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Con-Tatto – Tribunale di Sala Consilina, tra dubbi e certezze meglio evitare le polemiche

Tribunale di Sala Consilina

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Il brano di cui ascoltiamo l’incipit in questa puntata di Con-Tatto si intitola “Il dubbio e la certezza”, cantato nel 1977 da Bruno Lauzi, e si addice alla vicenda che sta tenendo banco nel Vallo di Diano in relazione alla possibilità di riapertura del Tribunale di Sala Consilina.  A dare il via ai commenti è stata la risposta del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ad una interrogazione della deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi.

Come era facilmente prevedibile, considerata l’importanza dell’argomento la risposta del ministro ha suscitato una ridda di ipotesi. Alcuni organi di informazione, ma anche qualche esponente politico, è stato indotto a scrivere o ad affermare che “il tribunale non riaprirà e resterà a Lagonegro”. Dubbi o certezze?

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Il 23 giugno scorso il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponde in aula ad una interrogazione della deputata Maria Elena Boschi ma nessuno ne parla. Invero, analoga interrogazione era stata avanzata dal gruppo parlamentare della Lega il 18 giugno, ottenendo identica risposta da parte del Ministro.

Dopo circa 20 giorni il consigliere regionale Tommaso Pellegrino ringrazia la Boschi “per aver preso una posizione netta a difesa del nostro territorio e per la sensibilità dimostrata”; quindi, aggiunge: “la risposta del Ministro della Giustizia non è stata incoraggiante. Le sue dichiarazioni rivelano una realtà diversa da quella sperata ma al tempo stesso confermano che il principio di ‘giustizia di prossimità va tenuto in considerazione anche in deroga ai numeri citati dal Ministro stesso, soprattutto in un’area interna come la nostra”. Fin qui le dichiarazioni di Tommaso Pellegrino.

Immediata la reazione del sindaco di Sala Consilina, Francesco Cavallone, il quale offre una interpretazione diversa delle parole di Nordio: “il ministro non ha negato la riapertura del Tribunale di Sala Consilina” ed ha poi ribadito che “l’impegno degli amministratori del territorio continua anche perché la riforma della geografia giudiziaria del 2013 (che ha determinato la soppressione del Tribunale di Sala Consilina) non ha sortito gli esiti sperati”. Un’affermazione che, va ricordato, il ministro aveva già reso ad aprile durante un question time al Senato.

Cavallone riporta testualmente le parole del ministro: “il tema rimane anche politicamente sensibile. Stiamo affrontando siffatta problematica al fine di trovare le soluzioni più idonee. Questo Governo ha all’esame la possibile riapertura di uffici giudiziari già soppressi anche con eventuale rimodulazione delle relative competenze territoriali”. Quindi, per il sindaco di Sala Consilina “non si può parlare di ‘fumata nera’ in relazione all’ipotesi di riapertura del Tribunale di Sala Consilina”.

Nella risposta del ministro c’è un altro passaggio che consente una ulteriore riflessione: “Stiamo affrontando -si legge nella nota di Nordio- siffatta problematica al fine di trovare le soluzioni più idonee, tenendo anche presente che dal 1° settembre del 2015 vi è stato il trasferimento dai Comuni al Ministero della giustizia delle spese obbligatorie di funzionamento degli uffici giudiziari, circostanza che ha accresciuto in misura considerevole gli oneri economici ministeriali relativi al mantenimento dei presidi stessi. Di recente sono stati formati dei gruppi di lavoro per verificare la possibilità di conciliare l’efficienza del sistema giudiziario -mediante la razionalizzazione delle risorse, la digitalizzazione e l’informatizzazione- con la doverosa risposta di giustizia di prossimità che lo Stato deve garantire soprattutto, nelle sedi più disagiate”.

Fin qui il ministro. Appare evidente che i gruppi di lavoro formati da Nordio dovranno pur pronunciarsi sull’iter legislativo della vicenda proposto ufficialmente da alcune regioni, tra cui la Campania e la Calabria, per il ripristino di alcuni tribunali. E qui va ricordato che recentemente, su proposta dal consigliere Corrado Matera, il consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità una legge con la quale la regione si impegna a farsi carico delle spese per il mantenimento del tribunale di Sala Consilina. E tale impegno di spesa è previsto solo per Sala Consilina.

Attualmente l’iter legislativo avviato dalle Regioni è in discussione presso le Commissioni Giustizia della Camera e del Senato, per cui occorre convogliare in quella sede gli sforzi delle forze politiche che sostengono la necessità di riaprire il tribunale di Sala Consilina; più che le interrogazioni servono i voti in commissione e in aula perché è lì che sarà presa la decisione definitiva.

Soprattutto, è necessario evitare le polemiche, cosa che non è avvenuta dal 2013 ad oggi. 

Intanto, nell’ottica di scongiurare gli errori del passato, la Commissione creata dall’amministrazione comunale di Sala Consilina, presieduta dal Sindaco Cavallone, si è riunita venerdì sera presso il municipio con la partecipazione degli on.li Piero De Luca del PD, Antonio D’Alessio di Azione, del sen. Antonio Iannone di Fratelli D’Italia, del consigliere regionale Corrado Matera e dei componenti esterni al consiglio Angelo Paladino, Antonio Gnazzo ed Elisabetta Giordano, in rappresentanza delle associazioni del Vallo di Diano.

Tutti hanno sostenuto che chiudere il tribunale di Sala Consilina è stato un grave errore e hanno evidenziato il grave danno arrecato alla intera Comunità Valdianese; quindi, hanno ribadito l’impegno comune senza distinzioni di appartenenza, a lavorare sinergicamente anche con la stessa commissione, affinché approdi sul tavolo del Ministro un progetto utile ad ottenere il risultato che tutti i cittadini si auspicano. Soprattutto, si sono impegnati ad evitare le polemiche che tengono banco ormai da dieci anni.

E questo è un dato importante perché un fatto è certo: l’obiettivo che tutti auspicano si potrà raggiungere solo se le forze politiche, tutte e tutte insieme, remeranno nella stessa direzione. L’unità di intenti è fondamentale per affrontare anche un altro pericolo che incombe sul nostro territorio: la riforma Cartabia ha previsto la nascita dei “Tribunali della famiglia” che entro il 2024 prenderanno il posto degli attuali Tribunali per i Minorenni, destinati a scomparire e allora la domanda sorge spontanea: il Vallo di Diano resterà in Basilicata oppure a Salerno? O addirittura in Puglia come avviene per il tribunale delle imprese? Credo che su questo tutte le forze politiche che dicono di avere a cuore i destini del Vallo di Diano dovrebbero impegnarsi per una soluzione unitaria ma, principalmente, favorevole al territorio.

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