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Di Pari Passo – “Scegli: o i figli o il lavoro!” – Rosa Mega per Vallo Più

Di Rosa Mega

La vita spesso pone dinanzi ad un bivio che porta a dover compiere scelte in vari ambiti, scelte che si complicano quando sono le donne a dover optare fra il lavoro, magari con una carriera promettente, e il desiderio di essere madre. Quella che “Di pari passo” questa settimana propone è una riflessione, ma anche un viaggio fra gli effetti dell’egoismo sociale, delle istituzioni, delle imprese. Perché il più delle volte la gioia più grande che una donna possa provare, la maternità, si trasforma addirittura in un ostacolo rendendo difficile per una donna diventare madre ancor prima di avere figli. Per comprendere bene questo fenomeno bisogna partire da un’analisi di come si sia imbarbarito il mercato del lavoro: ciò che si richiede è sempre più sovente una totale disponibilità.

In tanti settori lavorativi, infatti, la parola tempo è stata sostituita con la parola merito: la “quantità” equivalente della “qualità”. Ma di lavoro ed in particolare di lavoro femminile non se ne parla tanto, non lo si analizza, non lo si studia. Diventando qualcosa a cui ci si deve adeguare in nome di una flessibilità richiesta solo alle persone, non all’organizzazione della produzione del lavoro. Questo è uno dei motivi per cui negli ultimi tempi si guarda all’equilibrio tra lavoro e vita privata (Work life balance) quale fattore indispensabile per raggiungere una piena parità di genere. Tuttavia, bisogna tener conto dei dati impietosi che individuano l’Italia come uno dei paesi con il tasso di natalità più basso, frutto soprattutto di un clima di incertezza lavorativa per effetto del quale per le donne diventa difficile scegliere di diventare madri.

 Nei colloqui di lavoro poi, fra le varie domande, c’è sempre quella fondamentale dietro l’angolo ad aspettare una donna: “Ha intenzione di avere figli?”. E quell’interrogativo scagliato come un pugno violento nello stomaco lascia pietrificate, in una frazione di secondo nella quale, con una risposta, si deve scegliere fra l’aspirazione legittima a realizzarsi ed il desiderio di avere un figlio. Qualsiasi opzione si scelga è un decidere a metà, un vivere nel limbo dove c’è sempre una parte di sé stesse che nel frattempo muore, in un urlo soffocato dentro, nell’indifferenza di un mercato del lavoro già pronto a proporre la stessa domanda ad un’altra aspirante.

C’è necessità quindi di ribaltare questa situazione, venendo incontro ai diritti delle donne in genere ed in particolare tutelando il più possibile il rapporto fra maternità e mondo del lavoro; c’è necessità di aumentare il numero di asili nido gratuiti, abbassando i costi dei prodotti per la prima infanzia. Ma soprattutto, per recuperare il filo di una storia che si è troppo ingarbugliata, c’è bisogno di parole nuove e di recuperarne altre di cui si è perso il significato.

Dignità sociale e rispetto sono i termini dai quali ripartire come ci ricorda la Costituzione ma anche diritto al lavoro come sottolineato dalla Corte costituzionale, per cui le donne non dovrebbero mai essere costrette a scegliere fra lavoro e famiglia. E, su tutto: bisogna parlare di questi temi, rafforzare una tutela legislativa più ampia ed inclusiva in questo campo, denunciare le situazioni che non vanno, facendole emergere. Perché far sentire la propria voce aiuta anche a rafforzare dignità e rispetto di sé stesse.

ROSA MEGA

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