Search

Il Tanagro, “un fiume difficile”: dal dipinto di Hackert nel 1797 al “giro in pedalò” del 2023

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Nei giorni scorsi Vallopiù ha pubblicato, grazie alla disponibilità dell’architetto Costabile Cerone, una foto del dipinto raffigurante Polla, un olio su tela di grande dimensione (136 x 98 cm) del vedutista di origine tedesca Jakob Phillip Hackert. Il dipinto, fino a quel momento sconosciuto a Polla e nel Vallo di Diano, ha suscitato grande interesse, anche alla luce dell’attuale situazione in cui versa il fiume. È una testimonianza storica importante, non solo per Polla ma per l’intero Vallo di Diano che da secoli è chiamato a fare i conti con il fiume Tanagro e le sue esondazioni. Che si tratti di Polla non ci sono dubbi in quanto è ben leggibile in basso a sinistra l’iscrizione: “Veduta della Valle di Diano presa da vicino la Polla col canale, che sua M. Re Ferdinando IV fece fare, per rendere i terreni fertili e l’aria salubre. Filippo Hackert dipinse 1797”.

Ancora oggi Hackert è considerato uno dei più grandi paesaggisti tedeschi del suo tempo, ricercato a livello internazionale; lavorò per la maggior parte della sua vita in Italia e dal 1786 come pittore di corte a Napoli per il re Ferdinando IV di Borbone, producendo un enorme quantità di immagini del paesaggio mediterraneo. Un inventore figurativo del Regno di Napoli e Sicilia, tra le cui vedute di scene portuali, paesaggi costieri e fluviali, parate e scene di caccia. Numerose soprattutto le rappresentazioni di Paestum e della reale tenuta di Persano, una delle località predilette dal re. Del resto Paestum era un luogo di primo piano nel panorama del Regno, con funzioni militari, amministrative ed economiche. I lavori di bonifica del Vallo di Diano, cui facciamo riferimento, erano stati ripresi nel 1786. In quella occasione l’ingegnere Carlo Pollio diresse la ricostruzione del ponte romano e l’abbassamento del letto artificiale del Tanagro, le cui acque defluirono senza più i ristagni di un tempo verso il Fossato.

***

La storia del Tanagro, “un fiume difficile” per i problemi che ha creato (e, purtroppo, continua a creare ancora oggi), è una storia antica. Come testimoniato da Vittorio Bracco nella sua monumentale storia di Polla, in età romana il ponte sul Tanagro serviva a collegare il Forum, che era il nodo stradale del Vallo, con Tegianum. L’attuale aspetto della costruzione risale, però, all’inizio del ‘900, quando furono condotti nuovi lavori di bonifica e la sede stradale venne allargata con archi di sostegno in aggiunta a quelli costruiti alla fine del ‘700 quando l’ing. Carlo Pollio incaricato dei lavori da Re Ferdinando IV di Borbone, aveva provveduto a rifare il ponte, seguendo presumibilmente le linee dell’antica fabbrica.

L’allarme sulla tenuta del ponte era stato lanciato dal parlamento pollese nel giugno del 1772. Il problema fu superato con il consolidamento del ponte maestro. Mentre i lavori erano ancora in corso, il 1° aprile del 1788 Ferdinando IV venne nel Vallo di Diano per rendersi conto dell’andamento dei lavori della nuova strada e dello stato della bonifica. A Polla fu accolto con tutti gli onori perché “tra le altre felicità che possa un vassallo provare sia quella di conoscere presenzialmente, e nella propria Padria, il Sovrano Giacché l’Altissimo Dio permise nel dì primo del corrente aprile fosse qui propiziamente venuto Ferdinando quarto Re delle due Sicilie nostro Clementissimo Sovrano, che il Cielo sempreppiù prosperi, tra gli altri segni di sua Real Clemenza benignamente ci fé conoscere il sommo giusto provato in sì fatta ricorrenza, con essersi finanche compiaciuto desinare sotto la Padria accosto il nuovo canale che va ad imboccare nel Fossato”. Il sovrano pranzò sotto un padiglione, che è forse da identificare con il “casino portatile” di teli da cui si faceva seguire nelle sue escursioni e che faceva apparecchiare “con quei ripari di stoffa” in un angolo fresco all’ombra degli alberi. Da allora quel luogo prospiciente il fiume, a seguito della costruzione di nuove case, assunse le dimensioni di una piccola piazza che in ricordo dell’avvenimento fu detta “Piazza Reale”. Il sovrano pare che lodasse l’opera diretta dal Pollio, dal ponte al fossato; si sarebbe anche divertito a pescare nel fiume. Quel pomeriggio stesso il re riprendeva il viaggio giungendo alla Certosa di Padula per poi proseguire verso Lagonegro.

Quale significato assume oggi il dipinto di Hackert? Evidentemente, su richiesta del re che aveva l’esigenza di magnificare il suo operato e rafforzare la propria immagine. Oggi diremmo propaganda. Siamo a fine ‘700, l’analfabetismo era pressoché totale. E in un’epoca in cui la fotografia e i mezzi di comunicazione come li intendiamo oggi erano di là da venire l’unico modo era far rappresentare i luoghi e le opere realizzate da un pittore. E Jakob PhillipHackert era uno dei migliori se non il migliore; inoltre Persano e Paestum, luoghi dove operava spesso, non distavano molto da Polla. E questo spiega anche il disegno realizzato ad Auletta che era sulla direttrice per il Vallo di Diano.

***

Fin qui la cronache del tempo che ci parlano di un re pescatore sulle rive del Tanagro. Oggi la situazione in cui versa il Tanagro è nota a tutti così come gli allagamenti che si ripetono con cadenza annuale.

Il Tanagro rompe gli argini in diversi punti del comprensorio con l’inevitabile allagamento di terreni e civili abitazioni, mettendo a dura prova Forze Armate, Vigili del Fuoco, Vigili Urbani e Protezione Civile, chiamati ad un lavoro straordinario per aiutare la popolazione e limitare i danni. Pur non avendo conoscenze di ingegneria idraulica riteniamo che il problema del Tanagro si risolve allargando quella specie di imbuto in località Maltempo, a Polla, dove le acque arrivano velocemente non scorrono come dovrebbero. Ogni volta che il Tanagro rompe gli argini al suo capezzale accorrono in tanti ma quando le acque rientrano … panta rei (tutto scorre) e tutto rimane tale e quale.

Eppure il problema si trascina da secoli ma non sappiamo quando sarà risolto. Intanto, non ci rimane che affidarci a Poseidone, re del mare e dei fiumi, delle tempeste e delle inondazioni. Ricordando il vecchio Omero, potremo sempre dire: “Cantaci, o diva, del Tanagro fiume l’ira funesta  // che, da anni, tanti danni produce nel Diano”.

Nel frattempo, c’è chi si “attrezza”… come Salvatore Gasparro, che nell’area industriale di Teggiano ha dato prova di grande “spirito d’iniziativa”, facendosi trovare pronto con un apposito pedalò nello scorso mese di gennaio, quando gli allagamenti di quella zona del Vallo di Diano sono stati particolarmente ingenti.

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close