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Tutto pronto per l’inaugurazione di “Manes nostri”, l’opera realizzata dal Pomponio Leto di Teggiano per ricordare la tragedia del mare a Cutro (VIDEO)

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Sarà ufficialmente inaugurata venerdì 27 ottobre, alle ore 10,30, presso il Comune di Cropani (Calabria) l’opera “Manes-Nostri” realizzata dai docenti e dagli alunni del Liceo Artistico del Polo Liceale Pomponio Leto di Teggiano per ricordare la tragedia verificatasi nel mare di Cutro nella notte tra il 25 e il 26 febbraio quando un caicco con circa 180 migranti si inabissò provocando circa un centinaio di morti.

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Uno spazio e un’opera per non dimenticare. Lo spazio è quello antistante il mare di Cutro. L’opera, invece, è stata realizzata con i resti del caicco sul quale si trovavano i migranti recuperati dall’associazione calabrese Rangers del Mediterraneo nei giorni successivi alla tragedia. L’opera d’arte si compone di un’ancora e tante mani protese a cercare la salvezza sul labile confine tra la vita e la morte.

La creazione artistica ha come nome “Manes-Nostri” ed è stata realizzata presso il Liceo Artistico di Teggiano dai professori Antonietta Guarino, Oriana Vertucci, Gennaro Ricco e Germano Torresi,con il contributo dell’architetto Giuseppe Capellupo e la collaborazione degli alunni.

Dedicare uno spazio per non dimenticare, per non lasciare cadere. Uno spazio come monito affinché non succeda mai più. In verità è già stata consegnata al sindaco della cittadina calabrese, Raffaele Mercurio, il 28 luglio 2023 presso il teatro all’aperto di Cropani Marina e l’8 agosto successivo le gigantografie dell’opera furono collocate alle spalle del noto gruppo musicale “I Nomadi” durante il loro concerto.

Pertanto quella di venerdì 27 agosto è l’inaugurazione ufficiale. Sarà una cerimonia solenne nel corso di un convegno dal significativo titolo “In viaggio verso un futuro migliore”. Oltre al sindaco Raffaele Mercurio il programma diversi interventi come si evince dall’allegato programma. In particolare interverranno, tra gli altri, mons. Claudio Maniago, Vescovo dell’Arcidiocesi di Catanzaro Squillace; mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro; Roberta Molè, Vice Prefetto di Catanzaro e l’on.le Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno; il sindaco di Teggiano, Michele Di Candia e il Referente per il Pomponio Leto, Germano Torresi (anche in rappresentanza della dirigente scolastica Maria D’Alessio). Faranno parte della delegazione del Vallo di Diano i docenti e alcuni alunni che hanno lavorato alla realizzazione dell’opera, scaturita da un’idea dell’architetto Giuseppe Capellupo, calabrese, ma docente di progettazione architettonica presso l’Artistico di Teggiano. A lui va anche il merito di avere procurato e fatto arrivare a Teggiano il materiale per la realizzazione dell’opera.

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Il naufragio di Cutro (almeno 94 vittime tra cui 35 minori) è avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 quando un caicco (tipica imbarcazione turca bialbero in legno, utilizzata per la pesca) partito dalla Turchia e carico -secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti chiamati ad indagare sulla tragedia- di almeno 180 migranti. Il natante si arenò su una secca a poche decine di metri dalla costa di Steccato di Cutro, nei pressi della foce del fiume Tacina. L’impatto con la secca espose l’imbarcazione, già in difficoltà di navigazione a causa dell’elevato numero di migranti a bordo, alla violenza delle onde del mare tra forza 4 e forza 5, che rovesciarono e distrussero il natante.

A soccorrere per primi i naufraghi furono due pescatori del luogo, che udirono il frastuono del disastro e le grida di chi era in difficoltà e allertarono i carabinieri e altra gente del luogo per prestare aiuto. Nel buio più completo e al gelo della notte, i volontari e i carabinieri salvarono chi era ancora vivo e iniziarono ad estrarre dall’acqua numerosi corpi senza vita spinti verso la riva dalla violenza delle onde. Alle prime ore dell’alba il bilancio appariva già drammatico: il caicco, letteralmente sbriciolato, veniva trasportato dalla risacca e decine erano i corpi distesi sulla sabbia e coperti da sudari bianchi. Intanto, era scattata una imponente macchina di ricerca e salvataggio di altri eventuali superstiti, oltre agli 81 già recuperati, ma il mare molto mosso continuava a restituire di ora in ora cadaveri di uomini, donne e bambini.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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