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Con-Tatto – Vincenzo De Luca, la Schlein, Trilussa e… la “lumachella della vanagloria”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Politico di professione, filosofo per formazione culturale, nei suoi interventi in pubblico Vincenzo De Luca non disdegna toni duri, spesso sprezzanti, che alterna a toni ironici o sarcastici come nel caso della poesia che vi abbiamo proposto dalla sua viva voce. Si intitola “La lumachella della vanagloria”, ed è stata scritta da Trilussa, originale poeta italiano vissuto tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo. Trilussa ha caratterizzato la sua produzione artistica in dialetto romanesco usando la satira per evidenziare i difetti e le debolezze dell’animo umano. De Luca se ne serve per attaccare gli avversari, sia fuori che all’interno del PD. Come dire? “Castigat ridendo mores!” .

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È fuor di dubbio che a dettare i tempi della politica in Campania è il presidente della regione, Vincenzo De Luca. Oggetto principale della contesa, che va avanti senza esclusione di colpi, all’interno e all’esterno del Pd, è il terzo mandato da Governatore, consentito in alcune regioni ma non previsto in Campania. De Luca, quindi, spinge perché quella che lui considera un’anomalia venga rimossa nonostante il Pd nazionale sia decisamente contrario. A suo giudizio “il problema non è il terzo o il quarto o il quinto mandato. Per il Pd il problema è Vincenzo De Luca” che deve fare i conti con l’ostilità del PD a cominciare dalla segretaria nazionale Elly Schlein che non fa mistero della sua contrarietà. L’ennesimo strappo con i vertici nazionali del Pd si è consumato nei giorni scorsi a Napoli in occasione della Festa dell’Unità durante la quale De Luca è stato intervistato dal giornalista Luigi Vicinanza al quale ha così risposto: “Al Pd parlo con il linguaggio mio, non con le parole figlie del parassitismo, delle cooptazioni, e delle miserie personali, non essendo io debitore di nulla a nessuno; anzi, avendo fatto quello che ho fatto, non grazie al partito (quale che ne fosse il nome), ma nonostante il partito, da sempre, faccio quello che voglio”. Dopo avere affermato che “il Pd è un pollaio” e di non avere “tempo da perdere con gli imbecilli di questo partito” definiti “ciucci e imbecilli, gente che sta a Roma senza avere nemmeno il voto della madre” (affermazioni per le quali è stato anche applaudito) il Governatore ha fatto un’anticipazione importante sulla sua imminente attività: ha scritto un libro dal titolo “Nonostante il Pd” che sarà in libreria il 24 ottobre prossimo. Nella sinossi della casa editrice Piemme il Governatore viene presentato come “il sindaco più amato d’Italia. Il piglio decisionista, la battuta sempre pronta, la determinazione appassionata lo hanno reso uno dei politici più noti, apprezzati e mediatici di questi anni”. 

De Luca presenterà il libro non soltanto in Campania ma in tutta Italia. A suo giudizio sarà un’importante occasione per incontrare i cittadini e discutere con loro per tracciare un percorso possibile per il futuro del partito, un partito che negli ultimi anni non ha ottenuto i risultati che i suoi dirigenti speravano. Evidentemente, ritiene che i tempi siano maturi per una iniziativa a vasto raggio anche perché l’anno che verrà, il 2024, è un anno di grandi appuntamenti politici a cominciare dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo che il Consiglio dell’Ue ha stabilito si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024.

Le elezioni europee sono attese anche per un altro motivo: per i partiti rappresentano un’occasione di verifica rispetto alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 per il rinnovo del Parlamento italiano: il centrodestra, che le ha vinte, spera di confermarsi; il centro sinistra, uscito sconfitto dalle urne, spera di ribaltare il risultato dello scorso anno.  

Tornando a De Luca e alla Campania, tra i commentatori politici c’è chi sostiene che Elly Schlein abbia sbagliato strategia perché lo scontro frontale acuito dal “niet” al terzo mandato e dal commissariamento del Pd in Campania consente a De Luca di combattere sul suo terreno preferito: quello della polemica e della comunicazione; un terreno in cui il governatore gioca praticamente in casa. E la comunicazione è un’arma importante per chi fa politica. Un terreno sul quale la Schlein, nonostante il ricorso all’armocromista che le consiglia l’abbigliamento non sempre appare a suo agio. Non a caso qualche settimana fa Lilly Gruber, intervistando la Schlein, le ha candidamente detto: “Se continua a parlare così la gente non la capisce”.

Comunque in Campania sia nel centrosinistra che nel centrodestra si guarda anche oltre le elezioni europee. Anche se c’è ancora tempo per le elezioni regionali (si voterà nel marzo del 2026) i partiti sono al lavoro per individuare un candidato alla presidenza forte e credibile. Se non ci sarà il terzo mandato il Pd ha pronto un candidato autorevole al posto di De Luca che, comunque, andrà avanti senza il simbolo del partito, ricorrendo di nuovo alle liste civiche? Naturalmente il discorso vale anche per il centrodestra: fuori dai giochi Stefano Caldoro c’è sulla piazza un altro candidato autorevole? Circolava il nome di Gennaro Sangiuliano ma proprio nei giorni scorsi, in occasione della inaugurazione del museo di Paestum, il ministro per i Beni culturali non solo ha escluso questa eventualità ma ha anche posto una seria ipoteca sul suo futuro affermando con piglio deciso che sarà “Ministro per dieci anni con la Meloni premier”. Pare che a Paestum, una delle capitali della mitologia, qualcuno abbia consigliato al ministro della Cultura, napoletano doc, di non ignorare il significato di un antico aforisma: “il futuro è nel grembo di Giove”. Un modo elegante per ricordargli che un napoletano non può non tenere conto della superstizione; come sosteneva un altro ministro cento anni prima, Benedetto Croce, la superstizione è “qualcosa che non esiste ma di cui bisogna tenere conto”.

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