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Le toccanti riflessioni di Stefano, 17enne valdianese, sullo sterminio degli ebrei

Sgombriamo il campo dai luoghi comuni: i giovani non sono “senza memoria”, “senza ideali”, “senza valori”. Nella Giornata del Ricordo Vallo Più pubblica le riflessioni di Stefano*, un giovane valdianese di 17 anni. Scritte sul cellulare e poi lette questa mattina a scuola.

“In questa giornata dedicata al ricordo, vorrei fare un po’ di calcoli con voi. D’altronde siamo in un liceo scientifico. Se vi chiedessi di contare da uno a sei, contando ogni numero al passare di ogni secondo, ci mettereste molto poco, sei secondi, appunto.

E se invece vi chiedessi di contare da uno a sessanta? Non una grande differenza, soltanto un misero minuto del vostro tempo. E che ne dite di contare da uno a seicento? Si tratta di dieci minuti, non un grande sacrificio. Allora seimila? Qui potreste iniziare ad annoiarvi, non credo che nessuno di voi passi un’ora e mezza al giorno a contare da uno a seimila.

Facciamo un salto, se vi chiedessi di contare da uno a sei milioni? Quanto credete che ci vorrà per pronunciare ogni numero allo scoccare di ogni secondo? Una decina di ore? Magari una giornata intera, ventiquattro ore complete? Una settimana? Di più? Di meno? Non c’è bisogno certo, in una scuola come questa, di scommettere, si tratta di semplici conversioni. Sei milioni di secondi, dividendo per sessanta otteniamo centomila minuti, dividendo ancora per sessanta avremo circa milleseicento ore e, infine, dividendo per ventiquattro, otteniamo circa settanta giorni. Immaginate di passare più di due mesi a non fare nulla se non contare, ogni secondo del vostro tempo, da uno a sei milioni.

Pensate a quanto siano davvero lunghi due mesi, pensate a cosa fareste del vostro tempo invece di passarlo ad osservare lo scorrere del tempo. Scuola, uscite, hobby, sport. Ebbene, quel tempo è il tempo necessario per ricordare la maggior parte delle vittime dei campi di concentramento nazisti della Seconda Guerra Mondiale. Il numero preciso delle vittime non è noto, ma si stima che il numero di ebrei sterminati si aggiri attorno ai sei milioni.

Non furono solo ebrei le vittime dei regimi nazisti e fascisti, bensì anche Rom, musulmani, omosessuali, persone transgender, persone di colore, e milioni di altri. Ricordare ogni vittima con un misero secondo di silenzio ci costerebbe più di due mesi di totale quiete ininterrotta.

Non pensate che solo perché Hitler e Mussolini siano morti da più di settant’anni, che le loro ideologie siano morte con loro, non lo sono. Non pensate che sia impossibile che una tragedia del genere possa ripetersi, sta già succedendo. In Cina, milioni di musulmani vengono deportati in campi di lavoro e costretti a mangiare carne di maiale e bere alcolici ogni giorno, anche in questo momento. Non sentitevi lontani da questi avvenimenti soltanto perché sono lontani nello spazio o nel tempo, sono più vicini di quanto pensiate. Vi invito a pensare a quei settanta giorni di silenzio, quando avete voglia di scherzare sul dolore di persone ormai scomparse da tempo”.

*Stefano Gorga ha 17 anni, vive a Sala Consilina e frequenta il Liceo Scientifico Pisacane di Padula

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