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Con-Tatto – “Dante Alighieri, Padre della lingua e della …Destra italiana!”. Ma Sangiuliano non convince gli studiosi

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Questa settimana gli onori della cronaca spettano al neoministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Il suo è un curriculum di tutto rispetto se si pensa ad alcuni suoi colleghi ministri. Napoletano di via Foria, orgoglioso di portare il nome del santo patrono della sua città, è docente alla Libera Università Maria SS. Assunta. Giornalista, scrittore, già direttore del TG2, è autore di numerosi saggi tra i quali spiccano le biografie di Putin e Trump. Ha iniziato col botto salvo, però, scivolare su alcune bucce di banana che hanno provocato più di qualche critica.

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CON-TATTO – PUNTATA DEL 21 GENNAIO 2023

La prima uscita da ministro della Cultura il professore Gennaro Sangiuliano l’ha dedicata alla sua Napoli, dove ha visitato la casa di Benedetto Croce, da lui considerato il più grande filosofo italiano del ‘900.  Nell’occasione ha espresso parere favorevole alla richiesta, avanzata da diverse associazioni, di cambiare il nome della Biblioteca di Palazzo Reale, sostituendo quello di Vittorio Emanuele III di Savoia (il famoso Sciaboletta) per intitolarla proprio a Benedetto Croce. Visitando le sedi dell’Istituto Italiano degli Studi Storici e della Fondazione Croce a Palazzo Filomarino ha aggiunto: “Napoli è una delle grandi capitali culturali del mondo”. Napoli, quindi, è al centro dei suoi pensieri. Partendo dal principio che “I beni culturali devono essere innanzitutto fruibili” il ministro ha poi visitato il Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) che ha definito “il più importante museo archeologico del mondo, luogo della nostra identità, dell’Occidente”.

Memore della sua collocazione politica (è noto che il suo cuore batte forte a destra), en passant, ha poi aggiunto: “Mi piacerebbe fare anche qualche contaminazione. Ho chiesto all’ottimo direttore se fosse possibile fare qui una mostra dei Futuristi perché nel Futurismo c’è un’idea di modernità che viene dall’antico, dal passato”. In merito all’utilizzazione dell’ex Albergo dei poveri ha sostenuto che Palazzo Fuga (vero nome dello storico edificio) “può diventare un polmone culturale riempendolo di libri, arte e cultura”.

A volte, però, quando il cuore batte forte per la politica la polemica è dietro l’angolo. Vediamo perché. Una settimana fa il direttore degli Uffizi di Firenze,Eike Schmidt, ha confermato che dal 1° marzo il costo del biglietto per visitare il museo salirà da 20 a 25 euro. Nel 2015 il prezzo era di 8 euro, quindi in soli 8 anni l’aumento è salito del 212per cento. Interrogato sull’argomento Sangiuliano ha dichiarato: “Chi non può permettersi il costo del biglietto, può andare nei giorni gratuiti”. La risposta, considerata tutt’altro che garbata, è stata bollata come “fuori luogo; anzi, discriminante”. Non è in discussione la “qualità” del Museo, piuttosto l’opportunità di rendere più caro l’ingresso proprio ora che l’Italia è attraversata da una forte crisi. Altre polemiche sono scaturite a seguito di una dichiarazione fatta nel corso di un convegno di Fratelli d’Italia a Milano dove il ministro ha affermato che “Tutti i grandi scrittori sono di Destra… La Destra ha cultura, una grandissima cultura: il fondatore del pensiero di Destra nel nostro Paese è stato Dante Alighieri per la sua visione dell’umano e delle relazioni interpersonali”.

