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Ecco come difendersi dalla Truffa del “finto Maresciallo” – Umberto Rapetto per Vallo Più

Di Umberto Rapetto*

I Carabinieri “veri” del Comando Provinciale di Genova hanno arrestato quelli “falsi” che operavano frodi e truffe su tutto il territorio nazionale. Un “plotone” di delinquenti è finito in manette, ma la cattura dei 21 componenti della banda non significa “pericolo scampato”. Stiamo parlando di una delle più micidiali truffe agli anziani, quella basata sulla telefonata di un sedicente sottufficiale dell’Arma che informa che un famigliare ha causato un incidente stradale con feriti e per rimetterlo in libertà c’è da pagare una cauzione di migliaia di euro. Se ne è sentito parlare, ma nessuno poteva immaginare che questo genere di operazione fosse diventato un “modus operandi” ben codificato e attuato in maniera scientifica.

La scelta delle vittime

Bersaglio di questa redditizia malefatta sono generalmente persone anziane e la scelta è ben studiata perché chi chiama deve far leva sulla sensibilità, sulla paura che la situazione sia davvero grave, sul desiderio di far qualcosa per aiutare il parente in terribile difficoltà. Per innescare il timore che rende “ubbidiente” la vittima, chi telefona si qualifica come maresciallo dei Carabinieri oppure come avvocato d’ufficio chiamato urgentemente sul posto dove sarebbe avvenuto il micidiale incidente. Alla qualifica del chiamante si aggiunge un tono di conversazione autorevole e determinato. Chi risponde alla chiamata è sorpreso, imbarazzato e impreparato a reagire: un comprensibile senso di smarrimento contribuisce a spingere il malcapitato ad eseguire tutto quel che la voce gli ordina perentoriamente di fare.

Una organizzazione meticolosa

Chi agisce in modo fraudolento non è un soggetto improvvisato. La brillante operazione di servizio dei CC del capoluogo ligure ha portato a scoprire che i criminali avevano addirittura una specie di “centrale operativa”, che coordinava gli specialisti sguinzagliati in giro per l’Italia. La combriccola aveva persino una sorta di Comando Generale retto dalla coppia Alberto Macor e Marica Mastroianni, che da Napoli avevano il controllo della fiorente attività… Erano loro ad occuparsi di ogni dettaglio delle “pattuglie”, organizzando le trasferte in maniera precisissima. Erano loro ad organizzare i “call center”, a fare i biglietti del treno e a prenotare bed&breakfast o appartamenti per chi andava “in missione” fuori sede, a noleggiare le auto necessarie per gli spostamenti. Agli “operatori” consegnavano vecchi cellulari privi di connessione a Internet per evitare che l’uso di uno smartphone potesse lasciare tracce varie e agevolare l’eventuale rintraccio a seguito di una prevedibile denuncia del truffato. La SIM naturalmente era intestata a persone che l’hanno ottenuta con documenti fasulli o passaporti di extracomunitari che poi hanno lasciato l’Italia… Nessun particolare veniva trascurato e il business criminale in meno di due anni ha fruttato oltre 700 mila euro in contanti e 90 mila euro in gioielli.

Come funzionava e, purtroppo continuerà, a funzionare

Old man accepted call with unknown person by smart phone at home, scam phone on elderly person.

La cattura di questi personaggi premia gli sforzi investigativi ma purtroppo non risolve il problema, perché altri continueranno ad adoperare questo sistema. Dopo la telefonata di aggancio, i banditi stabilivano un dialogo con i soggetti prossimi ad esser truffati, chiedendo loro di fare tutto il possibile per provvedere al pagamento in denaro o con preziosi della somma necessaria per “liberare” il figlio o il nipote che avrebbe combinato un grosso guaio. Il falso maresciallo o il sedicente avvocato spiegavano che un incaricato era disponibile a raggiungere a casa chi poteva farsi carico della cauzione da versare… Il resto è facile da immaginare, con anziani nonni, genitori o zii pronti a metter mano ai risparmi e ad oggetti anche legati a ricordi una vita, o addirittura ad andare in banca per prelevare le somme necessarie…

Come “salvarsi”

Chi riceve telefonate di questo tipo deve chiedere all’interlocutore di avere un numero o il nome dell’ufficio o del Comando dove poter richiamare. La scusa potrebbe essere che sente poco la voce o che la comunicazione è disturbata… Non è facile, si sa, specie se si è agitati dalla notizia allarmante. Ma richiamando i Carabinieri si può scoprire subito che si tratta di una truffa. E’ necessario ricordare che nessun Comando dell’Arma manda persone a ritirare denaro a casa della gente e non va dimenticato che accogliere nella propria abitazione soggetti sconosciuti può esporre a rischio di aggressione, rapina e ogni altra violenza.Occorre allertare immediatamente qualche familiare “vero”, un vicino di casa, un amico o conoscente, ben sapendo che i criminali per impedire questa contromossa faranno di tutto per tenere la persona anziana a parlare al telefono con loro così da evitare che possano telefonare a chicchessia. Questo genere di pericolo deve essere spiegato in famiglia, con calma e senza creare un inutile clima di apprensione.

C’è tutto il tempo per arrivare pronti dinanzi ad una simile insidia, ma bisogna essere preparati il prima possibile.

Umberto Rapetto*

Ha conseguito la Maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, la Laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e la Laurea in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata.

Generale della Guardia di Finanza in congedo, già Comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, è Docente Universitario e Giornalista

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