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Esiste la Fortuna nello Sport? Il giornalista Massimiliano Martino lo spiega nel libro “Il talento incontra l’occasione”. Radici territoriali per l’autore

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Piovono libri. L’ultimo arrivato si intitola “Il talento incontra l’occasione”, scritto dal giornalista Massimiliano Martino e pubblicato dalle Edizioni Efesto. Si avvale della prefazione del giornalista-scrittore, opinionista SKY Sport, Marco Bucciantini, e del contributo speciale di Francesco Repice, prima voce delle cronache sportive di Radio Rai.

L’Autore è nato a Roma (dove vive con la famiglia) da genitori del nostro territorio, entrambi insegnanti in Istituti Superiori della capitale. Il padre, Nicodemo, è di Roscigno ed ha frequentato il Liceo Classico Marco Tullio Cicerone di Sala Consilina; la madre Antonietta Di Perna è di Piaggine dove ha frequentato l’Istituto Magistrale). Seguendo le loro orme Massimiliano Martino si è laureato in Lettere e Filosofia con una specialistica in Italianistica e una in Diritto dello Sport. E poiché le origini non si dimenticano è d’obbligo la presenza a Roscigno a Ferragosto, per la festività di San Rocco.

Nel suo modus vivendi calcio e studio sono sempre andati a braccetto. Giornalista, è da sempre nel mondo “pallonaro”. Ci prova indossando per diversi anni gli scarpini, poi passa dalla parte opposta della barricata per raccontarlo quel mondo. Più che una passione è un monolito di amore. Agli inizi fu la carta stampata, quindi pillole di televisione e speaker radiofonico. Questo il viaggio della sua crescita professionale che gli consente un nuovo salto di barricata. Da diversi anni, infatti, è Responsabile dell’Ufficio Stampa del Frosinone Calcio che dopo qualche stagione in Serie B si accinge a rientrare nella massima serie. Nel 2021 è stato insignito della Benemerenza “Lo Sport uno Stile di Vita”, Sezione Marcello Garroni, patrocinata dal CONI (lo scorso anno la Benemerenza è stata attribuita al giornalista di SKY Sport, Gianluca Di Marzio). Nel libro Martino racconta le storie di otto personalità che si sono contraddistinte nella pratica e contribuito allo sviluppo dello Sport e dei suoi valori.

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La Fortuna, antica dea venerata non solo a Roma ma in tutta Italia, incide nella vita delle persone? Aiuta gli audaci, come sosteneva Virgilio nel X libro dell’Eneide (“Audentes fortuna iuvat”) oppure “non esiste” ma “esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione” come sosteneva Lucio Anneo Seneca?  È più condivisibile la constatazione di Virgilio oppure è Seneca ad essere più vicino alla realtà? Per Massimiliano Martino è Seneca ad essere dalla parte giusta ritenendo che l’uomo debba essere capace di andare oltre le passioni e una visione superstiziosa degli eventi: si può essere audaci oppure ricevere il cosiddetto colpo di fortuna ma senza talento, equilibrio, umiltà e moderazione non si va lontano.

Seneca

Nel libro, ispirato alla Benemerenza “Lo Sport uno Stile di Vita”, l’Autore propone otto storie di uomini e donne il cui talento ha incontrato l’occasione e che hanno fatto dello sport uno stile di vita. “Ho scelto otto favole, – scrive nella Premessa -; quelle che pensavo fossero giuste alla mia causa, quelle che più mi avevano emozionato, quelle in cui il talento aveva veramente incontrato la sua occasione. Da lì ad impaginare il tutto, a metter nero su bianco non è stato facile. Molte difficoltà e tanta resilienza…La cosa più difficile è stata trasmettere, o meglio, far capire il sacrificio che fanno e hanno fatto questi sportivi. Dietro ci sono tanti aspetti da valutare, da capire. Il carattere delle persone, il motivo per cui si spingono ad andare oltre, le necessità che ne hanno caratterizzato il percorso o ancora le persone che hanno incontrato nel loro cammino”. Nel libro, quindi, c’è il “dietro le quinte”, quello che succede prima della nascita di un vero sportivo, prima che lo Sport diventi un vero e proprio stile di vita.

