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La Regione Campania impugna la nomina di Marcello Feola a Commissario Straordinario del PNCVDA

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Che la nomina dell’avv. Marcello Feola a Commissario del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni non potesse piacere al Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, era notorio e oggi è arrivata la conferma: la Regione Campaniaha deciso di impugnare al TAR entrambe le nomine disposte dal Ministero. Infatti, oltre a quella di Marcello Feola l’impugnazione riguarda anche quella del Parco del Vesuvio.

In pratica, Vincenzo De Luca non ha gradito che la Regione Campania non sia stata consultata dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, così come previsto dalle norme. La mossa di De Luca era stata ampiamente prevista.

Già nelle scorse settimane, quando la notizia della nomina di Feola era nell’aria, De Luca aveva espressamente dichiarato che in presenza della ufficialità della notizia avrebbe valutato “la correttezza della procedura perché è indispensabile l’intesa con la RegioneNominare un commissario non deve essere un modo per raggirare le regole. Valuteremo se non ci sono ragioni per nominare un Presidente, metteremo in discussione questa nomina”.

A nomina avvenuta il primo a prendere posizione era stato proprio il figlio del Governatore, Piero De Luca, vice capogruppo del Partito democratico alla Camera, il quale aveva affermato che entrambi i decreti  (n. 35 e n. 36 del 25 gennaio 2023) con i quali il  Ministro dell’Ambiente aveva nominato i commissari straordinari dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni “non soltanto sono politicamente sbagliati, ma sono anche nulli e dunque totalmente illegittimi in quanto gravemente viziati da assoluta carenza di attribuzione”. Il giovane parlamentare PD affermava, inoltre, che, ai sensi della disciplina vigente in materia, come interpretata dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 27 del 20 gennaio 2004, non solo la nomina degli organi dei Parchi nazionali, ma anche quella dei Commissari deve avvenire d’intesa con i Presidenti delle Regioni nel cui territorio il Parco ricade”. Di conseguenza Piero De Luca chiedeva al Ministro Pichetto Fratin “di rivedere le proprie decisioni e provvedere a intervenire nel rispetto della normativa in materia nello stesso interesse degli Enti Parco” rimarcando la dose sostenendo che: “gli atti eventualmente adottati dai Commissari, risentiranno del vizio di nullità e questo si tradurrebbe in un grave danno per il territorio”. 

In merito alle norme che regolano le nomine dei Presidenti e dei Commissari dei Parchi aveva espresso la propria opinione lo stesso Commissario Marcello Feola il quale fin dalle prime interviste rilasciate quale Commissario aveva sostenuto la necessità di una nuova norma per l’elezione dei vertici dei Parchi Nazionali tendente ad escludere qualsiasi intesa con le Regioni e che tutto venisse affidato al solo Ministero dell’Ambiente. 

Ora la parola passa al TAR e, c’è da scommetterci, successivamente al Consiglio di Stato al quale certamente si rivolgerà il soccombente, sia esso De Luca oppure il ministro Pichetto Fratin.

Articolo in aggiornamento

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