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Lamberti Sorrentino, il giornalista di guerra (parte terza)

di Giuseppe D’Amico

Le precedenti puntate sono: Lamberti Sorrentino, il giornalista del Vallo caro a Indro Montanelli (parte prima) e Lamberti Sorrentino e i suoi memorabili reportage (parte seconda)

Chi è e cosa fa il giornalista di guerra? La migliore risposta è quella che ci diede Ettore Mo, che per mezzo secolo ha raccontato guerre, dittature e rivoluzioni. Ettore Mo, che fu insignito di un premio alla carriera, sintetizza così il lavoro dell’inviato di guerra: «Guardare, annusare, ascoltare. Questo fa la differenza, questo fa un buon giornalista».

Anche oggi che Twitter, Facebook e i canali All news riempiono il mondo di informazioni. «Con loro non potrai competere in termini di velocità ma un inviato vedrà sempre qualcosa che le agenzie e i social network non ti possono mostrare». Quindi, è importante essere sul posto. A Lamberti Sorrentino va riconosciuta la tendenza a vedere il futuro: la sua grandezza può essere riassunta in un solo rigo: grande capacità di analizzare e leggere le cause degli avvenimenti e, al tempo stesso, prevederne le conseguenze. Vediamo qualche esempio.

I libri di Lamberti: da Sognare a Mauthausen a Io, soldato d’Europa

Con il libro Sognare a Mauthausen Sorrentino fu il primo a presagire in tempi di guerra fredda che “un giorno i giovani Russi metteranno a dormire le polemiche che furono utili ai loro avi.Ci potrebbe essere tra vent’anni un Nunzio Apostolico a Mosca e un rappresentante del Cremlino in Vaticano”. Era amico del conte Galeazzo Ciano, ministro e genero di Benito Mussolini, ma questo non gli impedì di denunciare per primo gli eccidi tedeschi in Russia.

Nel 1953, con il libro Io, soldato d’Europa vedeva nella unione degli Europei la salvezza del Vecchio continente. Non a caso, nella prefazione, il direttore del Tempo, Renato Angiolillo, scriveva: “Ho pregato io Sorrentino di intitolarlo “Io, soldato d’Europa”, perché egli è un veterano di molte guerre, ma sopra tutto perché soldati d’Europa siamo un po’ tutti noi che vediamo nell’unione degli Europei la salvezza del nostro vecchio e bel continente”.

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Un saggio di Lamberto Sorrentino

Pechino contro Mosca

Nel 1963, in una recensione al libro “Pechino contro Mosca”, il direttore del Mattino di Napoli Giovanni Ansaldo riportava la conclusione a cui era arrivato Sorrentino: “La Siberia è una riserva di ricchezze incalcolabili, fantastiche; e l’energia nucleare, scendendo a costi economici e rendendo abitabili le zone fredde ed artiche, consentirebbe di stanziarvi 300 milioni di abitanti.

Se quei 300 milioni saranno russi, tedeschi, cechi eccetera, cioè bianchi, noi bianchi la impatteremo con la razze di colore. Se invece, cacciati i russi oltre gli Urali, saranno i cinesi ad abitarla, noi, razza bianca, saremo soverchiati, con tutti i nostri aspirapolvere, macchine elettroniche, macchine elettroniche, aria condizionata, codici e –Dio mi perdoni- con i nostri libri sacri e la pietà che ne deriva e ancora ingentilisce il mondo”.

La sua visione del Mezzogiorno

In un reportage dal titolo Ecco il Mezzogiorno, pubblicato sul Tempo del 9 febbraio 1963, quando ci si spostava in massa dai paesi del Sud in direzione Torino e Milano, Sorrentino scriveva: “Il Mezzogiorno è avviato a diventare un enorme asilo per vecchi. Il fenomeno dell’emigrazione ha assunto in alcune province l’aspetto di un vero e proprio esodo. L’Italia intera si sta meridionalizzando. Ma quello che si presenta oggi come un beneficio può costituire domani una seria minaccia per l’equilibrio economico e demografico della nazione intera”. Mi pare che ci siamo: se ieri era dietro l’angolo oggi lo spopolamento è iniziato!

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Lamberti Sorrentino e l’attrice Anna Maria Ferrero

Conclusioni

Per chiudere, consentitemi di rivolgere un augurio ai giovani colleghi dell’Associazione “Lamberti Sorrentino” facendo ricorso ad una figura retorica: oggi siamo testimoni del varo di una imbarcazione che, una volta in mare, dovrà guardarsi dai pericoli rappresentati da scogli e onde anomale; sono certo (lo dico a Salvatore ed a tutti gli altri) che sarete così abili da evitare i primi (cioè gli scogli) e ad uscire indenni dalle seconde (le onde anomale).

Buon vento a tutti voi.

Vai alle puntate precedenti:

Lamberti Sorrentino, il giornalista del Vallo caro a Indro Montanelli (parte prima)

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