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Lamberti Sorrentino, il giornalista del Vallo caro a Indro Montanelli (parte prima)

di Giuseppe D’Amico

Il 27 giugno 2018 è stata costituita a Sala Consilina l’Associazione Giornalisti Locali “Lamberti Sorrentino”, il giornalista di Sala Consilina che Indro Mantanelli considerava “il più grande inviato di guerra d’Italia e forse non solo d’Italia”. Nell’occasione ebbi l’incarico di ricordarne la figura e gli scritti.

In precedenza, mi ero occupato di lui pubblicando nel marzo del 1990 un’intera pagina a lui dedicata, sul Corriere del Vallo, organo ufficiale della Comunità Montana del Vallo di Diano che avevo l’onore di dirigere, con una lunga intervista realizzata a Grottaferrata da Giuseppe Colitti. Successivamente, ho dedicato a Sorrentino un capitolo nel mio libro “Il coraggio di partire”, uscito nel 1995. Di seguito un suo breve ritratto.

Lamberti Sorrentino, un Ritratto di “El Pampero”

libr sorrentino
Un saggio di Lamberti Sorrentino

Nato nel 1899 a Sala Consilina, Lamberti Sorrentino iniziò la sua carriera come corrispondente di guerra nelle vesti di militare in servizio dapprima tra gli Arditi, quindi nei Bersaglieri ed infine in Argentina.

In lui c’era il gusto innato per l’avventura: partecipò da giornalista alle guerre d’Etiopia, Spagna ed Albania. In Africa orientale, fondò Il Corriere Sudetiopico, mentre dalla Spagna, quale responsabile dei servizi giornalistici italiani, oltre che per la carta stampata, firmò servizi anche per la radio.

Uno dei saggi di Lamberto Sorrentino

Era scrupolosamente attento alla verità dei fatti: creò il fototesto

Raggiunse il momento più alto della sua carriera di giornalista nel corso della seconda guerra mondiale. Fu sempre scrupolosamente attento alla verità dei fatti, sia nei periodi di pace sia in quelli di guerra.

I suoi reportage, pubblicati su vari quotidiani e periodici (i quotidiani Il Tempo, il Telegrafo, La Nazione e Il Resto del Carlino ed i settimanali Tempo ed Epoca) hanno segnato un’epoca.

Lamberti Sorrentino ha pubblicato anche molti libri tra i quali ricordiamo “Sognare a Mauthausen” (Premio Campione d’Italia nel 1978), in cui parla del suo periodo di giornalista internato per oltre un anno in un lager nazista)“Io soldato d’Europa” e “Che Guevara è morto a Cuba”.

A questi si aggiungono “Isba e Steppa”; “Questa Spagna”; “Pechino contro Mosca”; “Da Bel Ami a Lili Marlene” e “L’America Latina” è un continente povero, un libro in cui esaminò minuziosamente la situazione dei paesi dell’America del Sud.

(continua 1)

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