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Con-Tatto – Rosa Oliva, la salernitana a cui l’Italia deve “la rottura del soffitto di cristallo”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Nel corso della manifestazione di presentazione del libro di Ernesto Maria Ruffini, “Uguali per Costituzione, Storia di un’utopia dal 1948 ad oggi”, tenutasi a Polla, per iniziativa di Vallo Più e della Fondazione Monte Pruno, con la collaborazione del Circolo Culturale Monte Pruno, dell’Associazione Monte Pruno Giovani e dell’Amministrazione Comunale, sono emersi numerosi spunti di riflessione, a partire dal principio di uguaglianza uomo-donna.  

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Non sempre conosciamo tutte le persone (e sono tante) alle quali tutti dobbiamo qualcosa e non lo sappiamo. Il discorso vale anche per le donne: se oggi possono, giustamente, occupare posti di rilievo nella società e, in particolare, nella pubblica amministrazione (in primis Magistratura, Diplomazia, Forze di Polizia e Aziende pubbliche) lo devono a persone che nel corso dei lavori dell’Assemblea Costituente si sono impegnate prima perché venisse inserito nella Costituzione il principio dell’uguaglianza uomo-donna (una delle norme più importanti che troviamo nell’articolo 3) e poi, dopo l’entrata in funzione della Carta, perché questo principio venisse applicato.

Nel primo caso va ricordata Teresa Mattei, la più giovane tra i 556 Costituenti, di cui 21 erano donne. Il 26 giugno del 1946 il quotidiano romano “Il Messaggero” la descriveva così: “…la più giovane deputatessa italiana alla Costituente ha molti riccioli bruni, due begli occhi vivi e ha venticinque anni. È nata a Genova, ha studiato a Milano, e a Firenze si è laureata in filosofia durante la lotta clandestina“. Intervenendo nella discussione in seno alla Costituente, Teresa Mattei esprimeva la propria soddisfazione perché “finalmente veniva riconosciuta nella sua nuova dignità, nella conquistata pienezza dei suoi diritti, questa figura di donna italiana finalmente cittadina della nostra Repubblica”. Ancora poche Costituzioni al mondo riconoscevano, all’epoca, “così esplicitamente alla donna la raggiunta affermazione dei suoi pieni diritti”.

Tutto tranquillo? Nemmeno per sogno. Dieci anni dopo irrompe sulla scena una giovane donna, Rosa Oliva, nata a Salerno da genitori napoletani, e laureata in Scienze Politiche alla Sapienza con il prof. Costantino Mortati, che nel 1947 aveva fatto parte dell’Assemblea Costituente. Il problema sorge quando Rosa Oliva presenta istanza al Ministero dell’Interno per partecipare ad un concorso per l’assunzione in Prefettura. Il Ministero la esclude in base all’articolo 7 della Legge n.1176 del 1919 che vietava alla donne l’accesso ai pubblici uffici. Assistita dal prof. Mortati, si rivolge alla magistratura amministrativa per invocare l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione (parità uomo-donna) e l’incostituzionalità della norma che aveva provocato la sua esclusione. La vicenda approda dinanzi ai giudici della Consulta che con una storica sentenza, la n. 33 del 1960, riconosce le ragioni di Rosa Oliva sia per la violazione dell’articolo 3, sia per l’articolo 51 della Costituzione che prevede l’accesso ai pubblici uffici e alle cariche elettive senza discriminazioni tra i sessi e, quindi, apre la strada per la partecipare delle donne ai concorsi banditi da Enti pubblici. Rosa Oliva dirà che non era interessata ad entrare in Prefettura ma che si era rivolta ai giudici per l’affermazione di un principio. Per dovere di cronaca va precisato che vinse un altro concorso all’Intendenza di finanza a Roma e, in seguito, ricoprì vari incarichi pubblici come consulente giuridica per la Camera e il Senato e presso il Sottosegretariato di Stato, prima all’Interno e poi alla Sanità. Nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti: recentemente il Presidente Sergio Mattarella l’ha nominata Grand’Ufficiale.

Da allora le donne sono entrate negli uffici pubblici e non sono mancati giudici costituzionali di sesso femminile quali Marta Cartabia, Silvana Sciarra, e Fernanda Contri. Per quanto riguarda la politica ci limitiamo a ricordare Tina Anselmi, prima donna ministro; Nilde Iotti prima donna presidente della Camera; Elisabetta Alberti Casellati prima donna presidente del Senato e Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio.

Come ha affermato Ernesto Maria Ruffini nel corso del suo intervento a Polla, in occasione della presentazione del suo libro, “Rosa Oliva si è assunta la responsabilità di essere classe dirigente e di avere provocato la rottura del soffitto di cristallo”. Un ostacolo che sembrava insormontabile.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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