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Buon 2023, un canto d’amore per il Vallo (nei versi di Giovanni Bracco)

La Certosa di Padula nel Vallo, scatto di Mariano Cozza

di Giovanni Bracco

Auguri con un canto d’amore per la mia terra, un sonetto che è anche un invito ad aprirsi alle sorprese della vita e a provarci, sempre. 

La piena del Tanàgro fa paura
poi che tanto ha piovuto e dal Sirino
al Vallo di Diano avanza scura
verso la diga in capo a Campestrino.

Il ponte antico segna la misura,
fra le arcate, del flusso in cammino,
qua e là i lampioni gettano un’impura
esca dorata attorno all’ex mulino.

E quando tutto sembra andare a vuoto
senza lasciare impronte, senza nuocere,
travolto dall’inganno del già noto,

ecco il paesaggio amico, la sua voce
potente, come un monito remoto,
che mi scuote, dolcissima e feroce.

Roma, 31 dicembre 2022

(La foto d’autore è di Mariano Cozza)

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2 comments

  1. Giovanni, bella la tua poesia. Forse mi sbaglio, ma io la leggo anche come un avvertimento per la scarsa cura dei corsi d’acqua del nostro Vallo e per la disinvoltura con cui si autorizza l’urbanizzazione intensiva lungo la statale 19 delle Calabrie, mentre i centri storici si svuotano sempre più e decadono inesorabilmente, in assenza di un progetto o almeno un’idea di riutilizzo

    1. Grazie per questa lettura aggiuntiva che conferma la forza evocatrice della poesia, aperta a ulteriori significati e suggestioni.

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