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Sant’Arsenio, convegno sull’Autonomia Differenziata con Carmine Pinto e Antonio Manzo

Autonomia Differenziata Convegno Sant'Arsenio con Carmine Pinto ed Antonio Manzo

di GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO

Con il via libera in Consiglio dei Ministri inizia ufficialmente il percorso del ddl per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario.

Per il proponente, il leghista Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, si tratterebbe di “una riforma necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità in quanto l’Italia è un treno che può correre se ci sono regioni che fanno da traino ed altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione”.

L’invito del ministro rivolto alle Regioni e agli Enti Locali di lavorare insieme a Regioni ed Enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali non ha suscitato grandi entusiasmi. Anzi, le proteste non sono mancate e non solo dalle Regioni a guida Centrosinistra (Campania e Puglia in primis) ma anche da parte delle Organizzazioni sindacali.

Da quando è stato approvato in Consiglio dei Ministri il tema è stato discusso in molte sedi. Se ne è parlato recentemente anche a Sant’Arsenio nel corso di un convegno presso l’Auditorium Giuseppe Amabile, dal titolo “Autonomia Differenziata: tra Meridionalismo Storico e Neomeridionalismo” per iniziativa del Comune in collaborazione con l’associazione “O.S.A.R.E.”.

Dopo il saluto e l’introduzione di Francesco D’Amato (Associazione “O.S.A.R.E.”) sono intervenuti Donato Pica, sindaco di Sant’Arsenio; Carmine Pinto, professore Ordinario dell’Università degli Studi di Salerno, e Andrea Manzo, Giornalista.

Per Francesco D’Amato si è trattato di un momento di incontro e confronto che nasce dall’esigenza di capire quali sono gli scenari futuri che l’attuazione dell’Autonomia Differenziata può generare per l’Italia, per il sud Italia ed in particolare per la Campania.

Il sindaco di Sant’Arsenio, Donato Pica, ha evidenziato le riserve su un argomento che tiene banco ormai da tempo e che interessa particolarmente anche i piccoli comuni. Non potevano mancare riferimenti sul Pnrr, su cui si sta discutendo da tempo senza riuscire a trovare una soluzione comune. Non a caso ampie riserve sono state formulate dagli stessi Uffici Legislativi del Senato, senza dimenticare il “no” secco del Sindacato che ha organizzato ben tre manifestazioni nazionali.

Molto attesi gli interventi di Carmine Pinto, (v. intervista) professore di Storia Contemporanea presso l’Università di Salerno, e del giornalista Antonio Manzo, già inviato del quotidiano “Il Mattino” e Direttore de “La Città”.

CARMINE PINTO
professore ordinario di Storia Moderna all’UniSa

Carmine Pinto ha proposto un lungo exursus storico sull’andamento sulla politica italiana partendo dallo Statuto Albertino che diede inizio alla sovranità popolare trasformando la monarchia costituzionale in Monarchia parlamentare. Particolare attenzione ha poi riservato ad alcuni argomenti concernenti l’ultimo mezzo secolo: la nascita delle regioni e l’abolizione delle provincia. In merito all’Autonomia Differenziata ha poi affermato che il tema non va sottovalutato: “Perde chi non ha una visione diversa rispetto all’avversario politico e, soprattutto, non riesce a dare vita ad alleanze che sono necessarie senza le quali non si va da nessuna parte”.

ANTONIO MANZO
giornalista

Antonio Manzo (v. intervista) ha affrontato il tema da una angolazione diversa rispetto a Carmine Pinto. Da giornalista testimone degli avvenimenti politici degli ultimi quarant’anni ha ricordato i 500.000 cervelli persi e il decremento della popolazione, “anche questi argomenti sui quali bisognerebbe riflettere con attenzione”. Per quanto riguarda l’Autonomia differenziata ha affermato: “So bene che il Sud è stato penalizzato ma dobbiamo raccogliere la sfida senza mettersi in una posizioni esclusivamente difensiva, facendo attenzione alle proteste di piazza senza conoscere le proposte in campo. Le Regioni non hanno funzionato ma non si fa opposizione solo con le bandiere ma con le idee. Dobbiamo ragionare in maniera costruttiva perché se l’incapacità di decidere diventa più forte nel Sud non andremo da nessuna parte con il rischio che una maggioranza potrà decidere in virtù del consenso elettorale ricevuto”.

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