Nell’incantevole scenario del parco archeologico di Velia si è tenuta la 13^ edizione del Premio Franco Pugliese (noto avvocato amministrativista e docente universitario originario di Montesano e Torre Orsaia) che è stato conferito al Questore di Cosenza, dottor Michele Maria Spina, anch’egli di origini cilentane.
Il Questore Spina ha ricevuto il premio “ … per l’impegno,la passione e la dedizione spesa per una vita a favore della legalità e della sicurezza del Paese”.
Il Dottore Spina laureatosi in giurisprudenza alla Federico II di Napoli è entrato molto giovane in Polizia ove sta compiendo una carriera ricca di successi e soddisfazioni. A Napoli è stato definito “superpoliziotto” e porta sul petto il distintivo dell’onore.
Dopo vari incarichi di rilievo presso la Questura di Napoli si è distinto per la dirigenza del Commissariato di Scampia ove ha svolto una incessante e vincente battaglia contro le piazze di spaccio.
È stato poi Questore a Latina ed ora dirige con equilibrio e grande umanità la Questura di Cosenza. Tra l’altro ha svolto un importante ruolo di docente nella scuola di Polizia ed è molto presente nelle scuole con interessanti lezioni sulla legalità.
È alla guida della Questura cosentina da soli nove mesi ma i cittadini hanno già avuto modo di conoscere ed apprezzare le sue non comuni doti umane e professionali.
La sua azione è stata particolarmente incisiva soprattutto tra le giovani generazioni che ha voluto più volte incontrare in diversi istituti scolastici. Ai giovani ha spiegato l’importanza di percorrere le vie della legalità per contribuire allo sviluppo della società calabrese.
Premio Franco Pugliese 2023
La serata ha visto lo svolgimento della manifestazione “PROCESSI ALLA STORIA” con imputato PARMENIDE processato dal Tribunale del Popolo presieduto dalla dott. Elisabetta Garzo, Presidente del Tribunale di Napoli e composto dal Presidente della Corte di Appello di Napoli, dott. Eugenio Forgillo, dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, dott. Antonio Ricci, da don Gianni Citro, parroco di Camerota e da Mariella Marchetti, giornalista di Repubblica.
Pensatore greco vissuto tra il 6º e il 5º secolo a. C.), si deve proprio a Parmenide la nascita della scuola eleatica a cui appartenevano anche Zenone di Elea e Melisso di Samo.
Il suo nome è legato alla teoria dell’essere unico, immobile e indivisibile, quale venne più tardi accreditata dalla speculazione platonica e dalla critica aristotelica. L’unità e identità dell’essere rimase nota distintiva della scuola eleatica di cui Parmenide fu il capo riconosciuto, e Melisso e Zenone i maggiori epigoni.
A questa teoria Parmenide giunse per contrapposizione al pluralismo naturalistico della filosofia ionica e alla dualità uno-molteplice, definito-indefinito della filosofia pitagorica ed eraclitea, in quanto concepivano l’essere come coesistenza di contrari.
