Search

Filippo Facci e il metodo delle tre V: volgarità, violenza e visibilità – Rosa Mega per Vallo Più

Le reazioni all'articolo di Filippo Facci

Di Rosa Mega

In queste calde ore estive fa molto discutere l’articolo a firma del giornalista Filippo  Facci sulla vicenda che vede coinvolti una ragazza e Leonardo Apache La Russa, figlio del Presidente del Senato. Affaire, questo, nel merito del quale non entrerò perché ci sono indagini in corso. Tuttavia, non posso e, soprattutto, non voglio esimermi da una riflessione sullo stomachevole articolo pubblicato dal suddetto giornalista nella giornata di sabato 8 luglio sul quotidiano Libero nel quale Facci, riferendosi alla ragazza, scrive testualemente: “…fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache la Russa“.

Parole vergognose riferite alla ragazza che esprimono una violenza inaudita, come se si stesse parlando di un oggetto da usare e poi gettare in pasto ad una pubblica opinione che nel frattempo, con tali termini, già condanna la giovane con i soliti slogan usati fin dalla notte dei tempi in casi come questi. E’ un modo di argomentare che mira a spostare l’attenzione dai fatti, a distrarre, ammicando a commenti   volgari. Come non ricodare allora quanto affermato qualche anno fa su un articolo del Washington Post su una vicenda che coinvolgeva l’ex Presidente Trump: …”utilizzare in questo tipo di contesto le parole in modo così orribile sdogana una forma di punizione che potrà essere usata contro qualunque donna non faccia la “brava“. Denigrazione del corpo che punta ad annichilire lo spirito, la dignità delle donne, rendendo il corpo femminile e la vita di una donna di demanio pubblico.

E allora prima che la calura sciolga il nostro intelletto, bisognerebbe rammentare il metodo delle 5 W nell’ambito del giornalismo anglosassone (What cosa, Who chi, Where dove, When quando, Why perché) che dovrebbe essere alla base di un buon “pezzo” da quotidiano. È evidente però che in questo caso c’è qualcosa che non torna perché il povero Facci ha utilizzato invece il metodo delle 3 V: volgarità, violenza, visibilità, come risultato di un dibattito basato sulla sola e limitata politica del testosterone.

Machismo di stampa? No: povertà intellettuale, argomentazioni retrograde che non rappresentano solo una questione di femminismo ma una questione di civiltà. In un generale clima di soprusi e violenza, la bellezza che le donne sapranno riconoscere in se stesse sarà la fonte della libertà che le si vorrebbe negare. Ma tutto questo deve cominciare a passare anche attraverso una tolleranza zero verso un linguaggio volgare nei confronti dell’universo femminile sulla stampa, sui social come in strada, atto solo a seminare odio, pieno di frustrazione. E che ha un riverbero profondo, a volte perfino fatale, sulla vita delle donne.

Condividi l'articolo:

1 comment

  1. Ricordo Rosa Mega nel lontano biennio 1994-1996; era una ragazza vivace, curiosa, impegnata.
    È cresciuta stupendamente al punto di scrivere di getto un articolo che andrebbe letto e commentato nelle scuole, nelle associazioni, in tutti i luoghi di incontro. Sarebbe straordinario se anche qualche sacerdote lo utilizzasse per la sua omelia domenicale.

Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close