Search

Presentato a Padula il romanzo di Domenico Mancusi: L’intreccio di Palazzo Galasso.

di Giuseppe Vinci

Il solo fatto di ridurla in forma scritta conferisce, a ogni piccola storia, lo status capace di innalzarla oltre la vicenda reale in sé stessa. Qualsiasi avvenimento espande attraverso la scrittura. È quanto riportato dall’autore all’ultima pagina del libro oggetto della presentazione di domenica 26 febbraio 2023, a Padula, nel Circolo Carlo Alberto 1886, il romanzo di Domenico Mancusi: L’intreccio di Palazzo Galasso, pubblicato a settembre scorso.

L’esperienza più impegnativa, per l’autore che nel 2018 ha già pubblicato una raccolta di 9 racconti dal titolo: Racconti di vita…quasi vissuta, sei dei quali sono stati inseriti in altrettante antologie.

Per questo motivo ha confessato che la gestazione ha richiesto circa tre anni di tempo; ma era convinto di avere una buona storia da raccontare, per il semplice fatto che in parte l’aveva vissuta in prima persona.

All’incontro, moderato da Giuseppe D’Amico, direttore responsabile del web-magazine Vallopiù.it, sono intervenuti, oltre all’autore, Rosanna Bove Ferrigno, Presidente del Circolo, Michela Cimino Sindaco di Padula, Michele Laurino Sindaco di Sant’Angelo Le Fratte, Michele Pacella operatore culturale del borgo lucano e Giuseppe Vinci responsabile della comunicazione del Polo Bibliotecario di Potenza.

Il romanzo si legge tutto d’un fiato, tanto è scorrevole, verosimile, intrigante, ironico e pieno di spirito. Infatti nel racconto, per alcuni accadimenti in almeno quattro o cinque occasioni l’autore fa rifermento alla famosa Legge di Murphy, insieme di paradossi pseudoscientifici, che si può riassumere nel primo assioma: Se qualcosa può andar storto, lo farà. Così come quando utilizza il linguaggio dei fumetti, dei quali è appassionato lettore. Ma anche quando sfiora appena la filosofia, riferendosi a Nietzsche, lo fa con leggerezza, ricordando la Napoli degli anni universitari. E poi il romanzo, che si svolge tra Sant’Angelo Le Fratte, Potenza, Napoli, Londra, la Certosa di Pavia e la Certosa di San Lorenzo a Padula, contiene un rinvenimento, una sorpresa ed un personaggio dall’alto valore spirituale, Francis, costruttore di Priest Holes: letteralmente Fori del prete, rifugi destinati a nascondere i sacerdoti cattolici sempre più perseguitati dalla Corona inglese, l’attore principale della storia, che poteva avere un finale diverso proprio grazie alla Certosa di Padula, ma che scoprirete da soli leggendo il libro.

SINOSSI
Il libro si compone di due parti, naturalmente legate tra loro. La prima parte è quasi un resoconto, alleggerito con alcune battute di spirito, di ciò che avvenne tra il 1987 e il 1988, quando l’ingegner Mancusi, con i collaboratori effettuò la campagna dei rilevamenti all’interno del disastrato palazzo storico della famiglia Galasso, attuale sede del comune di Sant’Angelo Le Fratte. Le indagini culminarono nella redazione di un piano di lavoro destinato a procurare i fondi necessari per le opere di restauro dell’intero edificio.

Le misurazioni, effettuate circa trentacinque anni fa, non furono esattamente una passeggiata, non solo perché lo stato dell’edificio era tale da far temere addirittura per la loro incolumità: sopravvenne anche un evento singolare, sorta di contrattempo, che li costrinse a ricercare un errore… laddove errore non c’era.

Molti santangiolesi avranno avuto modo di visionare il piccolo tabernacolo presente in una cavità dell’atrio dell’ultimo piano di questa sede comunale. Ebbene, a sinistra della nicchia e in basso, vi era una botola nascosta da un sopralzo in legno che dava accesso a un nascondiglio segreto. Fin qui i protagonisti del racconto sono stati l’autore e i suoi due assistenti alle indagini, Gaetano e Peppe.

A questo punto del romanzo è sempre Mancusi a scrivere, ma la voce narrante muta. Entra in scena uno strano personaggio e gli racconta una storia risalente a quattro secoli prima, storia quest’ultima legata al loro rinvenimento. E dunque ecco l’intreccio: la scoperta del nascondiglio di Palazzo Galasso accompagnerà il lettore addirittura nella lontana e luterana Inghilterra degli inizi del Seicento. Per tutto ciò, la narrazione farà giungere nei luoghi della Valle del Melandro e del Vallo di Diano un giovane carpentiere, a cui il genitore, nativo di Sant’Angelo Le Fratte, ha trasmesso gli insegnamenti del mestiere ma, soprattutto, uno stile di vita. È lui, Francis, il vero protagonista del romanzo. L’autore evita volutamente, l’eccedenza di descrizioni fisiche per il personaggio Francis, all’unico scopo di esaltarne la spiritualità. Del trentacinquenne protagonista, circa l’aspetto corporeo, sappiamo solo che possiede buona prestanza fisica… ma ciò che gli premeva valorizzare nella descrizione era un certo genere di essenza che sopravvive, ancora adesso, solo tra le genti lucane.

Condividi l'articolo:

2 comments

  1. Si può dire con grande sincerità, che finalmente, con il libro di Domenico Mancusi, si è ritrovata quella verve storico artistica, unita all’ originalità, che da qualche tempo mancava un po’ nel panorama letterario lucano. Anche perché il lettore sente l’esigenza di poter immergersi nella lettura, in qualcosa di fresco, innovativo, scritto con garbo, sapienza, e innovazione. Nel libro tutto ciò è presente, ed anche molto altro. Il tema trattato di per sé originale, porta il lettore ad immergersi nella storia con sempre crescente interesse, e noi sappiamo benissimo come questo sia il propulsore giusto per riportare la gente a leggere ed appassionarsi. Complimenti davvero!

Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close