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“120 locali di Salerno e provincia”, presentata la guida del gusto e del palato di Annamaria Parlato

Di Geppino Giuseppe D’Amico

C’è solo l’imbarazzo della scelta per accedere al piacere del gusto e del palato tra ristoranti, osterie, pizzerie, rosticcerie, pub, pasticcerie e gelaterie tra i “120 locali di Salerno e provincia” che, visitando città, coste, valli ed aree interne, Annamaria Parlato ha inserito nelle oltre 300 pagine del volume pubblicato dalle Edizioni dell’Ippogrifo.

Storica dell’arte e progettista culturale, giornalista pubblicista, Annamaria Parlato si è sempre occupata di enogastronomia. È direttore responsabile del quotidiano on-line Irno24.it e fondatrice del food blog Ingredienti Arte&Cibo. Ha partecipato come esperta a trasmissioni radiofoniche e televisive ed ha curato per il quotidiano Le Cronache la rubrica Questioni di Gusto dedicata all’enogastronomia salernitana.  È stata la curatrice della rubrica Gustando dapprima per Il Quotidiano del Sud e poi per il quotidiano on-line SalernoSera, diretti da Andrea Manzi. Ha ricevuto nel 2019 dal Comune di Maiori, il Premio “Io Donna per Maiori” VII edizione, per il lavoro svolto con dedizione nella cultura e nell’enogastronomia portando alto il nome della Costiera Amalfitana in giro per il mondo.

Indubbiamente non è stato facile scrivere di gastronomia e nemmeno una guida il cui scopo è quello di accompagnare il lettore nella scelta di un luogo gradevole in cui mangiare. Una guida completa perché nessun territorio della provincia è stato trascurato. Sono stati presi in considerazione la Costiera Amalfinata, Cava dei Tirreni con l’Agro Nocerino-Sarnese, Salerno capoluogo, la Valle dell’Irno, i Picentini, il Cilento, il Vallo di Diano, gli Alburni e i centri più importanti. Il volume raccoglie la memoria dei luoghi e delle tradizioni culinarie locali condensati in quella cultura del buon vivere tramandata dalla Scuola Medica Salernitana. Si avvale della prefazione del giornalista e scrittore Andrea Manzi che evidenzia un dato particolarmente importante: l’Unione Europea rivolge da anni lo sguardo all’identità dei paesaggi enogastronomici salernitani e campani, apprezzando i disciplinari di produzione locale e predisponendo, attraverso i marchi, un efficace orientamento per consumatori e turisti. Un segnale molto forte, questo, che ci ha consentito di legare la migliore ristorazione della provincia con le attività, soprattutto familiari e di piccole reti, tendenti alla difesa della genuinità dei cibi, grazie alla coltivazione, alla trasformazione e al consumo dei prodotti di una terra allineata ai dettami della Dieta Mediterranea e alla salubrità delle pietanze”.

Il volume è stato presentato a Salerno, nel salone Bottiglieri di Palazzo Sant’Agostino. Dopo il saluto del consigliere provinciale Pasquale Sorrentino (“il cibo è un pilastro della realtà locale”), Maura Ciociano, intervenuta in rappresentanza della casa editrice, ha evidenziato un dato particolarmente interessante affermando che, con questa ricerca, l’autrice offre un ritratto variegato dei locali salernitani esplorandone i territori e aprendo ai più disparati e autentici luoghi del buon cibo. Un viaggio del gusto condotto magistralmente da Paolo Romano al quale Lucia Giannattasio ha aggiunto tutta la propria esperienza acquisita sul campo, mentre Mina Felici ha ricordato i suoi viaggi intorno al cibo. Infine, Silvia Siniscalchi, professore ordinario di geografia presso l’Università di Salerno, che ha declinato nel suo intervento le forme e gli usi gastronomici, artistici, letterari e cinematografici del cibo rimarcando la centralità archetipica della pizza.

Sotto certi aspetti il volume di Annamaria Parlato offre anche aspetti curativi. Va tenuto nella giusta considerazione soprattutto ora che le associazioni di categoria, Coldiretti in testa, sono impegnate in una raccolta firme per dire un secco no al cibo sintetico che vorrebbero propinarci. Per fortuna, secondo i dati diffusi dal Censis, l’84 per cento degli Italiani si dichiara contrario all’idea dei cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura. Scegliendo cibi tradizionali possiamo difendere le nostre produzioni e le nostre tradizioni.

Un fatto è certoe lo dicevano gli antichi:La salute si cura a tavola”.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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