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Padula e le sue pergamene: dalle memorie di pietra alle memorie di carta

Sono stati presentati a Padula, nella Chiesa di Sant’Antonio, le prime pergamene e i primi documenti custoditi nell’archivio della Parrocchia di San Michele Arcangelo e restaurati grazie alla raccolta fondi  intrapresa con l’iniziativa “Adotta un Documento” avviata dal parroco, don Giuseppe Radesca, dal direttore del Museo del Cognome 𝐌𝐢𝐜𝐡𝐞𝐥𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐭𝐮𝐬𝐜𝐢𝐞𝐥𝐥𝐨 e dall’Associazione Padula Sacra.

Nel corso della serata sono intervenuti, inoltre, il vice sindaco di Padula, Caterina Di Bianco; la presidente del Circolo Sociale “Carlo Alberto 1886”, 𝐑𝐨𝐬𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐁𝐨𝐯𝐞 𝐅𝐞𝐫𝐫𝐢𝐠𝐧𝐨; lo storico Vincenzo Maria Pinto; il giornalista Giuseppe D’Amico ed il Maestro restauratore  𝐑𝐨𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐍𝐢𝐨𝐥𝐚.

“Si tratta di una iniziativa importante -ha affermato don Giuseppe Radesca– in quanto l’Archivio Parrocchiale della Chiesa Madre di Padula racconta la storia dei nostri antenati e della vita del nostro piccolo paese.

I libri e i documenti parrocchiali hanno subìto danni provocati dal tempo, e ora necessitano di un urgente intervento di restauro.

Per questo motivo, la Parrocchia e il Museo del Cognome invitano tutti i cittadini a partecipare al progetto Adotta un documento.

Una volta restaurati i documenti saranno conservati all’interno dell’archivio parrocchiale e resi consultabili a storici, studiosi o semplici appassionati: sarà così salvato un pezzo di storia del nostro paese che, altrimenti, rischia di andare perduto per sempre”.

Il progetto è stato illustrato da Michele Cartusciello: a partire dal motto “Prendi in adozione un libro raro, una pergamena, un manoscritto o delle carte di archivio che necessitano di urgente restauro.

Il progetto prevede una raccolta fondi finalizzata al restauro di diverse unità archivistiche che partono dal XIV secolo in poi. Si partirà col restauro dei documenti maggiormente danneggiati, accuratamente valutati da uno specialista del settore.

Il numero dei documenti che verranno restaurati dipenderà dall’importo totale che si riuscirà a raccogliere. I documenti che si potranno adottare saranno elencati sul sito del Museo del Cognome e presso la Chiesa Madre di San Michele Arcangelo di Padula. Il Museo trasmetterà al benefattore una lettera attestante il buon esito dell’intervento.

Il nome del benefattore sarà riportato sulla cartella nella quale sarà conservato il documento restaurato”.

Pergamene di Padula

Sull’importanza degli archivi ha insistito anche Rosanna Bove Ferrigno: “Sono un bene culturale di primaria importanza. La memoria storica è parte integrante della vita di ogni comunità e la conoscenza di tutto ciò che testimonia il succedersi delle generazioni, il loro sapere, il loro agire, il loro vissuto e ciò crea una continuità: attraverso la memoria dei fatti si concretizza la tradizione.

Il conservare questo prezioso patrimonio è un’esigenza di giustizia e di responsabilità che dobbiamo a coloro che ci hanno preceduto e di cui siamo eredi. In quest’ottica non va dimenticato il ruolo svolto dalla Chiesa: è stata istituita la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica, nonché nel 1988 dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II la “Pontificia Commissione per la Conservazione del Patrimonio Artistico e Storico della Chiesa” poi denominata Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa con autonomia propria”.

Al termine del suo intervento ha consegnato al parroco un secondo contributo offerto dai soci dello storico sodalizio per il restauro di altri documenti. 

Lo storico Vincenzo Maria Pinto ha sostenuto “l’importanza della conservazione in loco dei documenti padulesi” proponendo un lungo exursus sui documenti che “consentono di conoscere ed analizzare importanti avvenimenti della storia di Padula, dal 14esimo secolo in poi.

Peraltro, è positivo che presso l’archivio della parrocchia di San Michele Arcangelo siano confluiti i documenti di tutte le dieci parrocchie presenti in passato nel territorio di Padula che è stato protagonista di importanti avvenimenti nel corso dei secoli.

Particolare rilievo assumono i documenti del Cinquecento, il secolo in cui l’Universitas Civium assume maggiore rilievo rispetto ai secolo precedenti caratterizzati dalla presenta dei Sanseverino”.

Il giornalista Giuseppe D’Amico ha ricordato i volumi dedicati ai regesti delle pergamene padulesi, sia quelle della Certosa di San Lorenzo e quelle dei “Monasteri soppressi nell’Archivio cavense” esaminate e pubblicate da Carmine Carlone (il volume relativo alla Certosa fu presentato nel 1996 dallo storico Giuseppe Galasso) sia quelle esaminate da Arturo Didier inserite nel volume “I regesti delle pergamene di San Michele Arcangelo di Padula (Pietro Laveglia Editore, 1993).

Per quanto riguarda l’iniziativa della parrocchia padulese e del Museo del Cognome ne ha evidenziato la notevole importanza: “In passato si è prestata, giustamente, molta attenzione ai monumenti tradizionali che sono il vanto di Padula (Certosa di San Lorenzo, San Michele alle Grottelle, i resti di Cosilinum, etc.).

Il restauro delle pergamene consente di restituire al presente ulteriori notizie sul modus vivendi del passato. Alle memorie di pietra si aggiungono le memorie di carta custodite proprio nelle pergamene che, purtroppo, non vivono un bel momento in quanto per troppi anni abbandonate al proprio destino. Quindi, l’iniziativa va sostenuta perché è l’unico modo per poter aggiungere ulteriori tasselli alla storia del territorio”.

A conclusione del convegno l’intervento di Rosario Niola che ha illustrato il delicato procedimento per restaurare documenti e pergamene che si trovavano in pessimo stato di conservazione.

Per le pergamene membranacee si è partiti dalla pulitura utilizzando una soluzione idroalcolica mentre per i volumi si è proceduto alla smontaggio e al lavaggio delle singole pagine. Il restauro ha finora interessato le pergamene peggio conservate tra le quali la più antica, risalente all’anno 1371.

Il progetto “Adotta un documento” continua e chiunque fosse intenzionato a contribuire potrà farlo contattando la Parrocchia di San Michele Arcangelo di Padula oppure il Museo del Cognome.

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