Search

1 febbraio 1945, 80 anni fa il riconoscimento del diritto di voto alle donne

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Dopo anni di battaglie politiche, sociali e culturali, 80 anni fa, con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 23 del 1° febbraio 1945, adottato su proposta degli on.li Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, veniva riconosciuto alle donne il diritto all’elettorato attivo e passivo.Questo il testo dell’articolo 1: “Il diritto di voto è esteso alle donne”. La proposta di estendere il voto alle donne dai 25 anni era stata discussa durante il Consiglio dei Ministri del 30 gennaio 1945. Il provvedimento segna un passaggio cruciale nella storia Repubblica Italiana e della nostra democrazia. È opinione diffusa che l’importante obiettivo fu raggiunto grazie al ruolo decisivo svolto dalle donne durante la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza. Indubbiamente, il diritto all’elettorato attivo e passivo è la conquista più importante per le donne del XX secolo. In verità, nel 1924 agli albori del Ventennio Fascista, Benito Mussolini aveva concesso alle donne il voto per le sole elezioni amministrative ma questa disposizione rimase sulla carta in quanto, subito dopo, le elezioni furono soppresse e i sindaci sostituiti dai podestà. Il 2 giugno 1946, quando gli italiani sono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica e a eleggere i loro rappresentanti all’Assemblea costituente, su 556 eletti saranno 21 le deputate che ne faranno parte: 9 comuniste, 9 democristiane, 2 socialiste e 1 del Fronte dell’Uomo Qualunque (Movimento fondato da Guglielmo Giannini).

Merita di essere ricordato un breve passaggio di un documento storico della Camera dei Deputati: “Pur appartenendo a forze politiche molto distanti le costituenti seppero trovare modi e punti di incontro per fare fronte comune e garantire alle Italiane e agli Italiani eguaglianza di diritti e pari opportunità nella nuova Carta Costituzionale dell’Italia democratica entrata in vigore il 1° gennaio 1948”. Nello stesso anno, in occasione delle elezioni per la prima legislatura repubblicana,si ebbero le prime donne elette al Parlamento: 39 alla Camera dei Deputati e 4 al Senato. Per quanto riguarda la nostra Circoscrizione(Benevento-Avellino-Salerno) bisognerà attendere la seconda legislatura (1953) per registrare le prime presenze femminili alla Camera di Deputati dove approdarono Maria De Unterrichter Iervolino per la Democrazia Cristiana e Ida Matarazzo per il Partito Nazionale Monarchico. Di origini trentine ma trapiantata in Campania, Maria De Unterrichter Iervolino era già stata eletta nella prima legislatura nella Circoscrizione della Basilicata (Potenza-Matera). Nella nostra Circoscrizione sarà rieletta anche nella terza legislatura. Nel corso della sua carriera parlamentare ricoprì l’incarico di Sottosegretario alla Pubblica Istruzione nei governi Scelba, Segni e Zoli.

Ida Matarazzo era nata a San Paulo del Brasile ma la sua famiglia era originaria di Castellabate da dove i suoi erano emigrati per cercare fortuna oltreoceano. Fu eletta per una sola legislatura. Per l’elezione di altre due donne della nostra provincia bisognerà attendere parecchi anni: nel 1983, sempre alla Camera dei Deputati fu eletta Flora Calvanese (di Cava dei Tirreni) per il Partito Comunista; nel 2006 fu eletta al Senato,per il Partito della Rifondazione Comunista, Olimpia Vano di Agropoli. Nel 2008 Mara Carfagna, eletta alla Camera dei Deputati nelle liste di Forza Italia, è ministro per le Pari Opportunità nel governo di centro-destra presieduto da Silvio Berlusconi. Nella legislatura in corso, iniziata con la tornata elettorale del 25 settembre 2022, su complessivi 15 parlamentari salernitani sono state elette tre donne (Mara Carfagna, Anna Bilotti e Imma Vietri) alle quali si è recentemente aggiunta Felicia Gaudiani, subentrata al sen. Franco Castiello, recentemente scomparso. Dall’avvento della Repubblica la lotta delle donne, non si è più fermata e, in progressione,sono arrivate la legge Fortuna-Baslini per il divorzio nel 1970, che ha resistito al referendum abrogativo del 12 maggio 1974; la legge 405 del 29 luglio 1975, istitutiva dei consultori familiari, e la legge 194 del 22 maggio del 1978, che legalizzava l’interruzione volontaria della gravidanza. Un’altra conquista importante ottenuta dalle donne italiane è rappresentata dalla legge n. 151 del 19 maggio 1975 (Riforma del diritto di famiglia). Questa legge ha sancito la parità giuridica dei coniugi ed ha abrogato l’istituto della dote, previsto nel VI secolo con il Codice Giustinianeo; prevede, inoltre, la comunione dei beni tra i due coniugi e consente alla donna di conservare il cognome da nubile. Infine, ha abolito il processo per adulterio, che in precedenza era previsto solo a carico della donna, mentre la patria potestà è stata estesa ad ambedue i genitori.

Tale parità fu recepita anche dalla Chiesa che adeguò alla nuova situazione di parità la formula matrimoniale (“insieme deciderete la dimora, insieme contribuire al menage familiare, insieme educherete i figli”). Di rilievo è anche la legge n. 125 del 10 aprile del 1991 cheprevede la parità uomo-donna nel lavoro. Inoltre, oggi le donne,che già sono molto numerose nella scuola, nelle amministrazioni pubbliche, possono arruolarsi nelle Forze Armate.Non meno importante è il Decreto Legislativo 11 aprile 2006,n. 198, con il quale è stato approvato il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna. Sempre nel 2009 è stata approvata la legge n. 38 che tutela le vittime di stalking e punisce gli autori di atti persecutori. È emanazione della conversione del Decreto legge n. 11/23 febbraio 2009: “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori”. Tale provvedimento legislativo introduce nel nostro codice penale un nuovo reato ed un nuovo articolo (il 612 bis) del codice penale. In particolare, prevede e punisce “comportamenti persecutori ripetuti, che incutono soggezione nella vittima provocandole un disagio fisico o psichico e senso di timore”. Sono previste condanne da sei mesi a quattro anni ma anche l’ergastolo per lo stalker che uccide la propria vittima. Le pene diventano più severe (fino a sei anni) se l’aggressore è un coniuge della vittima. Ulteriori aggravanti sono previste se le vittime sono dei minori o donne incinte; se sono usate armi; se si tratta di un gruppo di persone. Tra le misure cautelari le norme prevedono anche il divieto per il presunto aggressore di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima e rende possibile l’autorizzazione delle intercettazioni telefoniche e ambientali. In epoca più recente è stata approvata la legge 24 novembre 2023, n.68 recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”. Pubblicata nella G.U. Serie Generale n. 275 del 24 novembre 2023, è entrata in vigore il 09 dicembre 2023.  Fortunatamente sono lontani i tempi in cui la donna aveva un solo diritto: quello di non avere alcun diritto per cui non poteva autodeterminarsi dovendo dipendere prima dal padre e, dopo il matrimonio, dal marito. L’impegno continua.

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close