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Con-Tatto – Quando il Vallo di Diano si fa male da solo: tra vortici, vertici e “sindrome di Crono”

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Che cos’è un vortice? È una massa d’aria o di liquido o fluido che, mettendosi rapidamente in movimento, assume una configurazione a spirale. Per esempio: “un vortice d’aria”; in senso figurativo “un impeto travolgente”, causato da eccessiva passione. I vortici sono fenomeni estremamente diffusi soprattutto in natura: basti pensare ai vortici d’acqua o alle trombe d’aria che tanti danni possono provocare.  Ma non risparmiano il mondo politico e quello associativo; anche in questi campi riescono a far danni. Pure nel Vallo di Diano dove siamo molto bravi a farci male da soli.

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Da diversi anni i vortici colpiscono il Vallo di Diano creando seri danni non soltanto al territorio ma anche al mondo politico e associativo. L’ultimo vortice nel campo dell’associazionismo si è abbattuto sulla votazione per il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lagonegro che ha sancito l’elezione di otto avvocati del Vallo di Diano e tre del Lagonegrese. Nel corso della prima riunione il nuovo Consiglio ha proceduto ad eleggere presidente per il prossimo quadriennio (2023 – 2026) Vincenzo Bonafine, che è anche presidente della Camera Penale; vicepresidente Eugenio Di Bisceglie; segretario Rosy Pepe; tesoriere Marianna Morello. Scorrendo i nomi degli eletti, appare evidente che tra gli avvocati del Vallo di Diano c’è stata una spaccatura più forte rispetto alle precedenti elezioni e i risultati di sono visti, sono sotto gli occhi di tutti. Da quando nel 2013 il Tribunale di Sala Consilina è stato accorpato a Lagonegro il presidente dell’Ordine era sempre stato un esponente dell’avvocatura del Vallo di Diano: prima Michele Marcone, poi Gherardo Cappelli e, nell’ultimo anno, Sebastiano Tanzola, assenti alla recente tornata elettorale per avere già espletato i due mandati previsti.

Dei sette consiglieri che formano la maggioranza in seno al consiglio quattro sono del Vallo di Diano (Rosy Pepe, Eugenio Di Bisceglie, Camillo Celebrano e Marianna Morello) e tre del Lagonegrese (il neopresidente Vincenzo Bonafine, Cesare Albanese e Antonietta Reale). Tutti del Vallo di Diano i quattro che possiamo definire di minoranza (Antonello Rivellese, Fernando Cappelli, Raffaella Manzolillo e Stefania Parrella).

Non conoscendo i motivi della spaccatura evitiamo qualsiasi commento su chi abbia torto o ragione. Fuor di metafora, però, possiamo tranquillamente parlare di un vortice che ha abbattuto i …vertici del precedente consiglio.

Resta il fatto che gli avvocati del Vallo di Diano si sono fatti male da soli. E questo assume particolare rilievo in un momento in cui è già sul tavolo del Governo un nuovo progetto di legge di riforma delle circoscrizioni giudiziarie, che prevede ulteriori ristrettezze rispetto alla famigerata riforma Severino-Birritteri del 2011. Si parla, infatti, di un provvedimento che porterebbe ad un solo tribunale per provincia e su questo gli avvocati potrebbero essere chiamati ad esprimere il proprio pensiero. Se così fosse la domanda nasce spontanea: qualora anche Lagonegro dovesse chiudere, si vuole che il Vallo di Diano resti aggregato in Basilicata, quindi a Potenza e comunque fuori regione, oppure rientrare nell’alveo naturale rappresentato dal Tribunale di Salerno, rimediando finalmente all’antico errore che portò il tribunale di Sala Consilina fuori regione?

Purtroppo, nel Vallo di Diano la spirale del vortice che abbatte i vertici è sempre più continua. La vicenda del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati non è un caso isolato. Potremmo citarne altri. Ci limitiamo a ricordare quanto avvenuto nell’ambito della Fondazione MIDA che gestisce le Grotte, i due musei integrati del suolo di Pertosa e il complesso Jesus di Auletta. Contestato al termine del mandato dai sindaci dei due paesi, il presidente Francescantonio D’Orilia, peraltro ex sindaco di Pertosa, l’uomo che aveva creato il progetto MIDA, scriveva una lettera al Governatore De Luca comunicando la propria indisponibilità ad un rinnovo dell’incarico che pure sembrava essere nell’aria. Il risultato? Al vertice del MIDA, con buona pace dei due sindaci, il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha nominato presidente Sabrina Capozzolo, di Agropoli, certamente persona capace e degna di stima, ma pur sempre proveniente da un altro territorio. Un territorio che continua a mangiarsi i suoi vertici.

La vicenda delle Grotte, luogo mitico, ci riporta alla mitologia, in particolare al “mito di Crono” (Saturno per i Romani) o per essere più precisi, alla “sindrome di Crono”, la patologia psichica di un padre che desidera, o addirittura esegue, l’omicidio di un proprio figlio. Crono voleva uccidere i suoi figli in quanto un oracolo gli aveva predetto che uno dei suoi neonati, una volta cresciuto, lo avrebbe prima o poi spodestato. Non potendoli uccidere, essendo anch’essi degli immortali, appena nati li ingoiava. Un giorno però, sua moglie Rea, incinta di Zeus, consigliatasi con i genitori, decide di partorire di nascosto a Litto (nell’isola di Creta), consegnando a Crono una pietra che quest’ultimo divorerà pensando fosse suo figlio.

Sarà proprio Zeus, una volta cresciuto, a spodestare Crono. Addirittura, divenuto re dell’Olimpo, lo costringerà a rigurgitare gli altri figli che aveva divorato. Purtroppo, nel Vallo di Diano non si intravedono all’orizzonte figure, se non mitiche, almeno carismatiche, con la forza di Zeus in grado di abbattere il Crono di turno e ridare al territorio l’autorevolezza del passato.

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2 comments

  1. Una metafora molto garbata per un territorio che non sa riconquistare l’orgoglio smarrito!!!!
    Un auspicio: che tanti articoli come quello di Geppinodamico
    Facciano destare le menti “sonnacchiose” delle donne e degli uomini del VALLO!!!

  2. Prendo atto che l’articolo è redatto con rammarico e con spiccato senso della contrapposizione, trasparendo l’idea di un campanilismo antiquato e della perdita del potere. Si rifletta che il Tribunale è quello di Lagonegro e che i colleghi provenienti dal territorio del Vallo di Diano sono iscritti a tale glorioso Albo. Il nuovo Consiglio amministrerà gli iscritti in tale Albo e sicuramente dovrà dare conto a tutti gli iscritti. Non è più tempo di contrapposizione ma di unione e il senso di appartenenza deve essere uno e riferito all’avvocatura nel cui interesse dovranno adottarmi le decisioni e le scelte future.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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