Search

Nel Vallo di Diano e nel Golfo di Policastro è l’ora del Baskin, “la pallacanestro senza differenze” per favorire l’inclusione

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Nell’immaginario collettivo lo sport è agonismo il cui fine è la vittoria sull’avversario di turno. Eppure in qualche caso il risultato finale della gara assume scarsa importanza perché lo scopo è un altro: favorire l’inclusione. In quest’ottica va inquadrato il Baskin, meglio conosciuto come “la pallacanestro senza differenze”. Non solo il Baskin permette ai normodotati e ai portatori di disabilità di giocare nella stessa squadra, ma anche a maschi e femmine senza distinzione di sesso né di età. Da qualche tempo il Baskin è presente anche nel Vallo di Diano e nel Golfo di Policastro. Il 30 dicembre scorso si è disputata nella palestra comunale di Sant’Arsenio una gara di Baskin tra “Il Sentiero Baskin” e il “Sapri Baskin”. Presenti all’incontro i dirigenti de “Il Sentiero Baskin” con il coach Annalia Cutolo e del “Sapri Baskin” con il responsabile del team, Antonio Pitta, e in rappresentanza del Rotary Club Sapri-Golfo di Policastro (sponsor del team), il presidente Vincenzo D’Ambrosio, la segretaria Carmen Luisa Marotta ed il past president Enzo Casale. Come già anticipato, il risultato non conta. Conta il valore etico dell’iniziativa che, considerati i risultati fin qui raggiunti, certamente avrà un seguito.

Nel Vallo di Diano il progetto è nato nel 2021 con il team “Il Sentiero Baskin”, con il coinvolgimento dei giovani migranti del progetto SAI MSNA di Padula (comprendente 11 Comunità) e alcuni ospiti della struttura “La Bottega dell’Orefice” di Sala Consilina. “Il Baskin è uno sport che si ispira al basket ed è uno sport per tutti, per atleti con o senza disabilità. Grazie ad un lavoro di sensibilizzazione sul territorio -spiega il coach Annalia Cutolo– siamo riusciti a coinvolgere diverse famiglie con ragazzi speciali e continueremo anche per quest’anno a offrire la possibilità del Baskin quale strumento di inclusione ed integrazione”. “Il Sentiero Baskin” partecipa al Campionato Senior Campania promosso dall’EISI (Ente Italiano Sport Inclusivi), riconosciuto dal CIP (Comitato italiano Paralimpico). “Il Sentiero Baskin -afferma Fiore Marotta, presidente della Cooperativa Sociale “Il Sentiero”– è un tassello importante del nostro operato in cui confluisce la nostra attenzione sia sul tema dell’integrazione dei migranti sia sul tema delle disabilità. Speriamo di poter coinvolgere sempre più persone in questa esperienza sportiva e sociale”. Intanto, è già stato organizzato un Corso ABA “Per Tecnici del Comportamento” dal quale sono usciti, debitamente formati, i primi 35 tecnici che potranno dare un contributo importante per il futuro dell’iniziativa.

Sapri Baskin

Nel Golfo di Policastro il Baskin è approdato grazie ad Antonio Pitta e ad un gruppo di altri amici. Oltre al Rotary Club Sapri Golfo di Policastro – Distretto 2101, il Sapri Baskin può contare sul sostegno di altre Associazioni  tra le quali “ABA – Aiutiamo i Bambini Autistici, Autismo ogni giorno APS”, K/O Sporting Club, Polisportiva Okinawa, Rofrano Lavoro Cooperativa Sociale, Asd Sapri Calcio e Comune di Vibonati. “Quella di Sant’Arsenio per noi è stata la prima gara amichevole -ha affermato Antonio Pitta– ma siamo fermamente convinti di dover portare avanti il progetto”.

***

Il Baskin (basket inclusivo) è nato in Italia, in una scuola di Cremona poco più di quindici anni fa, frutto della collaborazione tra genitori, professori di educazione fisica e di sostegno. Come già accennato, non solo permette ai normodotati e ai portatori di disabilità di giocare nella stessa squadra, ma anche a maschi e femmine senza distinzione di sesso né di età. In questo sport ogni giocatore marca e deve essere marcato da un avversario con le stesse competenze motorie, e in ogni squadra c’è un tutor-giocatore per i compagni che abbiano bisogno di un aiuto. La parola Baskin è l’unione di “basket” e “inclusivo”.

Si gioca in un normale campo da basket, ma con diverse variazioni nella struttura. Ci sono infatti quattro aree di attacco/difesa, visto che alle due aree del tradizionale campo di basket, se ne aggiungono due più piccole che si trovano a metà dei lati più lunghi del campo e sono chiamate, appunto, aree laterali. Ogni area laterale ha due canestri di differente altezza, che aggiunti agli altri due nelle aree tradizionali (uno per ogni area) fanno un totale di ben sei canestri! Ogni squadra può fare canestro sia nell’area tradizionale che in quella laterale. In campo ci sono sei giocatori, e un ruolo fondamentale lo riveste il pivot, persona di ridotte capacità motorie, che sosta nell’area laterale aspettando che un suo compagno vi entri per consegnargli la palla. Quando il pivot la riceve, tira verso uno dei due canestri laterali. In campo ci sono sei giocatori, e un ruolo fondamentale lo riveste il pivot, persona di ridotte capacità motorie, che sosta nell’area laterale aspettando che un suo compagno vi entri per consegnargli la palla. Quando il pivot la riceve, tira verso uno dei due canestri laterali. Per assegnare un ruolo ad un giocatore, si affrontano specifici test valutati da una commissione tecnica. Per i fondatori del Baskin (un ingegnere e un insegnante di educazione fisica), attraverso attività del genere che si può realizzare la vera integrazione. Con il passare degli anni il Baskin si è rapidamente diffuso fuori dalle scuole, tanto che oggi sono un centinaio le società sportive che ne possiedono una squadra, in tredici regioni della penisola. Per quanto riguarda le regioni del Sud squadre di Baskin sono state fondate in Lazio, Campania, Puglia e Sicilia ed è uno sport riconosciuto dal Comitato Italiano Paraolimpico.

Sono numerosi i vantaggi che tale disciplina ha prodotto non solo per i diversamente abili, ma anche per i cosiddetti normodotati, i quali attraverso questa disciplina stanno imparando sempre meglio ad inserirsi e ad organizzare un gruppo composto da persone che hanno abilità fisiche e mentali differenti tra loro. Per fare questo, i normodotati sono chiamati ad allenare le proprie capacità comunicative e la creatività, oltre ad un alto grado di empatia che porta spesso ad instaurare intense relazioni affettive. Per quanto concerne i ragazzi speciali, i risultati sono stati davvero importanti, visto che hanno aumentato la fiducia in se stessi, migliorando le abilità psicomotorie e la capacità di interazione con ragazzi e adulti.

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close