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Voglia di cinema all’Adriano di Sala Consilina: scene d’altri tempi per “Oppenheimer” di Nolan

Voglia di cinema a Sala Consilina. Preso letteralmente d’assalto, come non avveniva a tempo, il Cinema Adriano dove è in proiezione fino al 6 settembre prossimo (escluso lunedì 4) il film “Oppenheimer” del regista Christopher Nolan.

Acclamato dalla critica e dal pubblico, il film sta bissando anche in Italia il grande successo ottenuto nelle sale statunitensi.

Proprio in vista dell’uscita nelle sale del film, anticipandone il successo, di Oppenheimer abbiamo parlato (con un importante collegamento “valdianese“) in due recenti articoli di Giuseppe Geppino D’Amico:

1)FRANCESCO ANTONIO VALENTE: UNO SCIENZIATO ORIGINARIO DI PADULA LAVORÒ A FIANCO AD OPPENHEIMER NEL “MANHATTAN PROJECT”:

2)FRANK ANTHONY VALENTE, I SEGRETI DEL PROGETTO MANHATTAN E IL TESTAMENTO CON LE BORSE DI STUDIO PER GLI STUDENTI DI PADULA:

Oppenheimer al Cinema Adriano di Sala Consilina

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2 comments

  1. Dal film emerge una figura di scienziato tormentato, avvinto dai sensi di colpa, ma in fondo determinato a portare la sua ricerca fino in fondo, fino alla creazione della bomba atomica. Oppenheimer cerca di mettere a tacere il suo senso di colpa con la giustificazione che la bomba sarebbe servita a favorire la cooperazione internazionale ed a fungere da deterrente contro la tentazione di usarla. Inoltre era favorevole ad usarla ad Hiroshima e Nagasaki per porre fine alla seconda guerra mondiale e riportare a casa i “nostri ragazzi”, ma se vogliamo essere franchi dobbiamo riconoscere che è stato un assassino, forse meno del presidente americano che autorizzò la strage di Hiroshima e Nagasaki, ma pur sempre un assassino. Purtroppo in ciascuno di noi convivono Eros e Thanatos ed anche la fascinazione che la bomba esercita su di noi ne è una testimonianza. Di fronte ai “progressi” della scienza rimaniamo ammirati, anche se questi comportano la possibilità della nostra distruzione. Anche oggi sui vari giornali e sui social si assiste alla celebrazione delle armi, del drone ucraino (buono, quello cattivo è russo), del tank americano, del missile ipersonico e via discorrendo. In fondo la guerra ci piace, il male ci affascina. Celebriamo il padre della bomba atomica come se costui avesse contribuito alla pace e non alla guerra. Forse la modalità della nostra nascita, il parto, è all’origine di questa volontà di etero ed auto-distruzione, come ha spiegato Franco Fornari nel suo libro “psicanalisi della guerra”

  2. Auspico critiche al mio commento, ma non me le aspetto, so purtroppo che nel Vallo di Diano il confronto ed il dibattito languono

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