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A San Giorgio a Cremano la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, per Suor Teresina di Gesù Obbediente

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Una folta delegazione proveniente da Polla, guidata dal sindaco Massimo Loviso con gli assessori Giuseppe Curcio e Rossella Isoldi, ha partecipato a San Giorgio a Cremano, nel Tempio della Regina dei Gigli, alla solenne Celebrazione Eucaritica presieduta dall’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel dies natalis di Suor Teresina di Gesù OIbbediente, la religiosa di Polla morta il 5 marzo 1940 in concetto di santità. 

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Teresa Calvino, questo il nome di Suor Teresina di Gesù Obbediente, nasce a Polla il 14 giugno del 1907, settima degli otto figli di Antonio e Maria Antonia Del Bagno. Battezzata due giorni dopo nella parrocchia di San Nicola dei Latini, il 12 maggio dell’anno successivo, secondo la prassi dell’epoca, riceve la cresima da Mons. Camillo Tiberio, quarto Vescovo della Diocesi di Teggiano. Nel 1915 si accosta per la prima volta all’Eucaristia ed è allora che decide di “aderire a Cristo”. Il 4 giugno del 1921 viene ricevuta tra le figlie di Maria da don Gerardo Palmieri e il 16 ottobre del 1924, a 17 anni, parte da Polla per entrare in clausura presso il convento benedettino di Eboli. Purtroppo, ben presto si ammala e tre anni dopo il medico del Monastero, in seguito a varie ricadute, sconsiglia a Teresina la vita claustrale per cui è costretta a tornare a casa. Alcuni mesi dopo la morte del padre, avvenuta nel febbraio del 1929, torna alla clausura ebolitana dove conosce due Missionarie del Sacro Costato, Teresa Quaranta e Antonietta Galletta che la invitano ad entrare nella loro Congregazione. Teresina accetta e parte subito per Gravina di Puglia dove consegue il diploma di maestra d’asilo.

Il 14 ottobre del 1930 inizia il noviziato con il nome di Suor Teresina di Gesù Obbediente  e l’anno successivo viene ammessa ai voti. Il 14 settembre 1933 l’incontro determinante per la vita di Suor Teresina: conosce Suor Liliana del Paradiso che le confida il disegno di dare vita ad una nuova Opera. Per le due religiose inizia un periodo molto travagliato anche a causa della ostilità da molti nutrita nei confronti della nuova Opera.

Dopo un lungo periodo di preghiere e di riflessione, il 7 febbraio del 1935, lasciano la Casa di Gravina: nasce la Compagnia della Regina dei Gigli. Suor Teresina si rende conto che il cammino sarà lungo tra condizioni di povertà, sofferenze ed ingiuste accuse: Venosa, Polla, Pagani, Nocera Inferiore, sono le prime tappe del nuovo, difficile viaggio intrapreso. Ovunque vengono accolte con gioia salvo poi dover fare i conti con l’ostilità dalla Congregazione da cui si erano allontanate. A Nocera Inferiore il Vescovo, Mons. Giuseppe Romeo, conferisce loro la licenza di aprire un asilo-laboratorio. Purtroppo, dopo un inizio davvero lusinghiero, il male ai polmoni che da anni affligge Suor Teresina torna a manifestarsi in tutta la sua gravità per cui le due religiose decidono di spostarsi a Napoli, presso la Chiesa di San Saverio alla Sanità, dove vengono stimate ed accettate dal parroco e dal Cardinale Alessio Ascalesi.

Nel dicembre del 1937 Suor Teresina si aggrava ulteriormente per cui viene ricoverata nell’ospedale Elena d’Aosta. Dopo circa sei mesi viene dimessa e, sempre accompagnata da Suor Liliana, si trasferisce a Barra dove viene assunta come maestra in un asilo gestito dalle sorelle Scognamiglio. Con l’inizio dell’anno scolastico 1938/39, sempre a Barra, le due religiose riescono ad aprire un proprio asilo, con annesso laboratorio, che viene frequentato soprattutto da bambini poveri. Le condizioni di salute di Suor Teresina, però, non migliorano, anzi si aggravano ulteriormente.

Il 20 febbraio del 1940 dice addio a Suor Liliana e, accompagnata dalla sorella Maria, Suor Teresina rientra a Polla nella casa in cui era nata dove nella notte tra il 4 ed il 5 marzo, si spegne all’età di 33 anni, così come aveva previsto e ripeteva da tempo: “Come Gesù, morirò a trentatrè anni”.  Sepolta nel cimitero locale, il 5 maggio 1947 la salma viene esumata su licenza del Vescovo di Teggiano e trasferita nel cimitero di San Giorgio a Cremano. Da qui, il 16 gennaio 1968 viene traslata nella cripta del Tempio della Regina dei Gigli dove il giorno dopo è il Cardinale Giuseppe Beran, Arcivescovo di Praga, a benedire la salma prima della tumulazione privilegiata.  

La fama di Santità che aveva accompagnato Suor Teresina in vita cresce notevolmente dopo la  sua morte tanto che il 27 giugno del 1984 inizia il lungo iter del processo informativo di Beatificazione: i religiosi della Compagnia Regina dei Gigli presentano la necessaria documentazione al Vescovo della Diocesi di Teggiano e Policastro, Mons. Umberto Altomare, che procede alla nomina del tribunale di quello che è il primo processo celebrato in Diocesi con il nuovo rito. L’improvvisa scomparsa del prelato, avvenuta nel 1986, non ferma il processo che viene ripreso e condotto a termine con esito positivo dal nuovo Vescovo, Mons. Bruno Schettino, il 26 maggio del 1992, dopo numerose sessioni e centinaia di testimonianze rese da persone  appartenenti ai ceti più disparati: professionisti, medici, madri di famiglia. Il 12 febbraio del 1993 la Congregazione delle Cause dei Santi emana il Decreto sulla validità del processo diocesano. Prezioso in questo contesto il lavoro svolto dal Postulatore della Causa, Padre Cristoforo Bove.

L’episodio più clamoroso si verifica il 7 luglio del 1974 e vede protagonista un’altra religiosa, Suor Carmela Riccardi, ridotta all’immobilità più assoluta dal 1963 a seguito di un non riuscito intervento chirurgico di ernia del disco con esiti irreversibili: portata al Tempio della Regina dei Gigli, mentre era in vacanza a San Giorgio a Cremano, perché privo di barriere architettoniche, appena arrivata all’edificio sacro, sente l’impulso di mettersi in piedi e dirigersi verso alla tomba di suor Teresina. Per favorire l’ascolto dei testimoni, l’inchiesta sull’asserito miracolo si è svolta nella diocesi di Verona, nella quale suor Carmela risiedeva. Si apre il 9 gennaio un altro processo (durato dal 9 gennaio al 22 aprile 1993) per il riconoscimento del presunto miracolo e, il 22 aprile del 1993, il tribunale ecclesiastico di Verona, presieduto dal Vescovo, Mons. Attilio Nicora, esaminato il caso dal punto di vista teologico, prende atto delle perizie redatte da illustri cattedratici, guidati dal prof. Pietro Bartolozzi, direttore della clinica ortopedica e traumatologica della facoltà di medicina dell’Università di Verona: non è stata la scienza a guarire Suor Carmela Riccardi per cui esiste un nesso preciso tra l’intercessione di Suor Teresina e la guarigione di Suor Carmela. In particolare, nella relazione firmata dal prof. Bartolozzi si legge che “la guarigione improvvisa e duratura  di Suor Carmela Riccardi dopo una così lunga infermità (circa dodici anni)  rimane un fatto non spiegabile con le attuali conoscenze mediche”.  

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