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Con-Tatto – Diatriba Grotte, e se la barca affonda? Meglio “nu buono accordo che ‘na causa vinta”!

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Chi pensava che la nomina di Sabrina Capozzolo alla presidenza della Fondazione MIdA potesse porre fine alle polemiche tra Pertosa e Auletta in relazione alla titolarità della Grotta dell’Angelo deve ricredersi. Ma procediamo con ordine.

La Fondazione MIdA (l’acronimo sta per Musei Integrati dell’Ambiente) è nata nel 2004 da un’idea di Francescantonio D’Orilia, all’epoca sindaco di Pertosa, con il coinvolgimento e la partecipazione della Regione Campania, della Provincia di Salerno, e dei Comuni di Auletta e Pertosa. Scopo iniziale era, ed è, la gestione delle Grotte dell’Angelo, salvo poi allargare il raggio d’azione. A presiedere la Fondazione fino a pochi mesi fa era lo stesso D’Orilia. Scaduto il mandato nel febbraio scorso, i sindaci in carica (Pietro Pessolano ad Auletta e Domenico Barba a Pertosa) hanno insistito perché il Governatore della Campania nominasse un altro presidente nel nome della invocata discontinuità. Inutile dire che De Luca, preso atto della rinuncia di D’Orilia alla candidatura, li ha accontentati nominando presidente della Fondazione l’ex deputata “Dem” Sabrina Capozzolo di Agropoli.

Tutti contenti? Manco a parlarne perché, forse per un eccesso di entusiasmo, il sindaco di Auletta, Pietro Pessolano, faceva approvare dal consiglio comunale una delibera di ratifica di una sentenza della Corte di Cassazione del 2014 con la quale si stabiliva che la titolarità delle Grotte, a suo dire, spettasse esclusivamente ad Auletta; quindi, invitava tecnici e funzionari del suo comune ad acquisire le Grotte al patrimonio del suo comune.

La decisione destava notevole sorpresa a Pertosa a cominciare dal titolo della delibera: “Fa specie -questo il commento- che ci si improvvisi giurista e si “ratifichi” una sentenza della Suprema Corte. Sarebbe stata più consona una formula diversa, magari una presa d’atto”.  Per tutelare il proprio comune il sindaco Barba, ricordando che il nome di Pertosa deriva da Pertusum, faceva approvare dal consiglio una delibera per contestare la decisione del consiglio comunale di Auletta, precisando che la sentenza della Cassazione riconosce al comune di Auletta il diritto ad esercitare gli usi civici su alcune particelle di terreno che con le Grotte non hanno nulla e che fare. Anche perché, a quanto sembra, la Grotta si troverebbe (il condizionale è per mera prudenza) nel territorio del comune di Polla, che finora si è guardato bene dall’intervenire nella vicenda, mentre la strada che porta all’antro della Grotta si troverebbe nel comune di Pertosa.

A questo punto, dopo il silenzio dei mesi precedenti, è intervenuta anche la presidente del MIdA, Sabrina Capozzolo: “La questione su cui le due amministrazioni comunali hanno recentemente deliberato -si legge in un comunicato stampa ufficiale- non ha nessuna attinenza con la gestione delle Grotte di Pertosa-Auletta, gestione che è attribuita alla Fondazione MIdA per un trentennio a partire dal 2004, anno della sua costituzione. Pur non volendo entrare nel merito della materia affrontata dalle recenti delibere comunali, è bene precisare che le stesse ruotano intorno al dettato della sentenza n. 2915 del 10/02/2014 assunta dalla Cassazione Civile sez. II, a sua volta relativa all’esercizio di usi civici su alcune particelle di terreno antistanti le Grotte di Pertosa-Auletta. Ricordo -prosegue la presidente- che le Grotte di Pertosa-Auletta, insieme al Museo del Suolo, al Museo Speleo-Archeologico e al Complesso monumentale dello Jesus, sono state conferite alla gestione autonoma della Fondazione MIdA e che quest’ultima, come da Statuto, opera attraverso i suoi organi statutari, ovvero il Consiglio di Amministrazione e il Consiglio di Indirizzo. Di entrambi gli organi fanno parte integrante i Sindaci e i rappresentanti dei due Comuni di Auletta e Pertosa insieme ai rappresentanti degli altri soci fondatori, ovvero la Provincia di Salerno e la Regione Campania”. Questa l’opinione della presidente Capozzolo che sembra in linea con quanto sostenuto dal Comune di Pertosa.

C’è un aspetto che desta preoccupazione e sul quale i protagonisti della querelle farebbero bene a riflettere: considerata la presenza dei due sindaci nel consiglio di amministrazione, se la diatriba dovesse continuare ci sarebbe un inevitabile rallentamento della programmazione e dell’attività della Fondazione. In tal caso a farne le spese sarebbero la Fondazione e, soprattutto, il territorio perché la Grotta è fonte di reddito. Per evitare che la fune si spezzi bisogna tirare nella stessa direzione. Non sempre polemiche e diatribe sono utili. Forse sarebbe più utile seguire un vecchio adagio in vigore al tempo che ci piace ricordare in vernacolo: “Meglio nu buono accordo che ‘na causa vinta”!

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