Search

Con-Tatto – L’8 marzo di Vallo Più (VIDEO): a Teggiano sotto i riflettori “Parità salariale, sfide e prospettive”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

L’8 marzo si celebra la Giornata della Donna, riconosciuta nel 1975 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come Giornata Internazionale. Oggi viene celebrata in più di 100 paesi ed è festa ufficiale in 25. Per l’occasione Vallopiù ha deciso di organizzare un convegno sul tema “8 Marzo tutto l’anno. Parità salariale: sfide e prospettive”. L’iniziativa si avvale del patrocinio del comune di Teggiano e si svolgerà l’8 marzo prossimo (ore 10:00) nell’Aula Consiliare “Sen. Antonio Innamorato” dell’Ex Convento SS. Pietà. Il programma prevede il saluto di Michele Di Candia, Sindaco di Teggiano; l’introduzione di Rosa Mega, Insegnante e ideatrice della rubrica “Di Pari Passo” di Vallo Più; gli interventi di Corrado Spina, Avvocato Giuslavorista, Professore a contratto UNISA, di Filomena Foccillo, Avvocato Giuslavorista e Claudia Marin, Scrittrice e Giornalista del Quotidiano Nazionale.

GUARDA IL VIDEO CON LA NUOVA PUNTATA DI CON-TATTO:

VIDEO – CLICK SUL PLAYER PER VEDERE

Tra le numerose conquiste che nel corso degli anni le donne sono riuscite ad ottenere con le loro lotte manca la parità salariale. Nel nostro Paese il gender pay gap, ovvero la differenza salariale tra uomini e donne nel sistema privato, ha raggiunto i 7.922 euro. Secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum, la parità in busta paga tra uomini e donne è prevista per il 2154!

La statistica dice che per il 14° anno consecutivo il paese con la maggiore parità di genere al mondo è l’Islanda che è riuscita a colmare oltre il 90% del suo divario salariale tra uomini e donne. L’Italia è al 79esimo posto, tra l’Uganda e la Mongolia.  Secondo i dati elaborati dall’ultimo report diffuso dall’Osservatorio INPS sui lavoratori dipendenti del settore privato, la retribuzione media annua complessiva è di 22.839 euro; per il genere maschile è di 26.227 euro contro i 18.305 euro del genere femminile. Quasi 8 mila euro l’anno in meno per le donne. Oltre il danno, c’è anche la beffa: il gender pay gap è addirittura in aumento rispetto al 2021 quando era pari a 7.908 euro, mentre nel 2022 è salito a 7.922. Anche in Europa le donne continuano a guadagnare meno degli uomini: il divario retributivo medio di genere è pari al 13 per cento. Ciò significa che per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna percepisce solo 0,87 euro.

A differenza del trend italiano, nell’ultimo decennio il divario retributivo di genere in Europa è diminuito di 2,8 punti percentuali.  In Campania il Consiglio Regionale ha approvato nel 2021 la Legge n.17 contenente “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile di qualità, e la valorizzazione delle competenze delle donne”. Con questa legge la Regione riconosce la parità di genere quale presupposto per un sistema equo di cittadinanza e convivenza e per lo sviluppo socio-economico del territorio. Inoltre, detta disposizioni per favorire la parità retributiva tra i sessi; la permanenza, il reinserimento e l’affermazione delle donne nel mercato del lavoro; la valorizzazione delle competenze delle donne; la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, e l’equa distribuzione delle responsabilità di cura familiare. Con questa legge è stata istituita la Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro da celebrarsi ogni anno il 13 maggio, al fine di promuovere su tutto il territorio regionale la cultura di genere, l’educazione, l’informazione e la sensibilizzazione in materia di discriminazione sul lavoro basata sul sesso.

Indubbiamente la disparità salariale di genere tra uomini e donne ha diverse ragioni e pone diversi interrogativi: Quali i fattori che contribuiscono al divario? È possibile eliminarli o almeno ridurli? L’auspicio è che si riesca ad avere delle risposte al termine del convegno dell’8 marzo a Teggiano.

Abbiamo accennato alle conquiste che faticosamente le donne sono riuscite ad ottenere nel corso degli anni. Anche se la lotta è stata lunga e difficile i risultati non sono mancati. Il primo risultato importante ottenuto dalle donne italiane è la conquista dell’elettorato attivo e passivo nel 1945 che consente alle donne di recarsi per la prima volta alle urne il 2 giugno del 1946 per esprimersi sul referendum Monarchia-Repubblica. Due anni dopo, alle elezioni per la prima legislatura repubblicana del 1948, fanno il loro ingresso in Parlamento: 39 alla Camera dei Deputati e 4al Senato. Da allora la lotta non si è più fermata e, in progressione, sono arrivate la legge Fortuna-Baslini per il divorzio nel 1970, uscita indenne dal referendum abrogativo del 1974; la legge 405 del 1975, istituiva dei consultori familiari, e la legge 194 del 1978, che legalizza l’interruzione volontaria della gravidanza. Altra conquista importante è la legge del 1975 sulla riforma del diritto di famiglia che ha sancito la parità giuridica dei coniugi ed ha abrogato l’istituto della dote, istituita nel VI secolo con il codice giustinianeo; inoltre, ha previsto la comunione dei beni e consentito alla donna di conservare il cognome da nubile. Altra conquista: la possibilità per i figli di aggiungere il cognome materno a quello paterno con la patria potestà estesa ad ambedue i genitori. Molto importante è anche la legge n. 125 del 10 aprile del 1991 che prevede la parità uomo-donna nel lavoro. Di recente le donne, già numerose nella Scuola, nell’Amministrazione dello Stato, nella Magistratura, negli Ordini professionali, possono arruolarsi nelle Forze Armate e sono sempre più protagoniste nel mondo dell’imprenditoria. Inoltre, è stato abolito il processo per adulterio, che era previsto solo a carico della donna. Un momento fondamentale è rappresentato dalla legge del 15 ottobre 2013 n. 119, recante “Nuove norme per il contrasto della violenza di genere che hanno l’obiettivo di prevenire il femminicidio e proteggere le vittime”. Nell’ambito degli interventi di promozione dei diritti e delle libertà fondamentali, particolare attenzione è stata posta nella XVII legislatura agli interventi volti a dare attuazione all’art. 51 della Costituzione, sulla parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive, incidendo sui sistemi elettorali presenti nei diversi livelli, completando così il percorso avviato nella precedente legislatura con le modifiche alla disciplina elettorale comunale. Prossima sfida? La parità salariale.

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close