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Duro j’accuse di D’Orilia al MIdA: “La Grotta svenduta ai privati”

di GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO

L’Inferno di Dante rischia di far precipitare …nell’inferno della polemica con possibili strascichi giudiziari la Grotta dell’Angelo, già oggetto nel secolo scorso di una ultra decennale vicenda giudiziaria tra il comune di Pertosa e quello di Auletta.

Raggiunta faticosamente la pax politica solo pochi anni fa tra i due comuni (da Grotte di Pertosa si è passati a Grotte di Pertosa e Auletta) una nuova battaglia giudiziaria si profila minacciosa all’orizzonte con il rischio di coinvolgere non solo i vertici del MIdA (la fondazione che gestisce le Grotte).

A dare l’avvio alla potenziale nuova vertenza è Francescantonio D’Orilia (già presidente del MIdA) che dopo avere inviato una dura nota agli amministratori della Fondazione e dei comuni di Pertosa e Auletta, accusando i vertici della Fondazione di avere svenduto le Grotte ai privati, non avendo ottenuto risposta, ha messo a conoscenza di quanto accaduto le popolazioni interessate mediante un manifesto dal titolo “AAA Offresi … Grotte in svendita”, affisso nei due paesi e con un comunicato inviato agli organi di informazione di cui riportiamo i passi salienti.

D’Oriliarende noto che aveva invitato i vertici del MIdA a riflettere sull’eventualità che “la Fondazione possa di nuovo trovarsi in una situazione in cui già in passato ha rischiato di compromettere seriamente la sua sopravvivenza e con essa la stabilità lavorativa dei dipendenti”. Questo perché “il Consiglio di amministrazione e la nuova Presidente hanno deciso di concedere ad una società privata la gestione in esclusiva per cinque anni della Grotta dell’Angelo per lo svolgimento dello spettacolo Inferno di Dante. Con questa decisione si potrebbe cancellare con un colpo di spugna tutto il contenzioso giudiziario ancora in essere tra la Fondazione MIdA e la società che dal 2007 al 2014 ha prodotto lo spettacolo, il cui titolare è ora il cui direttore artistico della società aggiudicataria della gara”.

Sempre secondo D’Orilia la precedente società “non ha rispettato gli accordi contrattuali stabiliti con la Fondazione MIdA. Con immotivata anticipata rescissione unilaterale del contratto, trasferiva lo spettacolo nelle grotte di Castelcivita lasciando un debito nei confronti della Fondazione MIdA di € 48.939,50. Attualmente è in corso un contenzioso tra MIdA e la precedente società per questi debiti e per un danno stimato in € 100.000,00 Euro” per una serie di operazioni che avrebbero fatto notevolmente diminuire il numero dei visitatori paganti sceso dal 2007 al 2014 da 30.000 a 20.000 unità, senza dimenticare un “oscuramento” del brand Grotte di Pertosa-Auletta e del sistema museale MIdA nei confronti dell’opinione pubblica”.

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Quali le conseguenze? Per l’ex presidente del MIdA “i mancati incassi e il debito lasciato dalla precedente società hanno costretto i dipendenti a decurtarsi lo stipendio del 15% per diversi mesi. Per risolvere la crisi finanziaria in cui versava la Fondazione” sostiene D’Orilia “ho assunto personalmente anche la Direzione consentendo un risparmio per le casse della Fondazione di 460.000 Euro, visto che il precedente Direttore percepiva uno stipendio di € 5.000 mensili. Inoltre, il fatturato della Fondazione relativo ai soli ingressi nelle Grotte per l’anno 2014, ultimo di svolgimento dello spettacolo organizzato dalla precedente società privata ammontava a 508.574 € (44.891 visitatori). Dopo l’allontanamento della precedente società il fatturato è cresciuto progressivamente registrando nel 2019 un ammontare di 705.835 € (63.365 visitatori)”.

Sulla base di quanto sostenuto da D’Orilia il futuro riserverà non pochi pericoli alla Fondazione MIdA che così sintetizza: “Il CDA della Fondazione MIdA ha concesso: a) in uso esclusivo per 5 anni a un soggetto privato le Grotte, “bene pubblico vincolato”, area archeologica e sito focale del Geoparco Cilento – UNESCO; b) in uso esclusivo per cinque anni ad una Società il cui capitale sociale è di soli 1.000 Euro, la possibilità di contrarre con un ente pubblico partecipato dalla Regione Campania, per valori di oltre 100.000 Euro; c) l’ingresso in Grotta contemporaneamente fino a 400 persone, creando i presupposti di rischi ambientali per la conservazione del bene Grotte; d) piena libertà di svolgimento degli spettacoli, compreso nei mesi di aprile e maggio, periodo di massima affluenza del turismo scolastico in Grotta, consentendo a un soggetto privato di sottrarre una fetta di mercato rilevante per le casse della Fondazione”.

Per Francescantonio D’Orilia “la Fondazione sta rinunciando alla sua missione istituzionale; sta svendendo a vantaggio di un privato le potenzialità di sviluppo economico che il bene “Grotte” rappresenta per le comunità e sta mettendo a rischio la sopravvivenza di un patrimonio naturalistico e culturale di proprietà pubblica. Questo il D’Orilia pensiero.

Considerato il tenore e i contenuti del manifesto è facile prevedere che la vicenda avrà ulteriori sviluppi. Sviluppi che, in considerazione dell’importanza che le Grotte rivestono per lo sviluppo e per l’economia del territorio interessato, seguiremo con particolare attenzione e pronti ad ospitare altre opinioni.

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