 Il risultato? Solo critiche dalle opposizioni, silenzio nella maggioranza, ironia dal mondo della Cultura: “Sapevamo che Dante fosse il padre della lingua italiana; oggi scopriamo che è anche il padre della Destra italiana”. L’impressione è che il ministro abbia tirato Dante per la giacca dimenticando che il “sommo poeta” indossava la tunica. Battuta a parte, Dante è stato davvero il fondatore del pensiero di Destra in Italia? Tralasciamo i giudizi dei politici per soffermarci sulle reazioni di alcuni studiosi di Dante. Netto il giudizio di Corrado Augias: “Il ministro della Cultura ha detto una cosa senza senso. I concetti di Destra e Sinistra nascono con la Rivoluzione francese. Mentre Dante, come il ministro sa bene, è vissuto alcuni secoli prima. Tirarlo in ballo, in questo modo, è quanto di più sbagliato si possa fare”.

Nel Duecento la destra e la sinistra italiana non esistevano”, è il lapidario commento di Enrico Malato, direttore della “Rivista di Studi Danteschi”, mentre Alberto Casadei, professore di Letteratura italiana all’Università di Pisa, spiega: “…Presentare Dante come un ideologo dei nostri tempi è un’operazione che non sta in piedi e anzi rischia di produrre l’effetto opposto”.

Non meno duro lo storico Franco Cardini: “Sangiuliano è stato mio allievo…Affermare che Dante è di Destra è senza dubbio una scivolata che nasce da una sua inesperienza come ministro. Anche se è bravo, se ha ben diretto un telegiornale, fare il ministro è altra cosa”. 

Scettico anche Giulio Ferroni, già ordinario di Letteratura Italiana alla Sapienza: “È un’affermazione priva di senso, che rivela una incredibile mancanza di senso storico e della letteratura. L’uso politico della cultura è diffuso a destra come a sinistra, ma questa mi pare proprio esagerata”.Nemmeno Pupi Avati, intellettuale d’area, vicino alla Destra, è d’accordo: “Rispetto il ministro, ma è un po’ pretestuoso. Il valore di Dante, il motivo per il quale è sopravvissuto fino ad oggi è la sua dismisura poetica, immensa, misteriosa, non certo la sua posizione politica”.

Se gli studiosi nutrono dubbi sulla collocazione politica di Dante, non possono essercene sull’amore del ministro per Napoli. È troppo sperare che possa dedicare una parte del suo tempo anche all’estremo Sud della Campania? Il Vallo di Diano e il Cilento vantano giacimenti culturali di grandissimo valore storico e culturale. Non sarebbe cosa cattiva se gli amministratori dei nostri territori invitassero il ministro Sangiuliano a visitare la Certosa di Padula, il Parco Archeologico di Paestum e Velia, le Grotte di Pertosa e Castelcivita, la splendida costa tirrenica che va da Paestum al Golfo di Policastro. Se è vero, come ha sostenuto il ministro, che “i beni culturali devono essere innanzitutto fruibili”, è il momento giusto per renderli fruibili e per favorire la crescita dei territori, magari esaminando con molta attenzione il progetto di autonomia differenziata del ministro leghista Roberto Calderoli.

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1 comment

  1. L’articolo è scritto con indubbia bravura professionale: fluente, chiaro, sostanzioso, con una garbata punta d’ironia.
    Per me è stato un piacere leggerlo. Esso mi lascia nel dubbio se l’atteggiamento del Ministro possa essere frutto di una consapevole “balordaggine” (con l’intento di sollevare il polverone che si è depositato sull’argomento “Cultura” in Italia e, quindi, spazzarlo via, oppure se una forza inconscia l’ha indotto ad essere maldestro).
    In ogni caso, se venisse accolto l’invito ai Sindaci del Vallo – fatto opportunamente dal Giornalista – e il Ministro dovesse venire alla Certosa di S. Lorenzo, sarebbe bene che dirigenti e preposti della Certosa si dessero da fare per sostituire le quattro Bandiere sul portone d’ingresso e facciano riverniciare lo stesso…
    Sono in uno stato assolutamente inadeguato a svolgere la loro funzione di accoglienza formale di qualunque visitatore di quella meraviglia del mondo…

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