Questi i magnifici otto di Massimiliano Martino: in primis, Dino Zoff e Fabio Grosso: due personalità che hanno raggiunto l’apice calcistico alzando la coppa dei sogni, quella che immagina ogni bambino dai cinque anni in su: campioni del Mondo (Zoff con Enzo Bearzot a Madrid nel 1982; Grosso, attuale allenatore del Frosinone, con Marcello Lippi a Berlino nel 2006). Quindi, due giornalisti che quelle imprese le hanno raccontate: Gianni Bezzi per la RAI (Madrid 1982); Gianluca Di Marzio per SKY (Berlino 2006).

Non potevano mancare storie intrise di grande passione come quelle di Giuliana Salce, (“la signora della marcia”, una delle leggende della atletica leggera femminile, campionessa mondiale e detentrice di record nazionali e internazionali, atleta inserita nella Hall of Fame) e Stefano Pantano  (conduttore radiofonico ed ex schermidore italiano, specialista della spada, tre volte campione del mondo a squadre, la partecipazione alle Olimoiadi di Seul e Barcellona,  3 ori ed un argento alle Universiadi, 2 ori in Coppa Europa, e campione italiano assoluto).

Dal passato al presente e sicuramente futuro: Giorgio Minisini (giovane campione di nuoto sincronizzato, ha già ottenuto diverse medaglie ai campionati mondiali, europei e nazionali) e Xenia Francesca Palazzo (nuotatrice paraolimpica. Nell’estate del 2018 ai campionati europei di Dublino, ha conquistato due titoli europei nei 200 misti e 400 stile e due argenti nei 50 e 100 stile. Ai mondiali di Londra 2019 ha conquistato l‘argento nei 400 stile libero). Atleti unici perché esprimono l’essenza dello sport.

Nella prefazione che apre il volume Marco Bucciantini pone e risponde principalmente a due domande. La prima: a cosa serve lo sport? “Serve a decidere chi è il migliore: a misurarlo con gli altri, con i tempi, con le resistenze (gravità, aria, radenze). Lo spettatore assiste, valuta, a volte sceglie ma sempre viene coinvolto in questa ardua sfida. Anche le sue passioni e pulsioni entrano nel gioco, sono ammesse con le medesime esagerazioni del fatto agonistico. Per questo lo sport è una ‘sommossa’ necessaria”.

E il campione a cosa serve? “Come un tempo il mito, come nei secoli il condottiero, come per alcuno Dio, l’atleta campione è ugualmente una evidenza di superiorità della specie e di introspezione, di rimando ed evocazione di una forza solida, ferma, rassicurante. Ci informa delle nostre possibilità, di un potenziale che non sappiamo sfruttare ma che esiste, che altri mostrano anche per noi. Spostando un margine del conosciuto verso l’ignoto; anzi, il non ancora scoperto. Sono cowboy che galoppano spostando frontiere, poco per volta perché la competizione spinge tutti al massimo: un centimetro in più, un centesimo in meno. Per questo il campione diventa un messaggio potente, universale. E la sua biografia, la sua passione devono tornare a noi spettatori, a noi bambini sognanti, a noi commentatori perché diventino concime per una sana cultura dello sport (e della vita).

E, nella fattispecie, i campioni di Massimiliano Martino cosa rappresentano? Per Bucciantini “hanno un momento (l’incontro con l’occasione, che è l’attesa, il clima, la svolta di questo libro) ma loro stessi sanno che il successo non si trova per caso. A quell’incrocio si arriva in modo diverso: l’occasione passa da lì, non aspetta, non cerca, non ha padroni e non ha guinzaglio. L’atleta deve fabbricarsi la sua strada. In quel lavoro sta il talento più importante: artigianato e visione, sudore e idee, mani sporche e muscoli stanchi. La sua strada non porta da nessuna parte: bisogna costruirla, raddrizzarla, manutenerla di continuo, cambiarla se serve. Queste pagine raccontano quella strada, dal chilometro zero all’incrocio. Poi, se il lavoro è fatto bene, il successo incontrerà atleti pronti, allenati, robusti anche nella mentalità. La condizione di vita ne sarà arricchita, anche esasperata: mai stravolta”.

Gli ingredienti per arrivare al successo: cuore, passione e tanti sacrifici. Senza dimenticare l’aiutino che può venire “nel momento in cui il talento incontra l’occasione”. Duemila anni fa lo diceva Seneca! Oggi lo conferma Massimiliano Martino con il racconto, pregevole, delle vicende dei magnifici otto di cui ci parla nel libro.

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