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Con-Tatto – Caro Ministro, belle le citazioni di Croce… ma non dimenticare la Certosa di Padula e il Vallo di Diano

Di Giuseppe Geppino D’Amico

“Benedetto Croce nella relazione alla legge sulla tutela del paesaggio definì i beni culturali “il volto amato della Patria”; quindi chi danneggia i monumenti è come se danneggiasse un pezzo amato della nostra natura perché questi luoghi sono diventati parte integrante della nostra natura e del nostro paesaggio. Del resto, Aristotele ci ricorda che mentre esseri viventi hanno un habitat naturale loro (i pesci l’acqua, gli uccelli l’aria) noi abbiamo l’habitat che ci siano costruiti in secoli di storia. E poi l’Italia ha un unicum di cultura che va salvaguardato perché è anche patrimonio dell’umanità e non soltanto della Nazione italiana”.

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Sono le parole di un uomo di grande cultura qual è Gennaro Sangiuliano, direttore di giornali e telegiornali, scrittore, docente universitario che attualmente ministro della Cultura. Le ha pronunciate nel corso di un recente dibattito in Parlamento per l’approvazione della legge contro gli ecovandali, cioè gli imbrattatori di monumenti storici che in futuro non resteranno impuniti e dovranno anche farsi carico delle spese per il ripristino. Le parole del ministro meriterebbero un grosso applauso se non ci fosse il solito “ma” sgarrupativo che a volte si trasforma in una scivolosa buccia di banana. (Lo vedremo fra poco).

Va ricordato che la legge sul paesaggio presentata da Benedetto Croce risale al 1922 e segnò un vero e proprio spartiacque nella legislazione ambientale del nostro Paese introducendo per la prima volta uno specifico regime di tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico. Due anni fa il centenario della Legge Croce è stato celebrato in Senato alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente del Senato, Ignazio Larussa e dello stesso Sangiuliano. Una legge che possiamo definire preliminare rispetto all’articolo 9 della Costituzione del 1946 che testualmente recita: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.  Ci è sembrato opportuno riportare le parole certamente condivisibili del ministro Sangiuliano, però non dobbiamo dimenticare che siamo ancora in attesa di quella visita in Certosa che aveva promesso agli inizi di novembre. Da quando si è insediato in Campania è stato ovunque, tranne che nel Vallo di Diano.

Sulla Certosa di San Lorenzo, che pure ha detto di conoscere da anni, il ministro non ha assunto alcuna iniziativa concreta in merito al futuro della Certosa e, in particolare, scala esterna che i suoi principali collaboratori hanno definito un “obbrobrio” e di cui sono in tanti a chiedere la rimozione. Senza dimenticare che la Certosa è priva di una direzione stabile e anche questo è un problema che attende una risposta concreta. Anche la Certosa fa parte del patrimonio Unesco e non può essere abbandonata al proprio destino. E qui va registrata un’altra stranezza: il Direttore del Parco Nazionale del Cilento-Vallo di Diano-Alburni, nel corso di una intervista televisiva, richiesto di una opinione sulla ormai famosa scala esterna della Certosa, ha risposto con un sorrisino ironico che il problema non riguarda il Parco. Ma l’intero territorio del Parco non è stato inserito nel patrimonio Unesco da salvaguardare nell’ormai lontano 1998? Come si può fare una simile dichiarazione? Parliamo dell’Unesco le cui decisioni dovrebbero essere ben note a chi è chiamato a tutelare il territorio. Un mese fa il Parco ha comunicato al Comune di Polla di essere destinatario di un finanziamento di circa 100.000,00 euro per “Intervento di efficientamento energetico della Biblioteca Comunale” nell’ambito del “Programma Siti Naturali UNESCO per il Clima 2023”.

La domanda nasce spontanea: una biblioteca costruita 50 anni fa, luogo certamente da tutelare a prescindere, riceve dal Parco fondi Unesco mentre la Certosa, con oltre sette secoli di storia, monumento nazionale dal 1888 e patrimonio Unesco da salvaguardare non rientra tra le prerogative del Parco? Diventa difficile capirne motivi e condividere una simile risposta.  

Chi non accetta la situazione in cui versa la Certosa è il presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio, Angelo Paladino, che è stato il primo a porre il problema che non interessa al Parco. Dopo le lettere inviate al ministro Sangiuliano, al direttore generale dei Musei Nazionali, Massimo Osanna, Paladino ha inviato due giorni fa una lettera, allegando una copiosa documentazione, alla professoressa Livia Pomodoro, titolare della Cattedra Unesco “Food Systems for Sustainable Development and Social Inclusion” presso l’Università Statale di Milano, che nel dicembre scorso, durante un convegno a Padula sulle Abbazie d’Europa ha proposto di identificare il cenobio certosino con “La Bellezza”. Dopo avere ricordato che nel 1998  l’Unesco ha inserito la Certosa nella lista del Patrimonio dell’Umanità, valutando il grande valore storico, culturale e paesaggistico della stessa, che rimane “Reggia del Silenzio” e appunto della bellezza, Paladino evidenzia ancora una volta che “tale unanime riconoscimento viene posto in discussione dalla realizzazione, con fondi europei, per opera della Direzione Regionale dei Musei Campani, di una scala di servizio esterna, in acciaio, “tipo Ikea” che si appoggia sulle mura perimetrali del Monumento, deturpandole  in maniera sensibile”. Dopo avere ricordato che già nell’estate scorsa ha denunciato “l’inspiegabile ed obbrobrioso comportamento della Direzione Regionale, interessando direttamente il Direttore Osanna e il Ministro Sangiuliano, anche attraverso le pagine de “Il Mattino” e che “nonostante le apparenti indignazioni, con relative promesse di interventi risolutivi dei predetti personaggi pubblici la scala in ferro non è stata ancora rimossa”, Paladino così conclude: “Ritengo che questo manufatto rappresenti un vulnus alla bellezza della Certosa che Lei vorrebbe giustamente celebrare”. Da qui la richiesta: “Sono convinto che un Suo autorevole intervento possa determinare una soluzione positiva della incredibile ed angosciosa vicenda!”. Fin qui Angelo Paladino che non esclude ulteriori iniziative che, speriamo, non siano necessarie.

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