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Route 96Bis, l’esordio narrativo di Giovanni Bracco tra il Bradano e gli States

di Giuseppe Geppino D’Amico

Una figura poliedrica. Credo sia questa la denominazione più giusta per parlare di Giovanni Bracco, giornalista, poeta, scrittore e musicista. Nato a Polla, studi liceali al “Marco Tullio Cicerone” di Sala Consilina, una laurea con lode in Lettere all’Università Napoli e un diploma in pianoforte al Conservatorio di Potenza. Giornalista professionista, vive a Roma dove è stato capo della redazione di Roma dell’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor. All’attività di giornalista affianca da tempo con successo la passione per la musica e per la poesia: Ha pubblicato cinque libri di poesia con La Vita Felice Editore (Le grandi mani calme conprefazione di Elio Pecora; Il nostro tempo, con prefazione di Annelisa Alleva; Il mare mi ha deposto dalla croce – Mediterraneo; Sull’orizzonte dei binari in fuga – Carme famigliare, Urne). Con Cyberwit.net ha pubblicato il libro di poesia Nocturnes in inglese e in italiano. Sue poesie, tradotte in inglese e spagnolo, sono pubblicate su diverse riviste internazionali. Sue poesie sono state pubblicate su Nuovi Argomenti e su Poeti e Poesia. E sono sono state accolte da Blue Moon Literary and Art Review (California) e Taj Mahal Review (India). Tradotte in spagnolo, sono state pubblicate da Revista Literaria Alborismos (Venezuela), dalla rivista on line Katabasis, da Revista Almiar (Madrid), da Revista Zéjel (Siviglia). 

Ora torna in libreria con Route 96Bis (Porto Seguro Editore) che segna il suo esordio nella narrativa. Tre storie diverse che si intrecciano tra loro, ambientate in Basilicata, nella valle del Bradano, attraversata dalla Statale 96 bis dove, spuntato dal nulla, è attratto da un distributore di carburante circondato da un territorio che ricorda un dipinto del pittore statunitense Edward Hopper.

Peppino, emigrato da giovane in Germania, Antonio, avvocato dedito alla causa dei migranti e Amedeo, maturo sarto di Casteldiano, sono i protagonisti che danno vita ai sapienti intrecci che Giovanni Bracco è riuscito a creare, attratto da quell’incontro tra la natura piegata alle esigenze di coltivatori pionieri con la desolazione del luogo.

Nella valle del Bradano proprio quel distributore di carburante, ubicato al km 3 della Strada Statale 96 bis, che collega Oppido Lucano con Gravina in Puglia ha attirato l’attenzione dell’Autore: una valle con le colline circostanti sulle quali si distende la coltivazione del grano e le pale eoliche che sovrastano gli uliveti ma ammettono la fragilità dei giganti se il vento, come spesso accade, non le rianima. Un paesaggio che passa dal giallo tipico dell’estate provocato dalla coltivazione del grano al verde degli ulivi dislocati in collina caratterizzati dalla presenza di pale eoliche che non sempre girano per fare il loro dovere che è quello di produrre energia.

Nel bar del distributore l’occhio indagatore del giornalista si ferma su un poster raffigurante un paesaggio semidesertico americano attraversato da una strada, “Route 96Bis” diversa da quella in cui sorge il distributore, lontano dai centri abitati.

Le storie raccontate chiamano in causa due paesi, Serracupa e Casteldiano (nomi di fantasia) e si possono così sintetizzare: la riconciliazione con Serracupa di Peppino, emigrato da giovane in Germania, i suoi incontri con Minuccio, il capostazione che regola un traffico quasi inesistente; l’incanto di Antonio, avvocato dedito alla causa dei migranti, di fronte ai cicli della vita che governano l’inverno e la rinascita della natura e anche la discendenza dell’uomo; infine, un amore malato qual è quello del maturo Amedeo, sarto di Casteldiano, di origine albanese, per la giovane e fragile Carmen, la più bella ragazza del paese.  Solo il primo racconto contiene un piccolo fondo di storia vera così come vere sono le riflessioni che il libro consente sul mondo lucano degli anni ’90:   luogo natìo ormai distante per l’emigrato; terra promessa per i migranti di oggi: un inferno da cui le generazioni inquiete dei più giovani tentano di fuggire.

Le sorprese non mancano. Per scoprirle è sufficiente leggere il libro. C’è, però, un dato da evidenziare che Giovanni Bracco spiega così: “Nei due paesi della valle del Bradano narrati nel libro (Serracupa e Casteldiano) “c’è molto del mio luogo d’origine, Polla, che è in provincia di Salerno ma ricade per tradizioni, cultura, anima, nella Lucania Occidentale. Polla è nel Vallo di Diano; la valle del Bradano è oltre Potenza. Ma mi sono trovato a casa nel raccontare queste storie nelle quali ho riversato il ricordo del mio paese e le esperienze di una vita”. Che dire? Il pensiero di Giovanni Bracco sul “suo” luogo del cuore riporta alla mente un verso di un grande poeta lucano del passato, Orazio, tratto dalle Odi: “quell’angolo di terra più degli altri mi sorride…” (Ille terrarum mihi praeter omnis angulus ridet…).

Giovanni Bracco
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1 comment

  1. Raffaele, una recensione eccellente. Giovanni la merita e tu sei rimasto un giornalista che riflette su ciò che racconta in un tempo in cui sembra prevalere la reazione della battuta superficiale.

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