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Con-Tatto – Ordine + contrordine = disordine: Marcello Feola, ri-nominato commissario, si “ri-prende” il Parco

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Dall’andamento lento di Tullio De Piscopo all’andamento lento della politica il passo è breve, come dimostra la vicenda del Parco del Cilento-Vallo di Diano e Alburni di cui dobbiamo rioccuparci. In realtà, parleremo del ri-Parco perché, il Ministro Pichetto Fratin invece di nominare il nuovo presidente, ha ri-nominato commissario dell’Ente Marcello Feola che si “ri-prende” il Parco mentre Coccorullo finisce in …parcheggio.  È la conferma della validità di un vecchio adagio: ordine + contrordine = disordine.

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Chi si attendeva in tempi brevi la nomina di Giuseppe Coccorullo a presidente del Parco del Cilento-Vallo di Diano e Alburni probabilmente sarà rimasto deluso. Con una decisione per certi versi inattesa il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha “parcheggiato” il presidente designato, Giuseppe Coccorullo, rinominando commissario Marcello Feola che guiderà il Parco per altri 60 giorni. In ogni caso non oltre la nomina di Coccorullo che, da parte sua, ostenta tranquillità per l’inatteso ritardo anche se non mancano coloro i quali lo invitano a non sentirsi troppo tranquillo perché in Italia, è notorio, “nulla è più solido del precario”. Se proprio si doveva nominare un Commissario non sarebbe stato più logico nominare lo stesso Coccorullo, già designato presidente, invece di insistere su Feola?

Nel decreto, inoltre, viene anche chiarito che la nomina del commissario potrà essere ulteriormente prorogata dopo i 60 giorni. Questo nel caso in cui, allo scadere del periodo indicato, non risulti concluso il procedimento propedeutico all’insediamento di Coccorullo, individuato dalla regione nella terna di nomi proposta dal Ministro.  Per molti osservatori la decisione di De Luca di scegliere Coccorullo sarebbe un dispetto nei confronti di Pichetto Fratin e dei Fratelli d’Italia salernitani che, non è un mistero, puntavano forte su Marcello Feola.

Due gli interrogativi: il commissariamento è effettivamente un atto dovuto in attesa che si concluda l’iter per la nomina del presidente? Oppure siamo di fronte ad un controdispetto del ministro nei confronti di De Luca per cui dovremo assistere ad un nuovo capitolo della battaglia politica in atto tra il ministro, Fratello d’Italia, ed il presidente “Dem” della Regione Campania?  

Proviamo a riavvolgere il nastro per fare il punto sulla situazione: Marcello Feola, esponente di primo piano di Fratelli d’Italia, era stato nominato commissario nel gennaio scorso ma, dopo poche settimane la nomina veniva sospesa da un’ordinanza del TAR al quale si era rivolto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che riteneva illegittima l’azione amministrativa posta in essere dal ministro. Il Tar riconosceva la fondatezza del ricorso e intimava al ministro di proporre entro il 22 febbraio una terna di nomi per consentire alla Regione di indicare il nome a cui affidare la presidenza dell’Ente.

A seguito della decisione del Tar, il Ministro avviava correttamente la procedura per la nomina del presidente fornendo alla Regione la terna tra cui scegliere: Marcello Feola, Luisa Maiurie, ultimo a comparir, Giuseppe Coccorullo. Con una decisione a sorpresa (ma non troppo) la Regione indicava Giuseppe Coccorullo, di Perdifumo, il meno noto dei tre.

Resta da capire quanto tempo ci vorrà ancora per ultimare la procedura avviata per la nomina di Coccorullo; nomina che deve ancora passare al vaglio delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, chiamate esprimere un parere, peraltro non vincolante, e ad accertare che tutto sia in regola con la legge in materia di Parchi e con il dettato della famosa legge Severino.

A questo punto le domande sono tre: la ri-nomina del commissario è dovuta solo ai tempi tecnici necessari per acquisire il parere delle Commissioni Ambiente o siamo di fronte ad una “melina” di tipo calcistico del ministro per non decidere? Seconda domanda: c’è la certezza che i candidati della triade ministeriale siano in possesso dei requisiti per guidare un Parco Nazionale? Non a caso l’ex presidente della Comunità del Parco, Gino Marotta, ha chiesto l’accesso agli atti per verificare i titoli del presidente designato, Giuseppe Coccorullo.

Terza domanda: considerato l’andamento lento della politica italiana, basteranno i 60 giorni indicati dal ministro Pichetto Fratin nel decreto per la nomina del nuovo presidente? Oppure siamo di fronte ad una manovra per prendere tempo in attesa dell’esito dei ricorsi presentati dal ministro al Consiglio di Stato e dalla Regione direttamente alla Corte Costituzionale sulle modalità di elezione dei vertici degli Enti Parco in generale? La partita, quindi, si gioca in punta di diritto, tra ricorsi, controricorsi e polemiche politiche.

Ma c’è una domanda non meno importante che si pongono in molti: conoscendo l’attenzione che De Luca riserva alle nomine di sua competenza, e considerato che dopo la fine del mandato di Tommaso Pellegrino quale presidente del Parco e il lungo periodo durante il quale lo stesso Pellegrino è rimasto in sella come Commissario, la domanda è: perché De Luca non ha insistito per chiedere al ministro della Transizione Ecologica del Governo Draghi, Roberto Cingolani (da alcuni ritenuto Renziano, da altri considerato Grillino) di iniziare le procedure per la nomina del nuovo presidente del Parco? Certamente avrebbe avuto qualche chance di scelta in più in più rispetto alla terna rigorosamente targata Fratelli d’Italia indicata da Pichetto Fratin.

Per noi è difficile rispondere; l’unico dato certo è che i territori e le comunità del Parco dovranno attendere non si sa quanto tempo perché l’Ente possa avere un presidente ed un consiglio direttivo nel pieno delle funzioni, affiancato dai sindaci della Comunità del Parco che in questo periodo sembrano essere caduti in un profondo letargo.

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