

Durante la risalita verso Napoli, giunto a Salerno Garibaldi nominò Giovanni Matina Prodittatore con pieni poteri. In seguito Giovanni Matina sarà eletto nel Parlamento Nazionale.  Nel Vallo di Diano il suo ricordo è ancora vivo al punto che è stato adeguatamente ricordato. La via del centro storico, la piazzetta e il Circolo Sociale che portano il suo nome sono un fatto certamente importante; l’auspicio, però, è che l’Amministrazione Comunale insieme alle associazioni presenti in città (prima fra tutte la Pro Loco e lo stesso Circolo Sociale “Giovanni Matina” si rendano protagoniste di ogni utile iniziative per farlo conoscere alle giovani generazioni.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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