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Polla, omaggio a Homero Manzi: il 10 agosto “Homero, l’italiano. La poesia del tango”

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Homero, l’italiano. La poesia del tango”: questo il titolo dello spettacolo che, presentato qualche mese fa a Salerno, sarà riproposto a Polla, giovedì 10 agosto nell’auditorium di Santo Nicolicchio (inizio ore 21,30).

Lo spettacolo si propone di ricordare il grande poeta argentino di chiare origini pollesi. Ideato da Pierdomenico Di Benedetto, si avvale della partecipazione di Francesco Langone (chitarra); Gianfranco di Miele (basso elettrico); Pierdomenico Di Benedetto (pianoforte e tastiere); Lucia Romaniello (canto); Michela Chirico (danza); Annalisa Vegliante (voce narrante); Coordinamento organizzativo e backstage Rosaria Sinforosa; Direzione Artistica Pierdomenico Di Benedetto; Regia Michela Chirico.

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Omaggio a Homero Manzi a Polla

Per gli organizzatori e i protagonisti dello spettacolo “per noi del Sud, dopo aver letto Neruda e Garcia Lorca, è naturale arrivare a Homero Manzi, il poeta italoargentino che ha saputo dipingere le luci e le ombre del suo quartiere, le atmosfere dei caffè, le melodie delle sigarette e i testi di fumo.

Con forza avvolgente ha rappresentato i tacchi delle ragazze di Boedo e l’eternità della nebbia di Buenos Aires. Ci ha insegnato che l’arte non conosce catene (questa è la sua libertà) ed era solito dire “lascia perdere il mare, ragazzo, e le sue distanze”.

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Omaggio a Homero Manzi a Polla

Manzi ha cantato i personaggi e soprattutto l’amore delle notti di luna e i silenzi del suo quartiere; ha scritto le più belle poesie di tango musicate dai grandi musicisti argentini dell’inizio del ‘900. In ogni sua poesia c’è sempre ricordo e nostalgia (per l’amore, per i luoghi, per la gente).

Per Manzi “l’arte è un tormento che Dio mette nell’anima” ma conoscere la sua opera è necessario per apprezzare tutte le sfumature che testimoniano le sue radici popolari, i suoi forti ideali, la sua generosa militanza politica.

Questo spettacolo è uno spaccato della sua vita e delle sue opere attraverso le forme d’arte a lui più congeniali: la poesia, la musica e quindi il tango caldo e le sue milonghe amorose. Il nostro lavoro intorno alle sue opere è stata acqua che ha dato luce ad un seme per farlo sopravvivere oltre il suo tempo e per ricordarlo come figlio della nostra terra”.

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Homero Nicolàs Manzione, uno dei più celebrati e famosi autori di tango, nacque in Argentina nel 1907. Il nonno, Francesco Paolo, era nato a Polla ma agli inizi del 1860 si rifugiò in America del Sud Argentina unitamente al fratello Vincenzo per sfuggire alla polizia borbonica. Francesco Paolo scelse l’Argentina dove nel 1870 contrae matrimonio per procura con Antonia Marmo, che lo raggiunge a Buenos Aires.

La loro unione sarà allietata da 7 figli, tra cui Luigi che sposa Angela Prestera, di origine genovese; dalla loro unione nascono 8 figli tra i quali Homero Nicolás che, nato il 1° novembre del 1907, in età scolare, raggiunge i fratelli maggiori a Buenos Aires per frequentare la scuola.

Nel 1925 scrive il suo primo testo “Viejo Ciego”, tango che racconta l’addio di un anziano musicista ambulante. Questo tango non solo preannuncia le note nostalgiche che saranno presenti in tutta la produzione di Manzi, ma soprattutto apporta cambiamenti al genere.

“Viejo Ciego” porta un’elevazione spirituale del popolo e per la prima volta si penetra nella vita reale dei barrios di Buenos Aires. Il percorso letterario di Manzi nel tango culmina in “Malena” (1941) che segna una vera e propria svolta: se nel tango ci si esprimeva in un modo tutt’altro che poetico, a partire da “Malena” Manzi trasforma il tango in poesia continuando però ad usare un linguaggio semplice ed elementi della realtà quotidiana, in quanto il suo obiettivo era comunicare con il popolo, con la classe proletaria emergente, costituita in gran parte da immigrati.

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Omaggio a Homero Manzi a Polla

È il poeta dell’evocazione, il suo tema costante è la nostalgia per ciò che è irrecuperabile; attraversando il passato con la memoria, canta una Buenos Aires che non esiste più, distrutta ormai dalla modernità. Egli ricerca nel ricordo il vecchio barrio, gli amici, la donna amata.

Questa poetica “del ricordo” culmina nei tanghi “Barrio de tango” (1942) e “Sur” (1947). Musicato da Hanibal Troilo, “Sur” rimane probabilmente il capolavoro del genere e riassume il sentire più profondo della nostalgia poetica trasferita al tango, ritenuto un ballo nostalgico.

L’inizio della sua militanza politica coincide con l’iscrizione alla facoltà di giurisprudenza: entra a far parte della FUBA (Federazione Universitaria di Buenos Aires), composta dagli studenti figli di immigrati che vogliono difendersi dai conservatori che non li accettano all’interno dell’università.

Nel 1930 partecipa alla lotta contro il regime oligarchico della Decade infame: viene espulso dall’università e incarcerato. Nel 1935 è tra i fondatori di Forja (Forza di orientamento radicale della giovane Argentina) con lo scopo di opporsi al regime oligarchico e a quella parte del partito radicale che ormai era divenuta complice dell’operato di chi governava il Paese.

Amico personale di Evita Duarte, nel 1946 Homero appoggia Perón e per questo viene cacciato dall’UCR. Ancora una volta mostra il suo spirito battagliero con un discorso pronunciato per radio, nel corso del quale afferma: “la politica non è un torneo sportivo, dove si scende in campo per sconfiggere l’avversario.

Quando in politica l’avversario può realizzare gli stessi principi a cui noi aspiriamo, non si deve far altro che assecondare la loro realizzazione”. Homero Manzi muore in ancor giovane età, nel 1951.

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La sua casa è stata dichiarata monumento nazionale. Nel 2009 il regista Eduardo Spagnuolo ha girato un film sulla vita del poeta dal titolo “Homero Manzi, un poeta en la tormenta” che nel 2011 ha partecipato alla XXVI edizione del Festival del Cinema Latino-Americano di Trieste (Sez. Cinema e Letteratura) ottenendo una menzione speciale.

Questa la motivazione: “Per la contestualizzazione politica e sociale della storia, per la narrazione in prima persona del protagonista e per la presenza del suo lavoro, poesia e narrativa, durante tutto il film. Infine per la dinamicità della narrazione e la capacità di ricostruire anche la storia dell’Argentina”.

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Omaggio a Homero Manzi a Polla

Anche il figlio di Homero Manzi, Acho, è stato un personaggio di spicco della cultura e della musica in Argentina. Ha dedicato la sua vita ed ogni sua energia per far conoscere nel mondo l’opera del padre. Il 16 ottobre 2007, per iniziativa di Helda Stabile e Giovanni Cafaro, fondatori della “Casa di Polla” a Buenos Aires, il comune di Polla conferì ad Acho Manzi la cittadinanza onoraria.

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