Search

Festa della Repubblica: quanti morti per conquistare democrazia e libertà, nella Costituzione c’è la nostra storia

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Il 2 giugno l’Italia celebra la Festa della Repubblica. La data fu scelta per ricordare il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno 1946. A un anno dalla fine della Seconda guerra mondiale, gli Italiani (e, per la prima volta, le italiane) furono chiamati a scegliere la forma di governo da adottare per l’Italia. Le alternative erano due: Monarchia o Repubblica. Prima della nascita della Repubblica, la Festa Nazionale italiana si celebrava la prima domenica di giugno, anniversario della concessione dello Statuto Albertino. Nel giugno del 1948 per la prima volta Via dei Fori Imperiali a Roma ospitava la parata militare in onore della Repubblica. Numerose sono le manifestazioni che ogni anno si svolgono in tutta Italia.

Il 2 giugno, quindi, l’Italia celebra la nascita della nazione, in maniera analoga al 14 luglio del 1789 dei francesi (anniversario della Presa della Bastiglia) e al 4 luglio degli Stati Uniti (giorno in cui nel 1776 venne firmata la dichiarazione d’indipendenza). Vinse la Repubblica con 12.718.641 voti (54,3 per cento), contro i 10.718.502 voti (45,7%) che avrebbero voluto mantenere in piedi la Monarchia.

L’ex re Umberto II lasciò volontariamente il paese il 13 giugno, senza nemmeno attendere la definizione ufficiale dei risultati, che avvenne il 18 giugno, quando la Corte di Cassazione dichiarò la nascita della Repubblica Italiana. Fu la prima volta che le donne italiane poterono votare, e si recarono alle urne più numerose degli uomini (12.998.131 donne e 11.949.056 uomini).

Il Nord per la Repubblica, il Sud per la Monarchia. Per quanto riguarda i risultati del referendum va ricordato che la maggior parte degli elettori del Sud (liberato prima dagli Alleati) votarono per il mantenimento della Monarchia, mentre il Settentrione, maggiormente provato dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la guerra di liberazione, scelse la Repubblica, ripudiando i Savoia, considerati complici del fascismo. Subito dopo il referendum non mancarono scontri provocati dai sostenitori della monarchia, durante i quali si verificarono alcune vittime, anche a Napoli. Si è molto parlato e scritto di presunti brogli elettorali da parte dei sostenitori della causa monarchica, ma non sono mai stati confermati dagli storici non di parte.

Non fu una vittoria facile. Non a caso, nell’editoriale apparso il 6 giugno 1946 sulla prima pagine del Corriere della Sera si legge: “La Repubblica ha vinto. Ha vinto con una maggioranza non grande ma appunto perché non grande essa sta a dimostrare la tenace resistenza contro cui il popolo ha dovuto combattere, le diffuse paure che ha dovuto vincere…”. Il referendum del 1946 fu la prima vera votazione a suffragio universale indetta in Italia con la grande novità rappresentata dal voto concesso per la prima volta alle donne.

La data della Festa della Repubblica fu stabilita al 2 giugno, giorno in cui gli italiani scelsero con referendum la nuova forma di Stato, con Decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 28 maggio 1947 n.387 che proclamò il 2 giugno 1947, primo anniversario del referendum che instaurò la Repubblica, festa nazionale a tutti gli effetti.

***

Successivamente, a causa della crisi economica che attanagliava l’Italia negli anni Settanta, per contenere i costi, nel 1977 la festa della Repubblica fu spostata alla prima domenica di giugno. Insomma, la celebrazione esisteva ancora, ma inevitabilmente era meno sentita dagli italiani, essendo spostata alla domenica, e non regalando un giorno di ferie a lavoratori e studenti. Nel 2001, su impulso dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è tornato ufficialmente ad essere giorno festivo a tutti gli effetti.

La parte più spettacolare della Festa della Repubblicariguarda le celebrazioni ufficiali che si svolgono a Roma, con l’imponente parata lungo i Fori Imperiali, alla presenza delle massime cariche dello Stato, che ogni anno attira un numero elevato di visitatori. Il cerimoniale ufficiale inizia la mattina presto, con l’alzabandiera solenne all’Altare della Patria, in piazza Venezia, e l’omaggio alla tomba del Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica con la deposizione di una corona d’alloro. La cerimonia si svolge alla presenza delle più alte cariche dello Stato. All’Altare della Patria viene eseguito l’Inno Nazionale, al termine del quale c’è il passaggio sul cielo di Roma della pattuglia aerea acrobatica delle Frecce Tricolori, che disegna il tricolore in cielo.

Con il voto del Referendum non fu abolita soltanto la Monarchia ma si diede inizio alla riorganizzazione dell’apparato legislativo attraverso uno strumento che ne diventerà l’essenza: la Costituzione.  In quest’ottica, un’altra data importante nella storia dell’Italia Repubblicana è quella del 22 dicembre del 1947 quando fu approvata dall’Assemblea Costituente la Costituzione Repubblicana, promulgata dal Capo Provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola. 

Nel ripercorrere la storia della Costituzione è opportuno fare riferimento alla Costituzione della Repubblica Napoletana del 1799, scritta da Mario Pagano; alla Costituzione della Repubblica Romana del 1849 ed allo Statuto Albertino del 1848, quest’ultimo rimasto in vigore praticamente fino all’approvazione della Costituzione Repubblicana attualmente in vigore).

***

Concludiamo riportando, di seguito, alcune delle frasi più significative pronunciate dai padri fondatori della Repubblica Italiana o da importanti statisti e costituzionalisti:

  • È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature (Sandro Pertini);
  • La Costituzione è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà (Luigi Sturzo, Discorso, 1957);
  • Quando il 2 Giugno 1946 nacque la Repubblica, tutti avemmo la consapevolezza che conservare integri nel tempo gli ideali cui essa si ispirava, avrebbe comportato momenti di duro impegno ed anche grandi sacrifici (Giovanni Leone);
  • Nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza (Sandro Pertini);
  • In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli. (Piero Calamandrei);
  • La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere (Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, 1955);
  • L’Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore (Umberto Terracini);
  • Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione (Piero Calamandrei);
  • Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi. (Sandro Pertini, Messaggio di fine anno agli Italiani, 1979);
  • La bandiera italiana è un vessillo di libertà conquistata da un popolo che – ha detto – si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia. Nei valori della propria storia e della propria civiltà. (Carlo Azeglio Ciampi).
Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close