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Scuola pubblica, a rischio l’autonomia e il personale di molte scuole del Mezzogiorno

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Un nuovo pericolo di dimensionamento incombe sulla scuola pubblica. Alcuni Uffici scolastici regionali e provinciali hanno iniziato a pubblicare i piani di dimensionamento scolastico previsti dalla legge di Bilancio il cui effetto avrà inizio a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Appare superfluo precisare che saranno le scuole del Mezzogiorno ad essere interessate al progetto e quindi, a subire il dimensionamento. Contro tale ipotesi è insorto il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha annunciato iniziative tese ad evitare questa ulteriore iniziativa in danno del Mezzogiorno. In particolare la decisione del Governo sul dimensionamento della scuola sarà impugnata dinanzi alla Corte Costituzionale. La notizia è stata annunciata dallo stesso De Luca nel corso del suo intervento nell’assemblea pubblica che ha riunito il mondo della scuola pubblica alla Stazione Marittima di Napoli: “Impugniamo dinanzi alla Corte Costituzionale il provvedimento del governo per il dimensionamento scolastico che riduce le nostre scuole a numeri da tagliare. Deciderà in piena autonomia la Corte costituzionale, ma intanto noi diciamo di no, non facciamo nessun dimensionamento prima della pronuncia della Corte costituzionale”.

Presente all’Assemblea Generale di Napoli, e tra i più attivi fin dal primo momento per difendere la Scuola Pubblica, il Consigliere Regionale originario del Vallo di Diano Corrado Matera che sottolinea: “È stato un 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼 nella sacrosanta 𝗯𝗮𝘁𝘁𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮 che la Regione Campania vuole estendere a tutta Italia per 𝘀𝗮𝗹𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗦𝗰𝘂𝗼𝗹𝗮 𝗣𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮. Saremo un 𝗯𝗮𝗹𝘂𝗮𝗿𝗱𝗼 contro qualsiasi irragionevole tentativo di 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝗮𝗹𝗮𝗿𝗶, 𝗲 𝗱𝗶𝗳𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗦𝘂𝗱”.

Le fusioni sono concentrate soprattutto nel Mezzogiorno, principalmente in Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna, a causa del calo demografico e di una situazione preesistente già di per se complessa. Secondo alcune indiscrezioni trapelate proprio la Campania sarebbe tra le Regioni più penalizzate con circa 140 fusioni che provocherebbero tagli di personale e di dirigenti scolastici. La tabella proposta per le fusioni di istituti è sul tavolo della Conferenza delle Regioni per trovare un’intesa entro maggio, altrimenti il ministero dell’Istruzione deciderà entro giugno.

La speranza è che le Regioni meridionali decidano di fare fronte comune contro i tagli, proponendo eccezioni agli accorpamenti, eccezioni che potrebbero essere accolte dal Ministero solo se proposte all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni. Su questo, però, pesa il dubbio su quel che decideranno le Regioni del Nord che potrebbero opporsi. Qualora la concertazione tra Ministero dell’Istruzione, dell’Economia e Conferenza unificata non dovesse trovare un punto di intesa, entro il 30 giugno il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei Direttori dei servizi generali e amministrativi sarà calcolato sulla base di un coefficiente che oscilla tra 900 e 1.000 alunni per scuola. Per il dimensionamento si dovrà tenere conto anche delle situazioni derogabili perché sedi montane o di piccola isola.

Intanto, gli Uffici scolastici regionali e provinciali hanno iniziato a predisporre i piani di dimensionamento scolastico per il nuovo anno: la manovra prevede un taglio calcolato di sedi e organico con effetti principalmente a partire dal 2024/2025. In base a quanto previsto dalla legge di bilancio gli accorpamenti saranno decisi entro il 30 novembre, ed entreranno in vigore nell’anno scolastico 2024/25 ma già dal prossimo settembre molti istituti si troveranno a dover condividere il dirigente scolastico. Per dovere di cronaca, ricordiamo che tale prassi è già presente in diversi istituti scolastici del Vallo di Diano dove, in qualche caso, un solo dirigente deve occuparsi di cinque Istituti.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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